Titolo originale | Inland Empire |
Anno | 2006 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | USA, Polonia, Francia |
Durata | 172 minuti |
Regia di | David Lynch |
Attori | Laura Dern, Jeremy Irons, Justin Theroux, Harry Dean Stanton, Julia Ormond, Diane Ladd William H. Macy, Laura Harring, Jordan Ladd, Stanley Kamel, Mary Steenburgen, Karolina Gruszka, Jan Hencz, Krzysztof Majchrzak, Grace Zabriskie, Ian Abercrombie, Karen Baird, Bellina Logan, Amanda Foreman, Peter J. Lucas, Cameron Daddo, Jerry Stahl. |
Uscita | venerdì 9 febbraio 2007 |
Tag | Da vedere 2006 |
Distribuzione | Bim Distribuzione |
MYmonetro | 3,68 su 29 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 20 dicembre 2016
La storia di un mistero. Il mistero di un insieme di mondi che si svelano intorno a una donna. In Italia al Box Office Inland Empire - L'impero della mente ha incassato nelle prime 10 settimane di programmazione 340 mila euro e 82,5 mila euro nel primo weekend.
CONSIGLIATO SÌ
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Un'esperienza. Inland Empire di David Lynch non è un film organico, lineare, comprensibile, con un inizio e una fine definibili tali, ma è innanzitutto un'esperienza sensoriale. Un flusso di pensiero libero di un artista, che non richiede spiegazioni, ma solamente intuizioni, emozioni personali, positive o negative che siano. Si potrebbe parlare di mondi paralleli, di realtà e finzione che si fondono, si incontrano, si abbandonano, di cinema e televisione (e di pellicola e digitale), del concetto del Tempo, non sequenziale, "random" e assoluto. Si potrebbe anche analizzare il film nei dettagli dei frammenti che compongono la storia. Si potrebbe anche non giudicare, e semplicemente sentire, subirne il suo effetto. Inland Empire, infatti, per la lunga durata (172 minuti di Lynch, in ogni caso, mettono a prova anche i suoi fan), è uno straordinario bombardamento di immagini e suoni, ai quali lo spettatore non può non reagire. La perdita dell'orientamento che ne consegue provoca una totale apertura verso ciò che è sullo schermo, generando le emozioni a cui abbiamo fatto riferimento in precedenza. Lo si può amare, odiare, rifiutare, non giustificare. Paradossalmente, in riferimento al giudizio di valutazione potrebbe valere una stella, tre stelle, cinque stelle. Il sospetto che un'opera simile sia un divertissement di Lynch stesso, non va tralasciato. Anche se fosse, comunque, il risultato sarebbe il medesimo, perché di questi tempi uscire con una sensazione violenta, da una sala è sempre più raro. Inland Empire è un'esplorazione, un esperimento, un varcare i confini noti e verificarne la possibilità e i limiti. Fra dieci anni, chissà, sarà considerato un capolavoro.
INLAND EMPIRE - L'IMPERO DELLA MENTE disponibile in DVD o BluRay |
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Inland Empire è un film sul cinema. Sulla capacità del cinema di coinvolgere e farsi coinvolgere. Laura Dern esce dallo schermo e l’abbraccia; ci abbraccia. Esce e noi entriamo. E quando entriamo portiamo dentro tutto noi, quando entriamo diventiamo parte del film. Così il film prende pieghe inaspettate, si carica delle nostre pulsioni, paure, emozioni… cambia; [...] Vai alla recensione »
david lynch è a mio parere il regista piu libero e liberante dei registi ancora in vita. il suo ultimo capolavoro,perchè si tratta di un'opera di una bellezza che non ha euguali,anche se purtroppo non tutti riescono a vederla, è un film che ci fa capire quanto e vasto l'impero della nostra mente. Infatti il film ad una prima visione non sembrerebbe avere una vera logica,ma guardandolo piu volte si [...] Vai alla recensione »
Salve a tutti. Ho a che fare con il film in questione già da cinque anni, e nonostante la mia tenera età dei tempi in cui lo scoprii (quattordicenne/neo-quindicenne), lo apprezzai sin dal primo fotogramma; sin dal primo istante dell'avvio della sua splendida (e sfuggente) colonna sonora. Questo film, a parer mio non va capito. La prima volta basta osservarlo; la seconda deve essere [...] Vai alla recensione »
Che Lynch sia un folle (in senso positivissimo) credo sia più o meno universalmente riconosciuto, perciò il film non poteva che essere folle anch'esso (ma stavolta in senso purtroppo piuttosto negativo). Diciamola tutta, ha voluto strafare, ha esagerato, ha fatto il cazzone (stavolta davvero troppo). Questo film non ha senso, o forse ha tutti quelli che si trovano sui forum online, il che significa [...] Vai alla recensione »
Come e più dell’altro film di Lynch che ho avuto modo di vedere (Mulholland Drive), in Inland Empire vediamo una trama che da lineare o solo vagamente misteriosa si trasforma in un buco nero di scene spezzate, frammenti di una storia che è tante storie, che si distendono su una pellicola di circa tre ore e sembrano riflettere continuamente decine di trame, momenti e personaggi [...] Vai alla recensione »
Commento personale. Dopo l'introduzione al film il regista catapulta lo spettatore nel suo universo. Onirico, surreale e denso di significati simbolici. Nessuno si aspetti una trama lineare, e tantomeno pensi di averci capito qualcosa senza conoscere i capolavori di David Lynch. Numerosi i richiami dei suoi precedenti lavori, come 'Darkened Room' per la bruciatura di sigaretta, o per la Sit-com 'Rabbits', [...] Vai alla recensione »
Linch smonta il mondo costruito dalla mente ordinaria, squarcia il velo di Maya e ce lo mostra nudo, ovvero come un’accozzaglia di immagini senza senso e senza tempo. D’obbligo il riferimento a Pirandello, a Sei personaggi in cerca d’autore, per il rapporto ambiguo e reciprocamente trasmutante tra realtà e finzione, a Persona di Bergman per la trasposizione dell’inconscio in celluloide, a L’innominabile [...] Vai alla recensione »
Incomprensibile, allucinato, allucinante, eppure perfetto. "INLAND EMPIRE - l'impero della mente" è un'esperienza. Non cerca di avere un senso, ma lascia che ognuno trovi il suo significato. Non si lascia raccontare, ma fa vivere emozioni. Non si lascia seguire, ma ti trascina in un vortice di sequenze oniriche, da sogno, da incubo.
Una famosa attrice (Dern) di Hollywood deve girare un film importante. A una riunione però scopre che il film altro non è che un remake di un film mai terminato, a causa della morte di alcuni membri del cast. La donna è in pericolo: non sa perché ma ne è certa, grazie anche all’inquietante rivelazione di una vicina di casa (Zabriskie).
Folle serie di complessi flashback il cui filo conduttore consiste nella relazione tra Nikki, il personaggio del film da lei interpretato e una ragazza che guarda una TV nella quale si dipana la vicenda dell’attrice. Come al solito non aspettiamoci un film facile, se dietro la cinepresa c’è il maestro del delirio cinematografico (David Lynch) non ci si può aspettare di perdere due ore stravaccati [...] Vai alla recensione »
Una prostituta sottomessa, un uomo in ardente ricerca di un ingresso, una ragazza in lacrime davanti al televisore. Sono queste le premesse che introducono all'impervio mondo dell'attrice Nikki Grace, la cui carriera sta per avere una svolta. Una misteriosa vicina le fa visita, frammentando ogni concezione di spazio e tempo tramite un discorso apparentemente privo di logica; i presupposti [...] Vai alla recensione »
Lynch cerca la perfezione stilistica ma trova solo le legnate che gli darebbero quelli che non hanno voglia di godersi "esperienze visive" (come si suol dire essenzialmente di tutte le sue pellicole) per tre ore senza una trama facile da spiegare (sento già le voci dei suoi detrattori: "trama?"). Polonia degli anni '50: una prostituta viene picchiata.
Ripensandoci bene, pur sostanzialmente senze rinnegare una virgola di quello che ho già scritto nel precedente commento, un merito questa pellicola ce l'ha avuto. Trovo infatti che ci sia un'analogia interessante fra la musica dodecafonica e questo film e ciò mi ha stimolato molto ad approfondire una tematica che avevo lasciato pendente da parecchio tempo.
Senza aver la presunzione di recensire il film, proverò solo ad esprimere un po' delle tante sensazioni che mi ha lasciato. La ripetizione di immagini e oggetti nella filmografia di Lynch è ricorrente, ma in INLAND EMPIRE è ampliata al massimo e ci ritroviamo circondati da abat-jour rosse soffuse, tende porpora, luci blu, teatri, petti rossi, la presenza di 2 donne, mora e bionda e molti altri che [...] Vai alla recensione »
Il classico film che manda in visibilio cinefili (molto) snob e mistici laici, ma solo sui Forum ... poi nel privato delle rispettive abitazioni mai si sognerebbero di buttare tre ore di vita per rivedere roba simile. Va detto che il film ha delle qualità, le stesse che hanno reso Lynch (piaccia o no) un grande maestro del cinema: la capacità di creare atmosfere irreali che [...] Vai alla recensione »
Ho visto il film basandomi sul raiting il tiolo mi suggeriva genere film: trip mentale.. Però dopo averlo visto ho realizzato di non aver visto un film ma bensì di essere montato sul trenino di Gardaland per un'attrazione a cui nn ero preparato e forse non volevo nemmeno assistere come la donna di fronte allo schermo che piangeva o come quella che ipnotizzata veniva spogliata di tutte le sue certezze [...] Vai alla recensione »
Sconvolgente, fenomenale, unico nel suo genere. Ancora una volta Lynch è andato ad oltrepassare tutte le frontiere, come pochi altri registi nella storia sono riusciti a fare. Un cocktail cinematografico di quasi tre ore che stordisce, frastorna, lascia spiazzati e confusi, inducendo i meno degni ad abbandonare la pellicola dopo meno di un'ora o a finirlo tutto per poi restare [...] Vai alla recensione »
INLAND EMPIRE – L’impero della mente ***** Produzione: USA 2006 Genere: Grottesco, Drammatico Attori principali: Laura Dern, Justine Theroux, Jeremy Irons, Julia Ormond, Harry Dean Stanton Regia: David Lynch Trama: Nikki (Dern) riceve la visita di una vicina che le mostra come sarà il suo giorno di domani: ha appena avuto la parte in un film che scopre essere maledetto.
il piu onirico film di lynch.una grande esperienza
Amo Lynch, ma sinora ho sempre evitato di scrivere un commento su questo film. La recensione in copertina di MyMovies mi trova completamente d'accordo. È una pellicola talmente piena di simbolismi, flashback, salti temporali e viaggi allucinati e onirici, da rendere impossibile qualsiasi approccio logico. È la massima espressione di un film a scatole cinesi, tale da far sembrare Mulholland [...] Vai alla recensione »
Inutile raccontare il film perché racconto non c'è. Mi concentrerò dunque su una spiegazione del critico che commenta il film fra gli extra del dvd. Vorrei analizzare punto a punto le varie argomentazioni. Parlando dell'incomprensibilità con la quale il film è stato percepito, il critico suggerisce: il film non deve essere compreso e vissuto come percezione cognitiva e razionale, ma vissuto come [...] Vai alla recensione »
Troppe interpretazioni rovinano un film capolavoro. Eppure, basta semplicemente ricordare che la mente di una persona (e di una donna in particolare...) lavora per sequenze. Ecco, allora, chiaro il significato di tante scene magari inaccostabili: i "polacchi", che ricordano il momento oscuro dei gialli all'Agatha Christie, il momento di analizzarsi ed ecco il confronto con lo psicologo, un matrimonio [...] Vai alla recensione »
sta cosa che "Questo capolavoro non è per tutti" mi ricorda molto i commenti dei talentuosi dell'astrattismo che osservando quadri di Picasso davano mille spiegazioni diverse per apparire grandi intentitori. Io sono un grandissimo estimatore di David Lynch ma questo film non mi è piaciuto. Non mi vergogno a dirlo e non accetto lezioni da nessuno.
Il tempo ha sempre ragione. Dieci anni dopo il film pare vecchissimo, il più datato del regista. La fotografia sembra quella di un porno e la mancanza di una direzione narrativa poco più che un vezzo autoriale. Brutto e basta.
Un film di Lynch difficilmente lascia la possibilità di rimanere dentro giudizi moderati, ti richiede una totale adesione al suo mondo. Il risultato è che lo si può solo amare o odiare. Non si tratta di lasciarsi trasportare dentro di esso senza ciedersi nulla, come molta critica ha detto: il filo conduttore c'è e come.
Volevo solo dire che dispiace sapere che c'è altra gente come me che ha visto questo film. Non capisco come abbiano fatto gli attori e tutto il cast a voler prendere parte ad una storia cosi malata. Perchè il punto è che questo film è malato come il regista. Metto 2 stelle per l'audio e qualche ripresa...però...non si può...
Inland Empire non è un film. E' la farsa più grande che Lynch potesse fare,un buco nell'acqua,quasi come se volesse buttar via,con un colpo solo,i vari Mulholland Drive,Velluto Blu,Strade Perdute,e a momenti ci riesce pure. Salvabili 40 minuti circa nei quali sembra un buon thriller,cosa che non è comunque,quando riesce a trasmettere angoscia e a farti quasi sobbalzare [...] Vai alla recensione »
...continuo a considerare "inland empire" un film-ripetizione di "mulholland drive" dove Lynch perde del tutto di vista la necessità di comunicare attraverso le narrazioni: è interessante la riflessione metafilmica, poi vedo solo una Laura Dern più impaurita che se fosse inseguita da un tirannosauro. Mi fa sempre lo stesso effetto, guardo lo schermo e mi viene [...] Vai alla recensione »
Davvero peccato, il ritorno da Mullholand Dr. e il bellissimo Rabbits, Lynch sfodera uno dei suoi film peggiori, anche per un suo fan accanito. Lynch mi ha tradito. Prima di vedere questo film l'ho sempre difeso dagli altri fan e da alcuni critici. Sto parlando dei signori che ogni volta che il Maestro scoreggia dicono che il film è onicirico (ma dai.
Bel paciugo, non lascia spazio ad altro che ai conati di vomito. Sono in causa con Lynch per la retribuzione delle 3 ore che ho perso.
Se per caso qualcuno nutrisse ancora dei dubbi sulla natura di grande marginale di David Lynch nel panorama cinematografico americano contemporaneo, dopo la visione dell'ultimo, gigantesco, grandioso Inland Empire, avrà messo da parte ogni dubbio. Nel senso che Lynch ha messo a lato il suo essere, per l'appunto, al lato del grande star system: è andato oltre, senza timore di nulla.
La doppia vita di Laura Dern. Divisa in due ruoli, l'attrice-feticcio di Lynch in Inland Empire è una donna dalla vita miserabile, che segue in Polonia una serie televisiva con personaggi dalle teste di conigli, e un'attrice californiana impegnata nel remake di un film rimasto incompiuto per ragioni misteriose. Detto ciò, il soggetto di Inland Empire è difficile da riassumere: le scene sembrano slegate [...] Vai alla recensione »
Una lama di luce attraversa lo schermo nero, scendendo da destra verso sinistra. Intanto, sulla platea incombe un rumore sordo e battente, come se quella luce venisse dal faro che un elicottero punta verso il suolo. Ma potrebbe anche trattarsi della luce e del rumore d'un proiettore cinematografico, incupito e trasformato in un occhio che scruta e minaccia.
Sembrerebbe poco, ma forse è molto. Con questo titolo possono riaccendersi i fatidici, virulenti duelli tra spettatori e cinéfili: come succedeva in un film dell'antico Moretti, gli identici argomenti vengono utili sia per chi amerà il film, sia per coloro che lo detesteranno profondamente. Una cosa, però, è certa: chiunque al cinema richieda innanzitutto chiarezza e coerenza non è invitato all'evento. [...] Vai alla recensione »
Ci vuole un bel coraggio nel 2007 a girare un film di 168 minuti. E ci vuole anche un bel coraggio ad andare a vederlo. Soprattutto se qualcuno ti sussurra prima nell'orecchio che il film in questione non racconta una vera e propria storia: è un esperimento, un mosaico di piani narrativi che solo raramente si intrecciano in modo comprensibile, molto più spesso seguono i dettami di una apparente casualità. [...] Vai alla recensione »
Jackson Pollock dipingeva su grandi tele stese sul pavimento, sulle quali schizzava ghirlande di colore; Piet Mondrian tracciava sulla tela linee geometriche, componendo rettangoli che a volte venivano riempiti di colori brillanti, a volte rimanevano bianchi. Nessuno di noi, davanti a un Pollock o a un Mondrian, si chiederebbe «cosa significano», anche se le interpretazioni più varie potrebbero venire [...] Vai alla recensione »
Avviso agli spettatori di buona volontà (gli altri stiano alla larga): Inland Empire non somiglia a nulla, neppure, o solo in parte, agli altri film di Lynch. Forse non è neanche un film ma un oggetto mutante, debordante in tutto (3 ore), angoscioso e gioioso insieme. Irritante se ci si ostina a cercare una logica che unisca le sue mille facce (logica di cui Lynch peraltro si ostina a sostenere l'esistenza) [...] Vai alla recensione »
Nel film più misterioso e decostruito, David Lynch torna alle proprie origini (Eraserhead) d'un cinema-cinema: senza una storia avviata verso la conclusione, senza psicologia dei personaggi, senza sociologia né politica né sentimenti, senza logica. Il titolo Inland Empire è il nome d'una zona residenziale ai margini di Los Angeles e può anche indicare il vasto mondo interiore: come nel caos della mente [...] Vai alla recensione »
Sogno a occhi aperti sulle notti di Los Angeles piene di allucinazioni dove penetriamo provando sensazioni uniche. Enigmatica ingerenza nella psiche dei personaggi, dei quali a poco a poco lo spettatore entra obliquamente a far parte, il film in digitale, in 2 ore e 48', racconta di un'attrice di Hollywood (Laura Dern) sul set del sequel di un film mai finito perché i due protagonisti furono assassinati. [...] Vai alla recensione »
Non ci sono mezze misure. Inland Empireè un capolavoro. E troverete molti che vi diranno il contrario. Perché le tre ore in cui David Lynch si lancia in un gioco metacinematografico di scatole cinesi tra finzione e realtà, sono quelle di un Pirandello selvaggio e irriverente, di un artista della macchina da presa (anche digitale, come in questo caso) che si lancia con la massima libertà in un'esperienza [...] Vai alla recensione »
Immaginatevi di trovarvi in un labirinto di immagini, suoni. Di incubi. E di aver attorno alcuni cartelli che indicano exit, uscita, ma tutto vi porta a stare dentro, a continuare a perdervi. Fino alla fine. Che forse è la morte o forse l'inizio di un nuovo labirinto. Questo e anche qualcosa di più forte è la sensazione che lascia dentro l'ultimo film di David Lynch, Inland Empire, presentato ieri [...] Vai alla recensione »
Disperati, i compilatori del pressbook sono riusciti a scrivere soltanto tre righe della cosiddetta trama: «Il mistero di un mondo all'interno di altri mondi che si svela intorno a una donna innamorata e in pericolo». Colpo grosso della Mostra, che ha strappato il film a Cannes proponendo il Leone d'oro alla carriera al regista, Inland Empire è un'opera «ultima», complessa come un quadro apocalittico [...] Vai alla recensione »
Inland Empire è una zona residenziale ai margini di Los Angeles, ma è anche il vasto mondo interiore. Il più difficile dei film di David Lynch, almeno sinora, è incomprensibile: brandelli di fatti del passato e del presente, una donna in pericolo (è Laura Dern di Cuore selvaggio), un film nel film con il regista impersonato da Jeremy Irons, una sceneggiatura decostruita, un amore adulterino.
Se Inland Empire fosse stato messo in concorso all'ultima edizione del Festival di Venezia (invece del Fuori concorso) avrebbe potuto ricevere il Leone d'Oro. Il suo regista, David Lynch, nella stessa edizione ha preso invece il meritato Leone alla carriera, ma ricordiamo ancora il commento della presidentessa della giuria, Catherine Deneuve, che ancor prima di assegnare i premi, fuori dal rituale [...] Vai alla recensione »
Per David Lynch INLAND EMPIRE (l'autore prega di scriverlo tutto in maiuscolo) sembra una sorta di ritorno sul luogo del delitto, ovvero sul primo lungometraggio, Eraserhead, la mente che cancella, che qui il regista americano rivisita con i mezzi offerti dal duttilissimo digitale. Nel suo nuovo film Lynch torna nella luminosa Los Angeles, dove filmò anche Mulholland drive, eppure il sole lo si avverte [...] Vai alla recensione »
C'è una donna in pericolo. C'è un mistero. C'è un film nel film. Questi gli scarni elementi che David Lynch lascia trapelare nelle sinossi che hanno accompagnato la presentazione del suo film a Venezia. Insieme alla nota di produzione, che sottolinea che nemmeno lui conosceva in anticipo e nei dettagli lo sviluppo narrativo della storia di Nikki e Susan (Laura Dern in entrambi i casi), del suo partner [...] Vai alla recensione »
Andrebbe messo in palio un premio in più. A chi sa raccontare il film di David Lynch Inland Empire, fuori concorso perché il regista è il Leone alla carriera di questa edizione. Chi ha capito la trama? L'adorato regista di Una storia vera, di Cuore selvaggio e Velluto blu (dagli ultimi due proviene la protagonista Laura Dern), in Italia anche per tenere a Roma e Milano (8 e 11) due conferenze per parlare [...] Vai alla recensione »
Chiunque richieda chiarezza & coerenza della trama si astenga dal festeggiare David Lynch. Incoronato ieri sera Leone d'oro alla carriera, il cine-guru di Velluto blu e Cuore selvaggio ha tenuto fede alla sua fama recapitando ai festivalieri una vera e propria bibbia aristico-ideologica: INLAND EMPIRE, rigorosamente scritto a lettere maiuscole, sciorina, infatti, lungo circa tre ore il puzzle affascinante [...] Vai alla recensione »
Il genio del Montana, al suo primo confronto con il digitale, mescola il mistero incombente di Twin Peaks al melodramma acido sul mondo hollywoodiano di Mulholland Drive, per dipingere uno stupefacente road-movie interiore. Un'esperienza sensoriale nei mondi paralleli delle paure inconsce e della fiction cinematografica che nel suo rimescolare lo spazio e il tempo, ci lascia senza guida in un labirinto [...] Vai alla recensione »
C'è una porta in fondo alla stanza che si apre su un altro spazio mentale, e mentre stai recitando la tua parte e hai perimetrato il tempo presente, ecco che ti distrai... David Lynch ha raggiunto il suo obiettivo in INLAND EMPIRE (scritto a lettere maiuscole) fuori concorso visto che riceverà qui al Lido il Leone alla carriera. Strano premio per un regista che combatte dalla parte del cinema, e pretende [...] Vai alla recensione »
Ritorniamo immediatamente sul Inland Empire di Lynch, già film del mese di Visioni da Venezia, perché abbiamo rischiato di non vederlo, questo film. Troppo diverso, troppo lynchiano, troppo aperto, per rientrare nella promozione merceologica che oggi in Italia continua impunemente a fregiarsi del titolo di cultura (cinematografica e non). E la tentazione di farlo sparire è stata davvero forte.
Pensavate che Mullholland Drive fosse un rompicapo inestricabile? Preparatevi: è una passeggiata rispetto a INLAND EMPIRE , il nuovo film di David Lynch che con le sue tre ore enigmatiche, surreali, totalmente spiazzanti si è abbattuto ieri sulla Mostra lasciando gli spettatori tramortiti e intimiditi, alla ricerca disperata quanto vana di risposte.
Una donna tutta sola. Una grande, lussuosa abitazione; persone strane che entrano ed escono spesso inquadrate con un grandangolo che ne deforma i volti. Ma che cosa succede in Inland Empire, di David Lynch? Perché, pur non capendo bene lo svolgersi, delle vane vicende che s'intrecciano, si sovrappongono si scontrano, sentiamo un senso di inquietudine che non si scioglie quasi mai? Un film bel film, [...] Vai alla recensione »
Il Leone d'oro alla carriera a David Lynch. Con l'occasione, la presentazione del suo film più recente, Inland Empire, naturalmente fuori concorso. Chi si aspettava gli accenti lucidi del cinema verità così vividi in una «Storia vera» rimarrà deluso. Ed anche chi ricordava le cifre thriller così travolgenti di Mulhollan Drive, visto solo pochi anni fa.
Inland Empire (fuori concorso) che dà il titolo al nuovo film di David Lynch, Leone d'oro per una carriera più unica che rara, è una zona residenziale ai margini di Los Angeles, come Mullholland Drive era un viale dalla stesse parti. Cinque anni dopo. l'opera di Lynch è incomprensibile: brandelli di fatti del passato e del presente, una donna in pericolo che è Laura Dern di Cuore selvaggio, un fIlm [...] Vai alla recensione »
È il film di David Lynch visto l'estate scorsa alla Mostra di Venezia quando, a mio parere senza veri meriti, è stato attribuito al suo regista addirittura il Leone d'oro alla carriera. Chi pensava di trovarvi gli accenti lucidi da cinema verità così vividi in una Storia vera rimarrà deluso. Ed anche chi ricorda le cifre thriller così travolgenti di Mulholland Drive, visto solo pochi anni fa.
Lo so, la coerenza è la virtù dei cretini, come affermava Oscar Wilde: so che è lecito e anche fruttuoso contraddirsi, dare voce e sfogo alle tante personalità che trovano albergo dentro ognuno di noi. E quindi, ad esempio, è ingiusto condannare il comunista che vive da nababbo, perché lui mica crede nella miseria, anzi, proprio il contrario, si augura una vita festosa per tutti quanti, a cominciare [...] Vai alla recensione »
Tra l'immenso capolavoro, che sarà apprezzato in tutta la sua complessità solo tra una decina di anni, e la bufala colossale, smascherabile da subito, propendiamo per la seconda ipotesi. Il digitale con i suoi bassi costi ha fatto male a David Lynch. Se avesse dovuto cercare i soldi necessari per girare un simile delirio in pellicola, sarebbe ancora con la manina stesa.