Anno | 2014 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Francia, Italia |
Durata | 105 minuti |
Regia di | Eugène Green |
Attori | Fabrizio Rongione, Christelle Prot, Ludovico Succio, Arianna Nastro, Hervé Compagne Sabine Ponte, Gilles Tonnelé, Nathalie Chazeau, Irene Fittabile, Michele Franco, Jon Firman, Mario Bois, Clément Cogitore, Chiara Malta, Sebastien Laudenbach, Elisabeth Pelon, Sébastien Borghi, Eugène Green. |
Uscita | lunedì 24 novembre 2014 |
Distribuzione | La Sarraz Pictures |
MYmonetro | 3,29 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 18 settembre 2015
Un architetto perso tra la passione artistica e i sentimenti.
CONSIGLIATO SÌ
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Alexandre Schmidt è un architetto di fama internazionale, sfiduciato verso la sua professione e incapace di comunicare con la moglie e psicologa Aliénor. L'incontro a Stresa della coppia con i giovani Gerardo e Lavinia, fratello e sorella, porterà a un ripensamento delle loro vite e a una nuova iniezione di fiducia.
C'è ancora qualcuno che crede al potere salvifico o terapeutico del cinema, c'è ancora qualcuno che crede nel ruolo prioritario e pedagogico del cinema. Qualcuno come Eugène Green, che appartiene alla schiatta dei Rossellini e dei de Oliveira, che professa un cinema che non si vergogna della sua antistoricità, palesandone invece l'assoluta contemporaneità attraverso insegnamenti e suggerimenti ispirati che non conoscono età. O per meglio dire illuminazioni, visto il ruolo che la luce riveste nell'ultimo lavoro di Green, in cui è centrale quanto lo è nel cinema stesso.
La lezione può essere appresa dal maestro e insegnata dall'allievo, in un ribaltamento di ruoli degno di un dialogo socratico sulle mancanze del razionalismo esasperato e sull'imprevedibilità del talento, quando questo è guidato dalla spiritualità. Alexandre e Gerardo come Bernini e Borromini, depositari di stili architettonici antitetici come le loro interpretazioni dell'esistenza, protagonisti di un susseguirsi di opposti che genera la più insperata delle osmosi creative. Una lectio moralis che Eugène Green conduce ricorrendo alle tecniche care al suo cinema: piani fissi, gesti ieratici, primissimi piani con attori che parlano rivolgendosi alla camera, inquadrature pittoriche (tra cui spicca il trittico dei severi esaminatori del progetto di Alexandre).
Per poi lasciarsi andare all'esame accurato delle architetture del Borromini, alla sua ascesa inarrestabile verso l'assoluto, in cui trascinare lo spettatore più attento e complice dell'operazione in atto. Un percorso verso la sapienza, inesorabilmente e inevitabilmente guidato dall'amore, che restituisce speranza in un'idea di cinema che non teme l'anacronismo e che rivendica la sua atemporalità.
Le riprese si terranno a Bissone, Stresa, Torino e Roma.
Ci sono film che meritano di essere visti solo per un' inquadratura o una frase. Così sanno ripagare la pazienza che ti richiedono: chi ama il cinema lo sa' bene. Così questo film verrà facilmente dimenticato dai più; è comprensibile: si dimentica tutto. Personalmente ricorderò la scena del protagonista che traccia un parallelo tra le personalità [...] Vai alla recensione »
Non convenzionale ma probabilmente è un film da festival e da addetti ai lavori . Non condivido la scelta di non far recitare gli attori mi pare un inutile snobismo . La storia è poco coinvolgente tuttavia non mi sono annoiato ma l'entusiasmo è una altra cosa .
I primi piani sono molto particolari, con gli attori che sembrano a volte non recitare, ma è una scelta registica. Il film è parlato al 60% in francese però mi è risultato non noioso, si impara molto ascoltando altre lingue poco comprese.
Luoghi, architetture, colori veramente molto belli! Forse unica nota positiva di questo film. Recitazione oscena! (la porta di casa mia sarebbe riuscita a fare meglio). Primi piani senza alcun minimo senso. Movimenti e dialoghi innaturali e del tutto irrealistici. Ritmo lentissimo con silenzi ingiustificati. Ma la vera domanda è: come fa ad aver avuto 4 stelle! Siamo a livelli del recente Interstellar? [...] Vai alla recensione »
Architetture, colori, luoghi molto belli! Unica nota positiva di questo film. Ritmo lentissimo con silenzi interminabili e ingiustificati. Dialoghi poco naturali e recitazione pessima. Mi stupoisco delle 4 stelle. Fortemente sconsigliato