Interno giorno. Un caffè di Francoforte. Nel corso del loro viaggio che tocca diversi aspetti della Francia attuale (che diventerà il documentario La traversée presentato a Cannes) Daniel Cohn-Bendit e Romain Goupil discutono su come riprendere il neo presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron che ha accettato di incontrarli. Ogni tipo di inquadratura sembra non funzionare come ipotesi: emergerebbe sempre la solennità dell'Eliseo. È Goupil che riprende il primo piano di Daniel che si dice pronto anche a fare domande sui migranti perché non vede il motivo per non parlare apertamente con la massima carica dello Stato a cinquant'anni dal '68. All'improvviso una seconda camera ci mostra un'inquadratura di entrambi ai lati opposti del tavolo. In mezzo c'è... Emmanuel Macron.

Sono sette minuti di colloquio in cui, con la massima naturalezza, il Presidente francese dialoga con Cohn-Bendit e non si sottrae alle domande dopo aver risolto il problema del 'dove' incontrarlo. Va benissimo un caffè a Francoforte. Cioè esattamente dove sono.

Cohn-Bendit afferma che la Francia è un paese 'orizzontale' che però ha bisogno di verticalità e Macron replica, acconsentendo e trovando, nella radice cattolica del Paese, la ragione della ricerca di una gerarchia, anche nella politica, aggiungendo che lui è favorevole a tutte le religioni. Ma è proprio sul tema caldo dell'immigrazione che risponde apertamente dicendo che il suo intento è ben rappresentato dallo slogan che si riassume nel 'togliere i migranti dalle strade'. Quello a cui lui guarda è il modello tedesco nel quale i centri di accoglienza (che vanno aumentati) lasciano, dopo brevissimo tempo, il campo a spazi abitativi di matrice familiare in modo che si ricreino condizioni di vita accettabili sia per chi arriva in Francia sia per i francesi stessi.
Davanti a una telecamera e a due vecchie volpi della contestazione, Macron si mostra assolutamente a proprio agio. Che gli siano davvero serviti i corsi di recitazione tenuti dalla professoressa che è diventata sua moglie e ora è première dame de France? La risposta sembra dover essere affermativa.