Anno | 2007 |
Genere | Commedia, |
Produzione | Italia |
Durata | 102 minuti |
Regia di | Mimmo Calopresti |
Attori | Paolo Briguglia, Elena Bouryka, Lele Nucera, Lorenzo Di Ciaccia, Diego Abatantuono Nino Frassica, Valeria Bruni Tedeschi, Donatella Finocchiaro, Gérard Depardieu, Nathalie Rapti Gomez. |
Uscita | venerdì 16 novembre 2007 |
Distribuzione | Cinecittà Luce |
MYmonetro | 2,65 su 8 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Tutti sognano il cinema. E nel bellissimo borgo di Diamante, in Calabria, un gruppo di quattro giovani amici ha finalmente il coraggio di girare un film e, così, di sconvolgere la vita della cittadina. In Italia al Box Office L'abbuffata ha incassato nelle prime 7 settimane di programmazione 150 mila euro e 79,4 mila euro nel primo weekend.
CONSIGLIATO NÌ
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Diamante è una piccola località della Calabria la cui unica peculiarità è l'assenza di qualsiasi avvenimento degno di essere raccontato. I tre giovani protagonisti del film, che sognano di sfondare nel mondo del cinema, lo sanno bene. Così come sanno bene che non sarà facile portare a termine il loro cortometraggio, frutto di una storia d'amore - sognata per trent'anni - fra una vecchia zia e un giovane emigrante sparito nel nulla. Nella frenetica ricerca di un attore, i tre - accompagnati da una spigliata fanciulla in cerca di successo - si spingeranno fino a Roma, dove scoprono sulla loro pelle che le amicizie, i contatti e le conoscenze, contano molto di più della voglia di fare. Matrimoni e funerali, partenze e ritorni, forse addii.
L'inno della provincia di Mimmo Calopresti è un'operazione ardimentosa, il cinema che parla di cinema ha perso fascino, non ha più appeal, eppure, dopo aver visto questi tre giovani aspiranti registi affannarsi per portare a termine il loro film, si ha l'impressione di aver visto qualcosa di nuovo, di vitale, di genuino. Questa abbuffata di cinema, vissuta nei suoi luoghi e raccontata dagli occhi dei suoi personaggi dividerà forse la critica, ma rappresenta bene il desiderio atavico di un cinema che ogni tanto ricorda a se stesso i propri vizi e le proprie virtù, parlando di ciò che è stato e di ciò che sarà, con il tocco leggero della commedia all'italiana che non esiste più: non per decorrenza dei termini, ma per manifesta incapacità dei nostri registi contemporanei.
Calopresti no, conosce bene i rischi del caso, li evita tutti e, quando proprio non ne può fare a meno, ammicca quasi scusandosene. Critica feroce al sistema televisivo che fu già del Fellini di Ginger e Fred, non a caso i personaggi divi dei reality show vengono descritti come corpi senza materia, anime votate al delirio di onnipresenza.
La pellicola ricorda di tanto in tanto che ognuno ha i suoi ruoli e le sue competenze, ma rovesciarli è una deriva inevitabile. Registi che fanno gli attori, attori che fanno i registi, critici - televisivi e non - che farneticano dall'alto di un pulpito inesistente. Il viaggio a Roma, nei luoghi sacri del cinema, ormai templi della peggiore delle degenerazioni sociali (la cosiddetta tv), porta a un affrettato rientro a casa.
Ma nulla è perduto: il sud, il sole e il gusto per la buona tavola, convinceranno un grandissimo attore - nientemeno che il divo Depardieu - a recarsi lì in pellegrinaggio per permettere ai tre giovani di coronare il loro sogno. Nella speranza che l'abbuffata, cosi com'è, non si trasformi in bulimia. Delizioso.
L'ABBUFFATA disponibile in DVD o BluRay |
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Un regista scappa nella bellissima Diamante per assecondare il suo ego snob, cosa che lo porta a "confrontarsi" con i paesani durante dei periodici cineforum. Tra gli indigeni tre giovani decidono di girare un cortometraggio per far vedere al "maestro" quanto valgono e nella loro confusa ricerca del metodo discriminano tra due voci di coscenza:il regista bucolico e un attore mondano [...] Vai alla recensione »
Un film discontinuo, un pasticcio troppo condito. Le premesse del film si sfaldano, disperdendosi in una serie di "divagazioni" poco credibili ed inefficaci. Film presuntuoso ed autocompiaciuto che vorrebbe anche omaggiare la Calabria, ma che ci riesce a metà :( La domanda che nasce spontanea è come sia riuscito a coinvolgere alcuni attori di grosso calibro, ma anche come sia riuscito a mal gestire [...] Vai alla recensione »
E ' di maiale l'"Abbuffata", non di celluloide. Un vero banchetto di paese (specialità locali) allestito solo per i protagonisti, e chi è invitato ad assistere rimane coi languori. Sulla costa meridionale della penisola, a Diamante, tre giovani cercano un attore di richiamo per filmare una storia d'amore, sognata per trent'anni, fra una donna sola e un emigrante.
Uno degli spunti più abusati del cinema riesce a trasformarsi in un estroso balletto sulla nostalgia delle radici. Del resto Mimmo Calopresti sa benissimo che il sogno di «fare un film» produce overdosi di velleitarismo; trapiantando, così, insieme a Monica Zapelli «L'invito» di Mahmoud Iden nelle natie atmosfere calabresi, sceglie di mantenere lo sguardo e il tono asciutti e lievi, con la macchina [...] Vai alla recensione »
Si dà il fatto che siamo sempre qui a lamentarci del nuovo cinema italiano programmaticamente asfittico, inesorabilmente esangue, strutturalmente privo di ambizioni. E adesso ci tocca ribellarci di fronte a un film fasullo, dalle ambizioni gonfiate, dalla leggerezza forzata, perennemente ciarliero. L'abbuffata di Mimmo Calopresti vorrebbe essere un divertito ritratto del cinema d'oggi, sospeso tra [...] Vai alla recensione »
Gérard Depardieu è quello che si abbuffa: ospite d'onore a un banchetto in piazza, mangia, beve, mangia, mangia. Si sente male, entra in casa, s'abbandona su un divano e muore. Diego Abatantuono è la rinuncia orgogliosa: regista d'un primo film di successo, s'è ritirato al paese dove è nato senza sfidare oltre la fortuna. Nino Frassica, insegnante d'inglese, invano si fa biondo per il cinema; Steve [...] Vai alla recensione »
Con facile ironia verrebbe da dire che quella di Mimmo Calopresti è un'abbuffata di ambizioni. Dietro un'apparente modestia da filmino fatto in casa. Paesino calabrese, tre ragazzi appassionatamente aspiranti al cinema, un regista deluso (Abatantuono) che è finito lì in volontario esilio, un attore cialtrone (Calopresti) che dal paesino è partito e torna da Roma per visitare l'amico.
La piccola abbuffata di Mimmo Calopresti – senza offesa, solo per distinguerla dalla Grande abbuffata di Marco Ferreri – fa stramazzare un Gérard Depardieu satollo davanti alla televisione che trasmette il solito brunovespa e il solito reality show. Si potrebbe per pari opportunità vedere uno che fa indigestione davanti a Michele Santoro, la prossima volta? O a Daniele Luttazzi, adesso che è tornato [...] Vai alla recensione »
Conduttore di reality nell'Abbuffata, Stefano Della Casa - animatore del programma di Radiotre, Hollywood Party - è il più brillante apporto della Piemonte Film Commission, da lui stesso presieduta, a questo film dell'immigrato calabrese a Torino Mimmo Calopresti. L'abbuffata - direte allora - si svolge in Piemonte. Invece no, si svolge a Diamante, Calabria, dove nacque Calopresti, e a Roma ed è forse [...] Vai alla recensione »