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Wilma Labate

Wilma Labate è un'attrice italiana, regista, produttrice, scrittrice, sceneggiatrice, è nata il 4 dicembre 1949 a Roma (Italia). Wilma Labate ha oggi 74 anni ed è del segno zodiacale Sagittario.

Wilma Labate, grande regista italiana dell'orfanite

A cura di Fabio Secchi Frau

È quella che io chiamo "orfanite", il senso della perdita che almeno una volta nella vita ognuno di noi sente. Credo che questo sia un sentire molto forte e grandemente cinematografico, un elemento di racconto molto ricco e intenso. Non voglio dire che con questo mi piace raccontare storie di abbandono ma, trovo che la solitudine, come sentimento astratto, sia una "roba" da cui può scaturire tutto un raggio di altre emozioni molto intense»: è così che si è espressa Wilma Labate, descrivendo alla giornalista Beatrice Rutiloni nel 2001, il suo cinema, impregnato, a suo dire, da un sentimento che lei stessa definisce "orfanite". Dignitosa e discreta regista romana, caratterizzata da una particolare lentezza narrativa - a volte esasperante - e anche da una precisa e molto curata ambientazione, racconta di energie, amarezze, inquietudini, ribellioni, umiliazioni e amori con uno stile secco e uno sguardo profondo e insostenibile, coadiuvato da un impatto audiovisivo esclusivo. Con sguardo spigoloso, ribelle, innocente e perverso allo stesso tempo, fiero, solitario, torbido, fremente, bello, ma imperfetto, arriva anche a parlare di fascisti e comunisti, progressisti e antiprogressisti, facendo saltare in aria le stesse etichette che noi ci diamo continuamente.
Dopo essersi laureata in filosofia, nel 1972, collabora con la RAI nella regia di diversi programmi televisivi, fra i quali anche fiction. All'inizio degli Anni Ottanta, si lancia nella realizzazione di documentari industriali, per poi firmare il suo primo mediometraggio nel 1990, Ciro il Piccolo, ambientato a Napoli.
Per il suo primo lungometraggio dobbiamo invece aspettare due anni. È il 1992, infatti, quando dirige Enrico Brignano, Roberto Citran e Anita Ekberg nella sua opera prima Ambrogio, storia di una ragazza decisa a svolgere un lavoro considerato tipicamente maschile.
Ma il suo capolavoro, resta, senza ombra di dubbio il bellissimo La mia generazione (1996) con Francesca Neri, Silvio Orlando, il suo attore prediletto Claudio Amendola, Arnaldo Ninchi, Anna Melato e Stefano Accorsi. La storia è quella di un terrorista italiano condannato che deve attraversare l'Italia da Sud a Nord per passare un mese nel carcere di San Vittore di Milano, dove ha la ragazza. Anche se il vero scopo del viaggio, almeno per le Forze dell'Ordine è differente...
Una pellicola oggi nascosta agli occhi del pubblico, ma compatta e dolente, con un'intensità, una sottigliezza psicologia e una cura nei dettagli che riprendono le lezioni di découpage classico. Tanto è vero che la stessa Labate sarà nominata ai David di Donatello come migliore regista.
Con l'arrivo del nuovo millennio, l'autrice ha un ritorno alle origini, partecipando alla realizzazione di uno dei documentari che compongono Un altro mondo è possibile (2001), che le darà l'occasione di lavorare assieme ai più grandi e altisonanti nomi del cinema italiano: Ettore Scola, Franco Giraldi, Mario Monicelli, Gillo Pontecorvo, Gabriele Salvatores. Esperienza, questa che replicherà nel 2003 con Lettere dalla Palestina - sempre con Monicelli e Scola -, e Maledettamia, intervallando i lavori con la trasposizione del romanzo "Ronda del Guanardo" di Juan Marsé: Domenica (2001). Nel 2005 scrive la biografia di Fausto Bertinotti "Il ragazzo con la maglietta a strisce", poi è ancora cinema (Signorinaeffe) di indubbia sensibilità, didascalico e anche inesorabilmente politico, dove gli orfani irrequieti diventano gli operai, incastrati in un'Italia in mano ai potenti che però non smette di essere sconosciuta, strana e... bella. Nel 2012 presenta alla Mostra del Cinema di Venezia nella sezione Venezia Classici il documentario collettivo Monicelli - La versione di Mario. Dura e seducente maestra del cinema europeo, Wilma Labate è una narratrice matura, colta, intima che si sa giostrare ottimamente fra qualità drammatiche e visive.
Nel 2015 dirige anche il documentario Qualcosa di noi e nel 2018 Arrivederci Saigon.
Nel 2021 è alla Mostra del Cinema di Venezia con il film La ragazza ha volato.

Ultimi film

Documentario, (Italia - 2014), 74 min.
Documentario, (Italia - 2014), 76 min.
Drammatico, (Italia - 2007), 95 min.
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