figliounico
|
lunedì 28 novembre 2022
|
straordinario ma inguardabile
|
|
|
|
Linch smonta il mondo costruito dalla mente ordinaria, squarcia il velo di Maya e ce lo mostra nudo, ovvero come un’accozzaglia di immagini senza senso e senza tempo. D’obbligo il riferimento a Pirandello, a Sei personaggi in cerca d’autore, per il rapporto ambiguo e reciprocamente trasmutante tra realtà e finzione, a Persona di Bergman per la trasposizione dell’inconscio in celluloide, a L’innominabile di Beckett per l’abbandono dei consueti schemi sintattici del racconto. Lo stile è quello immaginifico, visionario, onirico, surreale di Muholland Drive e Strade perdute, laddove tuttavia era conservata marginalmente la logica convenzionale e la successione cronologica degli avvenimenti, sebbene perversamente invertita o involuta su se stessa a loop.
[+]
Linch smonta il mondo costruito dalla mente ordinaria, squarcia il velo di Maya e ce lo mostra nudo, ovvero come un’accozzaglia di immagini senza senso e senza tempo. D’obbligo il riferimento a Pirandello, a Sei personaggi in cerca d’autore, per il rapporto ambiguo e reciprocamente trasmutante tra realtà e finzione, a Persona di Bergman per la trasposizione dell’inconscio in celluloide, a L’innominabile di Beckett per l’abbandono dei consueti schemi sintattici del racconto. Lo stile è quello immaginifico, visionario, onirico, surreale di Muholland Drive e Strade perdute, laddove tuttavia era conservata marginalmente la logica convenzionale e la successione cronologica degli avvenimenti, sebbene perversamente invertita o involuta su se stessa a loop. Inland empire scardina il concetto di realtà, abbandona del tutto l’dea di mettere in scena una vicenda sensata, frustra l’affannosa ricerca di significato dello spettatore, sbeffeggiato paradossalmente dalla vecchietta che all’inizio del film racconta una storiella incomprensibile alla protagonista, una bravissima Laura Dern che rende interessante una pellicola altrimenti straordinaria ma inguardabile con i nostri poveri occhi mortali e soprattutto troppo lunga e dannatamente noiosa. Apprezzabile il cammeo di William Macy, peccato si riduca a una comparsata.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a figliounico »
[ - ] lascia un commento a figliounico »
|
|
d'accordo? |
|
tommy
|
lunedì 8 luglio 2019
|
io proprio non ci sto!
|
|
|
|
sta cosa che "Questo capolavoro non è per tutti" mi ricorda molto i commenti dei talentuosi dell'astrattismo che osservando quadri di Picasso davano mille spiegazioni diverse per apparire grandi intentitori.
Io sono un grandissimo estimatore di David Lynch ma questo film non mi è piaciuto.
Non mi vergogno a dirlo e non accetto lezioni da nessuno. OK?
Perlomeno Sylvia ammette che è un film da sentire e non da comprendere.
|
|
[+] lascia un commento a tommy »
[ - ] lascia un commento a tommy »
|
|
d'accordo? |
|
|
lunedì 22 ottobre 2018
|
assurdo!
|
|
|
|
Fra 10 anni altro che capolavoro: uno spreco di tempo, soldi di produzione e fatica per aspettare un significato che non arriva mai, anche se uno pensa che si parli di vivi e morti poi resta deluso. Il film è solo una continua allucinazione, come se il regista si fosse drogato. Un film psichedelico inutile.
|
|
[+] lascia un commento a »
[ - ] lascia un commento a »
|
|
d'accordo? |
|
giacomo93
|
domenica 18 giugno 2017
|
allucinato, allucinante, eppure perfetto.
|
|
|
|
Incomprensibile, allucinato, allucinante, eppure perfetto. "INLAND EMPIRE - l'impero della mente" è un'esperienza. Non cerca di avere un senso, ma lascia che ognuno trovi il suo significato. Non si lascia raccontare, ma fa vivere emozioni. Non si lascia seguire, ma ti trascina in un vortice di sequenze oniriche, da sogno, da incubo. Fugge l'idea di film per diventare opera d'arte. Il film è unico, ma mutevole: ogni volta ci sarà qualcosa di nuovo a livello dell'esperienza. Le immagini ci trascianno in un buco nero dove i personaggi galleggiano e si mostrano, uno dietro l'altro. Sta a noi capire, interpretare, ma soprattutto sentire cosa quest'opera voglia dirci.
[+]
Incomprensibile, allucinato, allucinante, eppure perfetto. "INLAND EMPIRE - l'impero della mente" è un'esperienza. Non cerca di avere un senso, ma lascia che ognuno trovi il suo significato. Non si lascia raccontare, ma fa vivere emozioni. Non si lascia seguire, ma ti trascina in un vortice di sequenze oniriche, da sogno, da incubo. Fugge l'idea di film per diventare opera d'arte. Il film è unico, ma mutevole: ogni volta ci sarà qualcosa di nuovo a livello dell'esperienza. Le immagini ci trascianno in un buco nero dove i personaggi galleggiano e si mostrano, uno dietro l'altro. Sta a noi capire, interpretare, ma soprattutto sentire cosa quest'opera voglia dirci.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a giacomo93 »
[ - ] lascia un commento a giacomo93 »
|
|
d'accordo? |
|
uppercut
|
domenica 1 gennaio 2017
|
dieci anni dopo
|
|
|
|
Il tempo ha sempre ragione. Dieci anni dopo il film pare vecchissimo, il più datato del regista. La fotografia sembra quella di un porno e la mancanza di una direzione narrativa poco più che un vezzo autoriale. Brutto e basta.
|
|
[+] lascia un commento a uppercut »
[ - ] lascia un commento a uppercut »
|
|
d'accordo? |
|
kondor17
|
sabato 19 settembre 2015
|
ci provo
|
|
|
|
Amo Lynch, ma sinora ho sempre evitato di scrivere un commento su questo film. La recensione in copertina di MyMovies mi trova completamente d'accordo. È una pellicola talmente piena di simbolismi, flashback, salti temporali e viaggi allucinati e onirici, da rendere impossibile qualsiasi approccio logico. È la massima espressione di un film a scatole cinesi, tale da far sembrare Mulholland Drive una semplice commedia familiare. Divertissement o macchia allucinogena che sia, il giudizio non conta. Può valere zero o 10. Ognuno lo può e deve valutare come vuole, come sente, soprattutto . Da un punto di vista estetico, narrativo e immaginifico, un capolavoro. Con attori straordinariamente ispirati.
[+]
Amo Lynch, ma sinora ho sempre evitato di scrivere un commento su questo film. La recensione in copertina di MyMovies mi trova completamente d'accordo. È una pellicola talmente piena di simbolismi, flashback, salti temporali e viaggi allucinati e onirici, da rendere impossibile qualsiasi approccio logico. È la massima espressione di un film a scatole cinesi, tale da far sembrare Mulholland Drive una semplice commedia familiare. Divertissement o macchia allucinogena che sia, il giudizio non conta. Può valere zero o 10. Ognuno lo può e deve valutare come vuole, come sente, soprattutto . Da un punto di vista estetico, narrativo e immaginifico, un capolavoro. Con attori straordinariamente ispirati. Il resto non c'è e non si può giudicare. Musiche splendide, montaggio e fotografia da maestro.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a kondor17 »
[ - ] lascia un commento a kondor17 »
|
|
d'accordo? |
|
jacopo b98
|
martedì 23 giugno 2015
|
l'ultimo lynch: un indimenticabile addio
|
|
|
|
Una famosa attrice (Dern) di Hollywood deve girare un film importante. A una riunione però scopre che il film altro non è che un remake di un film mai terminato, a causa della morte di alcuni membri del cast. La donna è in pericolo: non sa perché ma ne è certa, grazie anche all’inquietante rivelazione di una vicina di casa (Zabriskie). La donna viene scaraventata in un vortice senza fondo di sogni, incubi, deliri, in cui nulla è più distinguibile, fra realtà, finzione filmica e puro delirio. David Lynch pare davvero giunto all’arrivo, punto di conclusione di una carriera leggendaria, punteggiata da capolavori senza pari (The Elephant Man, Una storia vera, Mulholland Drive, solo per citarne alcuni).
[+]
Una famosa attrice (Dern) di Hollywood deve girare un film importante. A una riunione però scopre che il film altro non è che un remake di un film mai terminato, a causa della morte di alcuni membri del cast. La donna è in pericolo: non sa perché ma ne è certa, grazie anche all’inquietante rivelazione di una vicina di casa (Zabriskie). La donna viene scaraventata in un vortice senza fondo di sogni, incubi, deliri, in cui nulla è più distinguibile, fra realtà, finzione filmica e puro delirio. David Lynch pare davvero giunto all’arrivo, punto di conclusione di una carriera leggendaria, punteggiata da capolavori senza pari (The Elephant Man, Una storia vera, Mulholland Drive, solo per citarne alcuni). Infatti non sono solo le dichiarazioni del regista (che ha annunciato la conclusione della sua carriera cinematografica) a farci pensare che INLAND EMPIRE (Lynch vuole che venga scritto maiuscolo) possa essere il suo ultimo film, bensì il film stesso, che è sostanzialmente un testamento finale, un’opera definitiva e conclusiva, che di certo richiederà centinaia di visioni per venirne a capo: insomma, Lynch ci ha lasciato parecchio da pensare sul suo forse ultimo film. Contrariamente a Mulholland Drive (a parere di chi scrive l’opera più riuscita e significativa del regista), in cui l’autore creava un puzzle colossale in cui raccapezzarsi era sostanzialmente impossibile, ma trovare un’interpretazione psicologica era interessante e persino divertente, qui Lynch decide deliberatamente di perdersi (letteralmente) nel film. INLAND EMPIRE è un film creato dal suo autore con la certezza assoluta che mai nessuno ne verrà a capo: anche solo provarci è impossibile. Non è un film che vuole essere capito e in questo senso è un “non film”, eppure è uno dei film più cinematografici che Lynch abbia fatto. La trama qui ha poca importanza: Lynch è un maestro, un prestigiatore; il trucco c’è ma lui non vuole farcelo capire in alcun modo. E a noi non resta nient’altro da fare che guardare ammirati il trionfale gioco di carte che il Maestro ci ha preparato. Ci si emoziona, ci si commuove (grazie anche ad una prova mastodontica di Laura Dern), si è letteralmente travolti dal film, che ci immerge nel suo mondo: l’impero della mente. E per oggetto INLAND EMPIRE ha il più onorevole di tutti, in campo cinematografico: il vedere. Tutti “guardano” nel film, tutti guardano gli altri, se stessi, storie e ancora storie, in un labirinto visivo sconvolgente e terrificante. Lynch l’ha scritto giorno per giorno durante le riprese (e questo già dice tutto) e l’ha girato in digitale con cineprese semi-professionali (infatti l’immagine è sgranata e relativamente di bassa qualità, ma ha una potenzialità espressiva quasi senza pari, che mai con la pellicola si sarebbe potuta ottenere). Non c’è uscita da un film come questo: bisogna solo affogare in questo vortice immaginifico, creato come agghiacciante fusione di musica e immagine. C’è chi non l’ha amato, ma è normale: non è un film per tutti e di certo chi vuole una storia nel senso stretto del termine si orienti su altre visioni, ma di certo per chi ha voglia di affrontare una visione totale e impegnativa è il film perfetto. Grandioso il finale conciliatorio e liberatorio. È un film psicologico nel senso stretto del termine: pieno di allusioni, simmetrie, luoghi che tornano e ritornano…proprio come nei sogni. Per questo Lynch è uno dei più grandi autori di sempre: è l’unico (probabilmente sì, l’unico!) che sia davvero riuscito a mostrare all’uomo il sogno in tutte le sue sfaccettature. L’unico che davvero è riuscito a farci sognare.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a jacopo b98 »
[ - ] lascia un commento a jacopo b98 »
|
|
d'accordo? |
|
noia1
|
venerdì 6 giugno 2014
|
“è tutto ok, stai solo morendo …”
|
|
|
|
Folle serie di complessi flashback il cui filo conduttore consiste nella relazione tra Nikki, il personaggio del film da lei interpretato e una ragazza che guarda una TV nella quale si dipana la vicenda dell’attrice.
Come al solito non aspettiamoci un film facile, se dietro la cinepresa c’è il maestro del delirio cinematografico (David Lynch) non ci si può aspettare di perdere due ore stravaccati sul divano. David Lynch, un regista a cui non basta sconvolgerci con il suo immenso talento, non serve che sto qui a perdere tempo ad elencare i meriti di sceneggiatura, tecnici e la bellezza delle varie inquadrature perché si sa già anche prima di vedere il film che saranno al limite della perfezione.
[+]
Folle serie di complessi flashback il cui filo conduttore consiste nella relazione tra Nikki, il personaggio del film da lei interpretato e una ragazza che guarda una TV nella quale si dipana la vicenda dell’attrice.
Come al solito non aspettiamoci un film facile, se dietro la cinepresa c’è il maestro del delirio cinematografico (David Lynch) non ci si può aspettare di perdere due ore stravaccati sul divano. David Lynch, un regista a cui non basta sconvolgerci con il suo immenso talento, non serve che sto qui a perdere tempo ad elencare i meriti di sceneggiatura, tecnici e la bellezza delle varie inquadrature perché si sa già anche prima di vedere il film che saranno al limite della perfezione. In ogni caso si va oltre la bellezza del film deformando tutto all’insegna dell’angosciante fino a condizionare lo spettatore, lo si disturba senza il bisogno di immagini orrorifiche ma bensì sfruttando le proprie doti di regia in maniera distorta.
POSSIBILI SPIEGAZIONI DEL FINALE (SOLO PER CHI HA GIÁ VISTO IL FILM): tutto potrebbe essere il gigantesco sogno della ragazza che guarda la TV e che rivive il tutto nella sua testa immedesimandosi in Nikki che a sua volta interpreta Sue, probabilmente la ragazza ha ucciso il marito ma (come si vede alla fine) inizialmente spaesata da ciò, saprà poi ritrovare sé stessa e probabilmente è proprio lei la ragazza di cui parla la vecchia all’inizio – una ragazza che ha perso sé stessa ma che poi ha ritrovato la strada ̶ ; l’altra ipotesi sta nella possibilità che sia tutto un delirio di Nikki trafitta dal cacciavite, in effetti lei guarda da un foro (simile a quello causato dal cacciavite stesso) e quel guardare attraverso il foro potrebbe essere una metafora per rappresentare il primo sguardo della ragazza nell’aldilà o anche la visione del mondo che ha la ragazza nel delirio della morte.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a noia1 »
[ - ] lascia un commento a noia1 »
|
|
d'accordo? |
|
peppefoggia
|
martedì 5 novembre 2013
|
non ci sto dentro...
|
|
|
|
Volevo solo dire che dispiace sapere che c'è altra gente come me che ha visto questo film.
Non capisco come abbiano fatto gli attori e tutto il cast a voler prendere parte
ad una storia cosi malata. Perchè il punto è che questo film è malato come il regista.
Metto 2 stelle per l'audio e qualche ripresa...però...non si può...
|
|
[+] lascia un commento a peppefoggia »
[ - ] lascia un commento a peppefoggia »
|
|
d'accordo? |
|
paolo salvaro
|
sabato 22 giugno 2013
|
i film creati dalla mente umana prendono vita
|
|
|
|
Sconvolgente, fenomenale, unico nel suo genere. Ancora una volta Lynch è andato ad oltrepassare tutte le frontiere, come pochi altri registi nella storia sono riusciti a fare. Un cocktail cinematografico di quasi tre ore che stordisce, frastorna, lascia spiazzati e confusi, inducendo i meno degni ad abbandonare la pellicola dopo meno di un'ora o a finirlo tutto per poi restare incazzati neri dinanzi all'incomprensibilità immediata del tutto, anzichè stupefatti dallo spettacolo appena concluso.
Non si può pretendere di comprendere un film del genere alla prima visione, nè alla seconda. Probabilmente solo dopo otto-dieci volte che lo si è visto e rivisto si riusciranno a coglierne tutte le sfumature.
[+]
Sconvolgente, fenomenale, unico nel suo genere. Ancora una volta Lynch è andato ad oltrepassare tutte le frontiere, come pochi altri registi nella storia sono riusciti a fare. Un cocktail cinematografico di quasi tre ore che stordisce, frastorna, lascia spiazzati e confusi, inducendo i meno degni ad abbandonare la pellicola dopo meno di un'ora o a finirlo tutto per poi restare incazzati neri dinanzi all'incomprensibilità immediata del tutto, anzichè stupefatti dallo spettacolo appena concluso.
Non si può pretendere di comprendere un film del genere alla prima visione, nè alla seconda. Probabilmente solo dopo otto-dieci volte che lo si è visto e rivisto si riusciranno a coglierne tutte le sfumature. D'altra parte, un film di tre ore è pur sempre un film di tre ore. Di fatto, senza una buona spiegazione sotto mano è quasi impossibile destreggiarsi dentro questo labirinto emozionale-scenografico di eccezionale portata.
( Spoiler ) Bisogna anzitutto chiarire che il film si svolge su tre piani diversi e non su uno solo, i quali vengono spesso e volentieri mescolati insieme: la realtà, in cui Nikki è sposata mentre Davon è un donnaiolo, il film moderno, in cui Sue è sposata (Nikky) e lo è anche Billy (Davon) ed il fim polacco originale che spunta fuori da una dimensione sotterranea, in cui i ruoli dei vari personaggi cambiano all'improvviso. Ad esempio (nella migliore spiegazione che ho letto si distinguono i vari personaggi così) il marito di Sue nel film moderno (che è anche quello della vita reale) è Billy nel film polacco (ossia l'amante segreto che verrà ucciso dal vero marito di Sue in questa pellicola). Invece la Lost Girl, la ragazza che si vede piangere all'inizio del film e poi a più riprese e che alla fine verrà liberata da Nikky, è la moglie di Billy nel film polacco (ossia colei che in questa pellicola uccide Sue per gelosia) ipnotizzata dal "fantasma" che ora si dispera per il senso di colpa che sente, desiderando il ritorno del marito scomparso e del figlio finito chissà dove (che i tre conigli siano proprio lei, suo marito e suo figlio, in una dimensione parallela in cui la sua mente si inabissa nella speranza o nell'illusione che tutto torni come prima?). Mentre colei che nel film moderno interpreta la moglie di Billy in quel momento (che poi ucciderà Sue sotto l'ipnosi del "fantasma" sempre nel film moderno con un cacciavite) è allo stesso tempo la Sue del film polacco (quella che si vede solo di spalle in due scene, la seconda delle quali è quella in cui una delle prostitute si intromette nella scena esclamando: "chi è quella?") uccisa per l'appunto dalla Lost Girl.
Infine, la "visitatrice", ossia la donna strana che all'inizio del film si reca nella casa di Nikki chiedendole informazioni sul film, non è altro che una facente parte del cast del vecchio film polacco rimasto incompiuto (non è un caso che conosca alcune battute dello stesso film e che sappia che in esso vi sarà un omicidio ancora sconosciuto alla stessa Nikky) che dopo aver ricevuto notizia di un nuovo film pronto a ripercorrerne le gesta si precipita a casa di Nikky (che sia forse la stessa Lost Girl giunta da un qualche futuro dopo molti anni? Come farebbe altrimenti ad essere sicura che è lei la nuova protagonista?). E' infatti rimasto "un conto in sospeso che deve essere saldato" da moltissimo tempo, ossia la Lost Girl chiusa in un limbo temporale nella stanza 47 che attende di essere liberata da qualcuno.
Di fatto la vera protagonista del film sarebbe proprio lei, la Lost Girl, il cui senso di colpa trascina Nikky "dentro la pellicola", nell'impero della mente, dentro i panni della Sue moderna così a fondo da non darle più modo di distinguere la realtà dal film. Questo perchè da un lato si sente in colpa per ciò che ha fatto alla Sue del suo film polacco e allo stesso tempo rivuole indietro il suo Billy (ucciso dal marito di Sue che nel film moderno è diventato per l'assurdo proprio il marito di Sue colmo di gelosia e rabbia) e suo figlio che nella scena finale, dopo l'uccisione del "fantasma" da parte di Nikky rientrata per un'ultima volta nei panni di Sue, riesce finalmente a riabbracciare. Di fatto, la mente nella quale entriamo è quella della moglie del baffuto Billy polacco, finita quasi in mille pezzi dopo l'omicidio commesso e dopo la morte di suo marito. Non si naviga in un sogno ma in una mente semidistrutta e contorta, per questo tutto è estremamente sfuggente e difficile da comprendere e da assimilare.
Il montaggio sonoro, la complessità degli intrecci di questo film e l'interpretazione personale data da Laura Dern al suo personaggio sia nella realtà che nel film moderno sono ... semplicemente .... straordinari. Trovo davvero penoso, ridicolo e deprimente vedere alcune recensioni molto negative riguardo questo film che certo non è il migliore di Lynch, ma che ne rappresenta in pieno la creatività e l'ingegno unico nel suo genere. Vorrei proprio vedere se qualcuno di questi stupidi ed ignoranti sarebbe così lesto anche a definire un altro film ricco di intrecci e di livelli di interpretazione, un classico della nostra cinematografia, ossia Otto e mezzo di Federico Fellini come "un film di merda senza senso" , "una cagata pazzesca come la corazzata di Fantozzi", o a dare del "drogato" al regista o accusarlo addirittura di avere "offeso e preso in giro" gli spettatori che avendo pagato il biglietto "meritano rispetto". Facile prendersela con Lynch, eh? Ora, io vi rispondo che gente come voi non merita il rispetto di nessuno, che fareste meglio a girare al largo da qualunque cinema e che l'intero mercato dei film farebbe meglio a crollare piuttosto che consegnare perle a dei porci abituati a sgrufolare nella merda (per usare un eufemismo). Ed è perfettamente inutile che cagate il cazzo (per usare un altro eufemismo) prendendo in giro David Lynch perchè al botteghino non incassa mai nulla. Sapete in quante sale era uscito Inland Empire? 17. La miseria di 17 sale in tutta l'Italia. Alla faccia del flop al botteghino. Sapete in quante sale era uscito Troppo Belli con Costantino ed Interrante? Oltre 250. Non aggiungo altro perchè dovrei scrivere una bestemmia che non passerebbe la censura.
Torna presto Lynch. Il mondo del cinema ha bisogno dei tuoi film.
[-]
[+] urka
(di kondor17)
[ - ] urka
|
|
[+] lascia un commento a paolo salvaro »
[ - ] lascia un commento a paolo salvaro »
|
|
d'accordo? |
|
|