Anno | 2014 |
Genere | Drammatico, |
Durata | 200 minuti |
Regia di | Bruno Dumont |
Attori | Alane Delhaye, Lucy Caron, Bernard Pruvost, Philippe Jore, Philippe Peuvion Cindy Louguet. |
Tag | Da vedere 2014 |
Distribuzione | Movies Inspired |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,55 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 28 maggio 2018
Un paesino nei pressi della Manica viene sconvolto da una serie di omicidi misteriosi. Mentre la polizia investiga, i ragazzini del paese, capeggiati dal piccolo Quinquin, conducono la loro personale indagine.
CONSIGLIATO SÌ
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In un paese di pescatori nei pressi della Manica, il piccolo Quinquin, la fidanzatina Eve e il loro gruppo di amici, trascorrono le vacanze gironzolando in bicicletta e facendo scoppiare petardi ben piazzati per disturbare meglio. Fino a che, un giorno, il ritrovamento del cadavere di una donna fatta a pezzi, nascosto dentro il ventre di una mucca, inaugura una stagione di mistero e di morte, ma anche un'avventura inattesa. Il comandante Van der Weyden e il suo aiutante Carpentier si mettono sulle tracce della "bestia umana" che semina il male e la follia nel piccolo borgo, seguiti a ruota da P'tit Quinquin e dai suoi amici. In una provincia senza regole, dove ai funerali si va in tutù, la tavola si apparecchia lanciando i piatti, le mucche sono pazze e i maiali non stanno affatto meglio.
Ma le stranezze non finiscono qui, perché dietro l'obiettivo che inquadra con tanta intensità questo territorio tra il mare e il campagna, dove il piccolo Alain Delhaye fa il diavolo a quattro ("i quattrocento colpi" direbbe qualcuno...), c'è un autore come Bruno Dumont.
Dumont in vent'anni di carriera non aveva ancora mai fatto una commedia, mai lavorato coi bambini, tantomeno mai considerato di fare della televisione, professandosi adepto dei più intransigenti della religione del cinema inteso come supporto oltre che come visione del mondo. Ed ecco che ci si ritrova ora, inaspettatamente, a chiedersi perché abbia atteso tanto.
P'tit Quinquin , infatti, è un bellissimo lungo film sull'infanzia, un'avventura registica e interpretativa che cattura la tragicommedia dell'essere ragazzi e guardare un mondo goffo e grottesco, nel quale gli adulti non solo non hanno risposte ma nemmeno la forza che viene dal vivere ancora i sentimenti con estrema sicurezza e inconsapevole poesia (Quinquin che abbraccia Eve e la chiama "amore mio").
Mentre l'indagine poliziesca che funge da filo rosso tra gli episodi si dipana al ritmo disarticolato della parodia e dei tanti tic del comandante, ingarbugliandosi nei segreti del paese piccolo dove chiunque è parente o amante di chiunque altro, Dumont punteggia la commedia di dramma, prendendo sul serio entrambi i registri.
Tra Epstein e David Lynch, passando per il feuilleton di Feuillade,
P'tit Quinquin racconta un mondo arcaico e presente, in cui si urla ancora dietro ai bambini e il razzismo miete le vittime più innocenti. Un'opera spiazzante e irresistibile, come un funerale durante il quale non si può fare a meno di ridere fino alle lacrime.
Se dovessi recensire P'tit Quinquin con leggerezza, direi che è stata una visione davvero molto bella e sapendo di sottoscrivere il parere di molti, probabilmente mi fermerei qui, ma se invece trovassi il tempo per aggiungere qualcos’altro oltre all’ovvietà di questa bellezza già dichiarata, direi che in questo teatrino in quattro atti vi è stato messo dentro [...] Vai alla recensione »