Titolo internazionale | Divine Being |
Anno | 2018 |
Genere | Documentario |
Produzione | Italia |
Durata | 74 minuti |
Regia di | Luca Pellegrini |
Attori | Gianluca Di Lauro, Platinette . |
MYmonetro | 2,82 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 2 maggio 2018
La storia di un singolare istituto, in cui viene insegnato a truccarsi, a travestirsi, a sfilare, a ridere dei propri sbagli e, soprattutto, ad essere finalmente se stessi. In Italia al Box Office Essere Divina ha incassato 3,1 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Che cos'è la filosofia Drag? E come si diventa Drag? Essere divina, il documentario di Luca Pellegrini in concorso alle 33esima edizione del Lovers Film Festival di Torino ci racconta dell'unica scuola italiana per diventare Drag Queen (o Faux Queen). Chiamarla scuola è infatti riduttivo, gli insegnanti di questo progetto che si tiene a Milano si raccontano e raccontano di un'esperienza profonda e importante per chi desidera sperimentare la trasformazione e abbracciare in toto la filosofia Drag.
Quattro insegnanti e venti alunni, maschi e femmine, perché non solo gli uomini possono diventare delle Drag Queen e soprattutto, come ci dice uno di loro, non bisogna essere necessariamente gay per volere essere una Drag.
Le parole di chi insegna sono quelle di persone appassionate che non ne fanno solo una disciplina ma una vera e propria metamorfosi totale. Nel momento della performance si diventa qualcos'altro, una parte di sé che resta celata ha modo di fiorire. Le piumate hanno un momento di venuta al mondo che si celebra come una nascita.
Essere Drag ha delle regole precise: si cammina in un certo modo, ci si veste in un certo modo, rigorosamente eccessivo, sgargiante, la Drag è sempre sopra le righe, vuole essere la più bella, la più radiosa e la più invidiata. Le caratteristiche dell'universo femminile diventano estremamente amplificate. Ci si emoziona e si piange in maniera esuberante, si parla e si cammina come si fosse sempre sotto le luci della ribalta. Lo sfarzo, l'esagerazione va a coinvolgere ogni singolo movimento e momento della Drag.
Il documentario inoltre pone l'accento su una questione del tutto nuova e interessante: in questa scuola partecipano anche le donne e gli insegnanti raccontano di come alla prima edizione del workshop ci fosse stato un numero importante di richieste di partecipazione femminile.
Le Drag donna sono chiamate le Faux Queen e nella filosofia Drag vengono descritte come Drag intrappolate nel corpo di una donna. Questo passaggio è molto importante e soprattutto sottolinea come essere Drag non è riferito solo ad una questione di genere ma a un desiderio di metamorfosi che può essere sia maschile che femminile. La performance è il momento in cui questo desiderio prende forma e l'universo Drag non è precluso a nessuno.
In un momento di lezione l'insegnante chiede al gruppo di mostrargli persino come dormirebbero da Drag: chi accavalla le gambe, chi canta, chi continua a muoversi e sculettare, tutto è sempre accompagnato da ironia e ilarità, da sfumature grottesche e bizzarre.
L'importante punto su cui il documentario di Pellegrini ci fa riflettere è su una questione ben precisa: essere una Drag Queen è da un lato una performance artistica, dall'altro un modo di essere. Persone dai lavori e dalle professioni più disparate, etero, gay, maschi e femmine sentono l'urgenza di potersi trasformare e per qualche ora vivere un altro sé. Grazie a questo lavoro veniamo a conoscenza di un mondo spesso oggetto di pregiudizi e false credenze, un universo conosciuto e osservato solo da certe nicchie ma una realtà ricca di umanità, condivisione, voglia di esprimersi, cambiare e... ballare.