One Piece Stampede - Il film

I pirati di tutto il mondo si ritrovano nell'isola di Delta, convocati per un misterioso festival. Ma l'invito si rivelerà pieno di insidie per Luffy e la sua ciurma, che dovranno fronteggiare sul loro cammino una minaccia apparentemente insormontabile.

Per il ventesimo anniversario della serie "One Piece" non c'era da attendersi niente di diverso da un prodotto come One Piece: Stampede, in cui il focus su trama e dialoghi viene sostanzialmente azzerato in favore del cosiddetto fan service. Ossia di tutti quegli ingredienti di cui gli innumerevoli fan della saga sembrano non poter mai fare a meno: canzoni, colpi speciali, scontri collettivi e una rassegna interminabile di personaggi minori, quando non minimi, già comparsi in passato.

Il numero di personaggi di One Piece: Stampede si candida probabilmente a un nuovo record, con recuperi oscuri da lontani episodi della serie, che diranno qualcosa solo ai fan più incalliti di "One Piece".

La regia del film è affidata a un debuttante, Takashi Otsuka, che sceglie la via dell'avventura tonitruante, in linea con la tendenza più recente dei lungometraggi anime. Spazio agli effetti digitali - benché prevalga una animazione classica - e agli scontri pirotecnici, con una successione di colpi che ottunde i sensi e conduce verso un epilogo ai limiti della leggibilità. Un'esplosione continua e inarrestabile, simile a quanto visto in Dragonball Super: Broly e My Hero Academia: Two Heroes, a dimostrazione che una formula vincente e premiata dal mercato tende a essere reiterata, anziché messa in discussione.

Ancor più dei precedenti lungometraggi di "One Piece", che in genere si collocano al di fuori del canone della narrazione principale della serie, One Piece: Stampede è quindi una faccenda per fan, che usciranno entusiasti dalla visione, almeno quanto il passante rimarrà perplesso e disorientato.

Tutti i membri della ciurma di Luffy hanno diritto a un po' di spazio nel film, così come i Signori dei mari, ma a divorare letteralmente il proscenio è Douglas Bullet, un tempo appartenente alla ciurma di Gold Roger e oggi killer implacabile a piede libero. Bullet ha la fatidiosa tendenza a crescere a dismisura, divorando tutto ciò che trova incontro, fino ad assumere una forma demoniaca che sembra quasi una strizzata d'occhio agli ultimi gigantismi realizzati da Tsui Hark (Detective Dee - I quattro re celesti). Ma in termini di eccessi anche lo scontro tra Luffy e Bullet sparisce di fronte all'exploit di Zoro, che seziona un meteorite con un colpo di spada. Tutti momenti da grido in sala assicurato. I fan sono avvertiti. 