Dans la Forêt

Dopo il divorzio dei genitori, Tom e Benjamin si recano a Stoccolma per passare l'estate con il padre. Un ricercatore che, ostile alla civilizzazione, lavora sempre e non dorme mai. I giorni proseguono statici finché i tre non trascorrono un weekend in campagna. La fuga dalla quotidianità rafforza il rapporto ma un'oscura entità si muove nel bosco. Una figura dal volto deturpato che, perseguitando la mente di Tom, presagisce un terribile pericolo. Nel frattempo la foresta, cupa e misteriosa, immerge la famiglia in una natura dominata da grida improvvise, fenomeni paranormali e terrificanti apparizioni. Il fragile universo mentale di un ragazzino di otto anni tormentato da quel misterioso uomo che dice di essere suo padre.

Dopo Who Killed Bambi? e L'autre monde, Gilles Marchand dirige Dans la forêt, un dramma familiare che ammicca al thriller psicologico. Un'opera che, scandita da contrasti cromatici e silenzi disturbanti, si muove su piani narrativi diversi.

In collaborazione con Dominik Moll, il co-sceneggiatore e regista di Harry, un amico vero, Marchand firma uno script carico di reminiscenze: da Midnight Special di Jeff Nichols a Goodnight Mommy di Severin Fiala e Veronika Franz, Dans la forêt è il viaggio di Marchand nella complessa psiche umana. L'immobile, fiabesca e, a tratti, spaventosa foresta riflette l'interiorità psicologica di un bambino di otto anni. Vittima di un padre paranoico, Tom personifica l'inconscio in un mostro incapace di emettere un grido di aiuto. L'uomo nero di uno psicodramma familiare che, tra paesaggi incontaminati e sfumature horror, regala brividi ed inquietudini. Oltre l'affascinante metafora della psicologia infantile, Dans la forêt colpisce per il suo stile ibrido, espressione di una cinematografia che trova nei protagonisti il proprio punto di forza. Se Jérémie Elkaïm è il tormentato padre della storia, Timothé Vom Dorp è la rivelazione di Dans la forêt. Un thriller che, impreziosito dall'elegante fotografia di Jeanne Lapoirie, pecca di staticità.

Sospeso tra il dramma familiare, l'horror fiabesco e il thriller soprannaturale, Dans la forêt aspira ai ritratti gotici di Alejandro Amenábar di cui Marchand replica faticosamente la carica autoriale. Uno sguardo al cinema fantastico che, accompagnato dalla colonna sonora di Philippe Schoeller, lascia spazio ad un inadeguato respiro melò. L'ambiziosa indagine psicologica di Dans la forêt perde forza man mano che la storia si dipana intorno al rapporto padre-figlio. Un ritratto familiare che non colpisce come dovrebbe a causa di una sceneggiatura incompleta e di un ritmo in antitesi con l'ambizione thriller.

Dans la forêt, trascendendo le oscurità della foresta nelle ossessioni della mente, è un trip psicologico genuinamente disturbante ma non imperdibile. 