Sotto scacco

Un film di Steven Zaillian. Con Joe Mantegna, Ben Kingsley, Joan Allen, Max Pomeranc, Laura Linney.
continua»
Titolo originale Searching for Bobby Fisher. Commedia, durata 105 min. - USA 1993.
   
   
   

Barand'a scacchi e col cinema Valutazione 2 stelle su cinque

di Mauro Lanari


Feedback: 8041 | altri commenti e recensioni di Mauro Lanari
domenica 22 novembre 2015

(Un grazie a Orietta Anibaldi)
Nel coraggiosissim'esordio di vent'anni fa, Steven Zaillian os'affrontare una delle problematiche massime: la gestione della teoria dei giochi. Il modello formalizzato nel '44 da von Neumann e Morgenstern prospetta una Theory of Games a somma positiva, nulla o negativa. Di fatto, però, finora è stato sviluppato sol'il terzo scenario, quello manco del mors tua vita mea, bensì quello del mors mea pro morte tua, stile "Lo scorpione e la rana" del wellesiano "Rapporto confidenziale" (1955) e stabilmente corroborato nell'ambito degl'esperimenti di psicologia sociale a partire da Tajfel nel '71. Relazioni interpersonali di tipo collaborativo invece che competitivo, scambi comunitari basati su cooperazion'e complicità piuttosto che su agonism'e rivalità sono rimasti letteratura di nicchia (autrici come Sigrid Loos, cataloghi come quello delle Edizioni Gruppo Abele), mentre sul fronte opposto 8 game-theorists hanno vinto il Nobel in Economia, compres'il Nash col biopic del quale Ron Howard ha incassato 4 Oscar nel 2001. Pure all'inizio del fincheriano "The Social Network" (2010) si vede Zuckerberg studente universitario ch'applica la teoria dei giochi per la conquist'al pub della più bona del mazzo. Il cinema di Zaillian è d'impegno etico, non nel senso rohmeriano focalizzato sulla moralità dei singoli, quant'appunto sulla critic'alle fondamenta dell'attuali perverse regole della nostra coesistenza sociale. La critica è più efficace se s'incarn'in un testimone vivente, un esempio concreto garante della realizzabilità dell'utopia. Ecco perché egli preferisc'illustrare le proprie idee attraverso dei biopic, in questo caso le vicende di Joshua Waitzkin, classe 1976, pres'a modello della possibilità di schiantare la fissazione cognitiva che a scacchi sia sensato giocar'esclusivamente adottando lo stesso "disprezzo per l'avversario" con cui gl'USA vinsero la guerra fredda contr'i Russi anche grazie a Bobby Fischer. Poi, se ci si documenta sul reale decorso degl'eventi, si scopre che la presunta magnanimità di Waitzkin è stat'alquanto adulterata ed esagerata: la partita conclusiva non si svols'in quel modo, non ci furono né l'idilliaco connubio fra gioco di strada (Fishburne) e gioco di posizione (Kingsley), né uno scacco matto previsto con tot mosse d'anticipo e la proposta d'una patta per non umiliar'il rivale. Tutt'inventato e studiat'a tavolino, la partita vera terminò con i soli due re sulla scacchiera e dunque con una patta forzata, né venne mai moss'in anticipo la regina come tributo a tattica e strategia non difensivistiche. Inoltre è da prima del 2000 che Waitzkin non partecipa più a un torneo ufficiale, ha passato gl'ultimi tre lustri a controbilanciare le sue doti intellettive con le fisiche dandosi alle arti marziali per tentare di diventare campione del mondo e ha istituito una fondazione per gl'ipertalentuosi come lui, a prescindere dal giudizio di valore sull'abilità riscontrate, peggio: incentivando la creatività aggressiva e l'ottimizzazione prestazionale. A questo punto la basilare differenza con Fischer è svanita. Ora, chi costringe Zaillian a sputtanarsi prospettiva etica e credibilità ingannandoci con degl'esempi mostruosamente sballati? Se la realtà non glieli fornisce, perché li crea di sana pianta spacciandoceli come campioni di vita vera? In "Sotto scacco" sceglie una regia semplice, lineare, piana o forse piatt'e anonima pur d'esaltare il presunto fatto in sé, che invece non è mai esistito. Ho amato "A Civil Action" (1998), dove viceversa lo stile rimarca le gesta donchisciottesche di Travolta: se m'informassi anche su questo suo secondo biopic scoprirei magagne analoghe? Non mi fido più, ancor meno dop'il suo terzo e sin qui ultimo film, "Tutti gli uomini del re" (2006), un altro pseudo biopic talmente pomposo, pretenzios'e inconcludente d'aver pers'al botteghino l'84% del budget investito, per la rivista Forbes il più clamoros'insuccesso del quinquennio 2005-2010. Allora restass'imprigionato nel ruolo affibbiatogli di "miglior sceneggiatore" alla corte di Schlesinger, Marshall, Spielberg, Noyce, De Palma, Scott senior, Scorsese, Pollack, Fincher, Gondry, ché gli riesce pure di vincer'un Oscar ruffianissimo. E tanti saluti all'attacco frontale verso la persistente version'applicata della game theory.

[+] lascia un commento a mauro lanari »
Sei d'accordo con la recensione di Mauro Lanari?

Sì, sono d'accordo No, non sono d'accordo
20%
No
80%
Scrivi la tua recensione
Leggi i commenti del pubblico

Ultimi commenti e recensioni di Mauro Lanari:

Vedi tutti i commenti di Mauro Lanari »
Sotto scacco | Indice

Recensioni & Opinionisti Premi
Multimedia Shop & Showtime
Pubblico (per gradimento)
  1° | mauro lanari
Premio Oscar (1)


Articoli & News
Scheda | Cast | News | Trailer | Poster | Frasi | Pubblico | Forum | Shop |
prossimamente al cinema Film al cinema Novità in dvd Film in tv
Altri prossimamente » Altri film al cinema » Altri film in dvd » Altri film in tv »
home | cinema | database | film | uscite | dvd | tv | box office | prossimamente | colonne sonore | Accedi | trailer | TROVASTREAMING |
Copyright© 2000 - 2024 MYmovies® // Mo-Net All rights reserved. P.IVA: 05056400483 - Licenza Siae n. 2792/I/2742 - credits | contatti | redazione@mymovies.it
Normativa sulla privacy | Termini e condizioni d'uso
pubblicità