Titolo internazionale | On the Road in France |
Anno | 2018 |
Genere | Documentario |
Produzione | Francia |
Durata | 141 minuti |
Regia di | Romain Goupil, Daniel Cohn-Bendit |
Attori | Daniel Cohn-Bendit, Romain Goupil, Emmanuel Macron, Robert Ménard . |
MYmonetro | 2,96 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 18 maggio 2018
Un documentario che racconta i cambiamenti della società francese attraverso l'esperienza di due esponenti delle battaglie del '68.
CONSIGLIATO SÌ
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Uno degli intellettuali di punta della contestazione studentesca del ’68, Daniel Cohn-Bendit insieme al regista Romain Goupil compie una ‘traversata’ nella Francia di cinquant’anni dopo per osservarne conservazioni e mutamenti.
È un modello di indagine che meriterebbe di trovare delle emulazioni anche in altri Paesi.
I due, anche se talvolta non riescono a trattenersi e ‘giudicano’ gli interlocutori, riescono davvero a tracciare un ritratto che, grazie alla semplicità di coloro che accettano di essere contattati, offre a chi guarda una riflessione sulla complessità della situazione attuale. A partire dal primo incontro con un addetto, ora pensionato, al porto commerciale il quale afferma che è praticamente impossibile descrivere quanto le modalità di quella professione siano mutate.
Ad ogni incontro, i due autori cercano di far emergere le diverse posizioni senza forzare verso un documentario a tesi. È ovvio che Cohn-Bendit, che ora ha la doppia nazionalità tedesca e francese, e che si definisce un ebreo ateo abbia una visione gauchista ma quando accetta di andare a cena con aderenti e simpatizzanti del Front National lo fa, con qualche timore e con qualche reazione che non sa trattenere ma si guarda bene dal ridicolizzare gli interlocutori o dal censurare il loro pensiero.
Qualche difficoltà in più la evidenziano entrambi dinanzi a quello che fu un compagno di lotte e che ora è sindaco per la destra di una città. Dove sono finiti quegli ideali e quei valori? L’uomo risponde che il numero di persone che soffrono per una condizione sociale indigente è sempre più ampio e che la risposta viene da un ascolto che la destra sa offrire loro.
Non manca un accento di nostalgia in questo lavoro ma, sorprendentemente, non riguarda barricate o scontri con la polizia ma invece una fabbrica ora diventata potenziale oggetto di studio di archeologia industriale. Questo luogo viene visitato con uno degli operai che ne ricorda il rumore assordante che contrasta con il silenzio del presente ma che non cancella i ricordi (anche di cameratismo e quindi positivi).
C’è poi l’incontro che non ci si aspetta: mentre i due discutono su come riprendere Emmanuel Macron all’Eliseo senza soccombere all’imponenza dell’edificio del Potere scopriamo che il Presidente è lì con loro, al tavolo di un caffè a Francoforte e risponde alle domande con la naturalezza di una conversazione tra amici (che si danno del tu).
Saper comunicare oggi è più che mai necessario e Macron sa come attrarre anche due vecchie volpi che furono barricadiere.