Titolo originale | Searching for Bobby Fisher |
Anno | 1993 |
Genere | Commedia |
Produzione | USA |
Durata | 105 minuti |
Regia di | Steven Zaillian |
Attori | Joe Mantegna, Ben Kingsley, Joan Allen, Max Pomeranc, Laura Linney, Laurence Fishburne Michael Nirenberg, Robert Stephens, David Paymer, Hal Scardino, Vasek Simek, William H. Macy, Dan Hedaya. |
MYmonetro | 2,50 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 22 dicembre 2016
Due genitori scoprono che il figlio Josh ha un talento naturale per gli scacchi. Assoldano così un maestro, che si rivela però troppo esigente. Il film ha ottenuto 1 candidatura a Premi Oscar,
CONSIGLIATO NÌ
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Josh ha sette anni e una passione per gli scacchi nata osservando i giocatori di tutte le età che si confrontano sulle scacchiere di un parco. Suo padre si accorge della sua abilità e gli trova un maestro per incanalarla in regole. Si tratta di Bruce Pandolfini, il responsabile di un club scacchistico, il quale instaura un rapporto contrastato con il genitore di Josh. Da un lato vorrebbe che il ragazzo divenisse il nuovo Bobby Fischer ma dall'altro vorrebbe evitargli di frequentare i giocatori di strada con i quali ha scoperto il proprio talento.
"Gli scacchi. Chi gioca per divertimento o non gioca li vede come un semplice gioco. Chi gli dedica la vita invece perlopiù insiste che sono una scienza e non è così. Bobby Fischer è andato oltre come nessuno prima di lui e al fondo vi ha trovato l'arte. Ho passato la vita cercando di giocare come lui. Tutti quelli qui dentro hanno tentato. Ma siamo dei falsari. Competenti truffatori. L'erede di Fischer non era qui, Non c'era. Sta dormendo nella sua casa." Così si esprime il maestro di scacchi Bruce Pandolfini parlando con il padre di quello che vede come il possibile successore dell'inimitabile campione. Perché, il titolo originale lo dice chiaramente, su tutto il film aleggia un fantasma, quello di un genio degli scacchi incapace di relazionarsi con un mondo che non fosse costituito da torri e cavalli da muovere a proprio piacimento.
Nel rapporto a tre che si viene a costruire (Josh, suo padre e il maestro) riescono ad inserirsi (ma solo per poco) la figura materna o quella del giocatore di strada interpretato da Fishburne. In realtà Zaillian, al suo esordio, non si occupa solo degli scacchi ma 'gioca' una partita in cui i giocatori (padre e maestro) sono guardinghi nei confronti altrui. Josh (Joshua Waitzkin giovanissimo campione di scacchi che poi ha continuato la propria attività affiancandola con l'apprendimento di arti marziali orientali) è la pedina di che viene mossa da due strateghi che spesso si contrappongono sulle scelte fondamentali.
Tocca quindi alla sua personalità ancora in formazione cercare di conservare la propria integrità di bambino senza rinunciare alla propria passione. Per non farsi attrarre dal baratro della paranoia in cui Fischer finì per precipitare.
Presentato alla mostra di Venezia e candidato all'Oscar per la migliore fotografia. Il classico problema del piccolo genio. Un bambino che, come recita uno dei due titoli originali, diventa emulo del grande scacchista Fischer, a soli sette anni diventa un caso. Col piccolo protagonista due attori di sicuro mestiere, Kingsley e Mantegna.
(Un grazie a Orietta Anibaldi) Nel coraggiosissim'esordio di vent'anni fa, Steven Zaillian os'affrontare una delle problematiche massime: la gestione della teoria dei giochi. Il modello formalizzato nel '44 da von Neumann e Morgenstern prospetta una Theory of Games a somma positiva, nulla o negativa. Di fatto, però, finora è stato sviluppato sol'il terzo scenario, [...] Vai alla recensione »
Certo che dare due stelle da parte dei Morandini, significa che oltre a capir poco di film e non conoscono nemmeno il gioco degli scacchi, andate in pensione!