Inland Empire - L'impero della mente |
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Un film di David Lynch.
Con Laura Dern, Jeremy Irons, Justin Theroux, Harry Dean Stanton, Julia Ormond.
continua»
Titolo originale Inland Empire.
Drammatico,
durata 172 min.
- USA, Polonia, Francia 2006.
- Bim Distribuzione
uscita venerdì 9 febbraio 2007.
MYMONETRO
Inland Empire - L'impero della mente
valutazione media:
3,74
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Un’autarchica catarsidi giorgio camisaniFeedback: 0 |
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domenica 11 novembre 2007 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Un uomo ed una donna entrano in una stanza e parlano in polacco: dai loro discorsi si intuisce che si tratta di un incontro sessuale e che la donna potrebbe essere una prostituta. Una ragazza (Lost Girl, Ragazza Perduta), seduta su un letto, piange, mentre guarda alla televisione una sitcom interpretata de tre conigli antropomorfi. In un quartiere residenziale alle porte di Los Angeles, un'attrice di nome Nikki riceve la visita di un’inquietante vicina, che le preannuncia eventi nefasti riguardanti il suo prossimo film. Prima delle riprese, anche il regista informa i protagonisti che sulla storia, da cui è tratta la sceneggiatura originaria del film, incombe un’antica maledizione. Le riprese hanno inizio e Nikki sprofonda in un lungo incubo a spirale, un viaggio catartico nei meandri dello spirito, caratterizzato dalla paura e dall’inevitabilità del male, e costruito attraverso la destrutturazione di ogni possibile linearità e definibilità. Si assite così ad una serie di frammentazioni e sdoppiamenti a diversi livelli: di scene, di identità dei personaggi, di luoghi (tra Hollywood e la Polonia), di tempi e di sguardi. Ed ecco il lieto fine: si torna alla Ragazza Perduta, che dopo aver sofferto e pianto per tutto il film, ora è guarita e risollevata. La visione di INLAND EMPIRE (da riportare in maiuscolo, come voluto espressamente da Lynch) non richiede allo spettatore di compiere eccezionali sforzi di comprensione e di interpretazione, vuole piuttosto che lo spettatore si abbandoni alla dimensione del proprio subconscio, ad uno stato mentale che si avvicini a quello onirico o meditativo, dove l’ambiguità del rimosso e dell’indeterminato possa riaffiorare con naturalezza. Se si affronta il film con questo atteggiamento interiore si potrà godere per quasi tre ore di un’esperienza estetica profonda e benefica. Lynch decide di utilizzare per questa sua opera l’immagine digitale, più morbida, più flessibile, più facilmente modificabile rispetto alla pellicola cinematografica, facendone un uso nuovo ed inusuale. Con questo ed altri mezzi tecnici e con un’alta sensibilità artistica, il regista riesce a costruire uno sguardo costantemente soggettivo, che coincide con una coscienza chiaramente femminile (che indicherò come la “protagonista”), svincolata da un’unica identità e rappresentata a diversi livelli da Nikki, da Susan (il personaggio che Nikki interpreta all’interno del film nel film) e soprattutto dalla Ragazza Perduta. Infatti, sarà proprio quest’ultima, stimolata dal dolore per la perdita di un figlio, a rivelarsi nel finale come la più probabile autrice, protagonista e spettatrice di INLAND EMPIRE. Per leggere la recensione completa collegati a www.filmagazine.it
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