Titolo internazionale | Wild Mouse |
Anno | 2017 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Austria, Germania |
Durata | 103 minuti |
Regia di | Josef Hader |
Attori | Josef Hader, Pia Hierzegger, Georg Friedrich, Jörg Hartmann, Denis Moschitto Crina Semciuc, Nora von Waldstätten, Maria Hofstätter, Thomas Schubert, Murathan Muslu, Johann Bednar, Hubert Kramar, Daniela Kong, Michael Kreihsl, Karola Maria Niederhuber, Aleksandar Petrovic (II), Martina Zinner, Taro Morikawa, Wangniau Liu, Rabie Peric, Hanus Polak Jr., Karl Leopold Furtlehner, Gerhard Haubenberger, Quatuor Mosaïques, Erich Höbarth, Andrea Bischof, Anita Mitterer, Christophe Coin, Maeckes, Peter Blaha, Ilvy Niederhuber, Pamina Fürst, Christian Dungl, Daniela Mutafova, Alexander Hofmann, Maxi Thienen, Ioan Gavriel, Kira Fasbender, Michael Pöllinger, Kota Morikawa, Toshiko Morikawa, Gerhard Pimperl, Michael Hagenauer, Andreas Meixner. |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 2,74 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 14 febbraio 2017
Un critico musicale di cinquant'anni perde il lavoro, ma non racconta nulla alla moglie che vuole un figlio da lui. La sua vita prenderà una piega inaspettata.
CONSIGLIATO SÌ
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Georg è il critico di musica classica di un importante quotidiano austriaco, ma quando all'improvviso viene scaricato, a causa di tagli al personale, non accetta di doversi reinventare. Incapace di confessarlo alla moglie vaga per la città, medita vendetta contro il boss che l'ha licenziato e entra in società con un giostraio. Sempre più in basso. Tutti i suoi propositi andranno all'aria e la moglie scoprirà l'accaduto costringendolo ad una grottesca ritirata sui monti.
C'è uno spaesamento tutto particolare nei vagabondaggi e nei piccoli espedienti o nelle strane risorse di questo critico senza lavoro, esperto di qualcosa che al di fuori del suo quotidiano non interessa molto, assetato di altro ma incapace di inseguirlo.
Fa parte della media borghesia viennese ma sembra che una piccola difficoltà possa mandare in pezzi tutto, spingendolo a perdere ogni simbolo del suo status. La sua odissea per parchi giochi, ragazze slave e poi montagne, sempre alla ricerca di qualcosa che pare possa solo prendere la forma della vendetta è una commedia ma potrebbe essere anche altro.
In una girandola di eventi e personaggi che tornano, si incastrano e stranamente si conoscono tutti come in un film di Almodovar, il topo selvaggio del titolo originale (è il nome delle montagne russe del Prater dove inizia a lavorare) corre impazzito come in preda ad una crisi isterica, agisce d'impulso e dopo anni passati a fare un lavoro intellettuale sembra che di intelletto non voglia saperne più parlare.
Dovrebbe quindi essere la storia dell'emergere dei piaceri sensoriali questa, di una vita vissuta d'istinto ma tra uno stacco di montaggio comico e l'altro (la soluzione preferita da Josef Hader, cabarettista austriaco qui al suo esordio che funge sia da sceneggiatore che da regista che da protagonista) quel che emerge sempre più lentamente è una scialba critica agli uomini realizzati e inscalfibili.
Georg perso il posto al giornale con il quale definiva se stesso ("un critico") diventa subito marginale e incapace di una relazione onesta con i propri sentimenti. Ma in questo non è diverso il giostraio che si rifiuta di parlare con la propria donna, ogni uomo in Wilde Maus non ha ben chiaro cosa lo potrebbe rendere felice e per questo non lo è.
Purtroppo tutto ciò è ben poco per reggere un film intero e l'umorismo non è così devastante da supplire, soprattutto perché più il film avanza più le sue idee scarseggiano e quella spinta propulsiva iniziale sembra incanalarsi nella direzione meno vivace e più banale, un nichilismo che Hader non ha poi il coraggio di portare alle estreme conseguenze, preferendo ripiegare su un po' di pietà per il suo protagonista.