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Novità in dvd: match insolito tra Lynch e Stallone

Dalla fluviale e disturbante riflessione di Lynch al ritorno emozionante di Rocky.
di Paola De Rosa

Il delirio di un genio

mercoledì 11 luglio 2007 - News

Ad allietare le calde serate estive ci pensa l'offerta home video di luglio, ricca e variegata.
Le due uscite maggiori rappresentano al meglio la faccia autoriale e quella popolare del cinema d'oltreoceano. Parliamo di Inland Empire di David Lynch e di Rocky Balboa di Sylvester Stallone. Del film di Lynch è stato scritto tutto e il contrario di tutto: 172 minuti di delirio visionario, geniale riflessione sul cinema nel cinema e narrazione che più libera e frammentaria non si può; ma anche presuntuosa involuzione per un autore che non ha più nulla da dire e irritante mancanza di sintesi favorita dal basso costo del digitale. Chi ha ragione? Noi propendiamo per gli entusiasti, a ogni modo ben venga un cinema che pensa in grande e ancora divide e fa discutere.

Una scommessa vinta per Stallone
Quanto al ritorno del sessantenne Stallone sul ring e dietro la macchina da presa per "riesumare" un'icona nella quale si identifica totalmente... non ci credeva nessuno, e invece la scommessa è stravinta. Sesto e definitivo capitolo della saga del pugile di Philadelphia (dopo le imbarazzanti parentesi reaganiane e l'opaco quinto episodio), Rocky Balboa colpisce al cuore grazie a un protagonista provato ma mai patetico, ancora fiero e combattivo, fedele alla famiglia, agli amici e a valori "obsoleti" come la lealtà. Retorico? Moralista? Eccome! Nel senso più onesto e commovente del termine.

Due horror per l'estate
Per i patiti dell'horror il menu riserva due proposte assai disuguali. Una boccata d’aria fresca è Them, produzione francese ambientata in Romania: una casa isolata di notte, una coppia braccata da una minaccia oscura. Tutto già visto, d'accordo, ma la suspense e il panico sono resi a partire da elementi basilari, tanto più terrificanti in quanto non esibiti e lontani dallo splatter sterile tanto in voga oggi. Non lo stesso si può dire purtroppo di Hannibal Lecter - le origini del male, imbarazzante excursus nell'infanzia e nell'adolescenza del cannibale intellettuale reso immortale da Anthony Hopkins nel Silenzio degli innocenti. Un film inutile e grossolano che raschia il fondo del barile al pari del romanzo di Thomas Harris da cui è tratto, rasentando spesso il comico involontario (una Gong Li che bamboleggia quasi fosse la Bellucci...).

Cinema e musica
La musica, infine, fa da comune denominatore a due film di genere e target molto diversi. Step Up, onesta storiella danzante di amore adolescenziale e riscatto sociale a suon di R'n'B, piacerà ai sedicenni. Quelli che alla loro età si scatenavano con Dirty Dancing, oggi quarantenni, "ripiegheranno" volentieri sulla divertente romantic comedy Scrivimi una canzone, in cui comunque non mancano simpatici riferimenti musicali. Hugh Grant come ex popstar degli anni Ottanta è al suo meglio, ben supportato dalla sciroccata Drew Barrymore. Occhio al videoclip-parodia dei titoli di testa, con Grant cotonato che ancheggia e gorgheggia su patinate note elettroniche: da convulsioni.

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