Anno | 2014 |
Genere | Documentario, |
Produzione | Italia |
Durata | 74 minuti |
Regia di | Wilma Labate |
Uscita | giovedì 9 aprile 2015 |
Distribuzione | Cinecittà Luce |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,09 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 9 aprile 2015
Un'indagine 'amorosa' su sesso, lavoro, denaro, desideri profondi nell'Italia del 2015. A partire da un incontro speciale.
CONSIGLIATO SÌ
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Dodici allievi della scuola di scrittura bolognese Bottega Finzioni si ritirano in una casa di collina per confrontarsi - ovviamente a favore di macchina da presa - con Jana, prostituta di professione e per scelta da 11 anni. In questo contesto bucolico, il più possibile libero da pregiudizi e condizionamenti, ma che anzi invita alla condivisione di commenti e obiezioni, sboccia una curiosità reciproca tra Jana - che si racconta senza inibizioni e con serenità e grazia inconsuete, distinguendo la sfera affettiva da quella lavorativa - e i singoli, che specchiandosi in lei si avvicinano, ognuno a modo proprio, alle proprie emozioni. Non è un seminario di approfondimento sul "fare la vita", ma un gioco di ruolo in cui l'esporsi della donna inevitabilmente porta i suoi interlocutori a ripensare il rapporto con il corpo, l'affettività, il denaro, l'amore, il tempo, la fedeltà (all'altro ma soprattutto a se stessi).
C'è spazio per le domande scomode - Le dimensioni contano? Perché si sceglie di prostituirsi? Cosa si cela dietro il linguaggio degli annunci di massaggi? - ma l'obiettivo non è soddisfare quesiti pruriginosi.
L'attrazione erotica per le storie, il piacere del guardare, la curiosità per un "mestiere" raccontato mille volte e sempre ammaliante, tutto in Qualcosa di noi riconduce all'eterna contrapposizione tra realtà e rappresentazione. Se il corpo di Jana è la fonte delle fantasie dei suoi clienti, perché non considerare un tramite altrettanto potente il corpo attoriale? Tutto riconduce, in ultima analisi, à la Fassbinder, alla necessità di essere amati. Per questo l'esperimento della Labate, tra sociologia e romanzo, potrebbe definirsi, come la sua interprete, un seduttivo "documentario di finzione": in una campagna che - come nel Decameron - fa da cornice al mondo in preda alla peste (in questo caso, l'incapacità di accettarsi, di realizzare una propria dimensione affettiva, di fare delle scelte precise di vita), una prostituta diventa attrice, e un'attrice svela sentimenti, anche di frustrazione. E tutti (tranne un personaggio più scettico e imbarazzato) si lasciano andare alle confidenze più intime e riprendere in un continuo, libero flusso di coscienza.
Grazie ad un'intimità sorprendente con la macchina da presa, Jana ruba la scena al gruppo; appena il film si allontana da lei per aprire delle parentesi a Londra (non particolarmente significative per delineare il personaggio di Orso), o per associare ai temi indagati un'incursione di gruppo al Teatro Valle di Roma, o sceglie il voyeurismo o una seduzione "costruita" nel finale, la perdita di tensione è netta. Le didascalie in coda, poi, dicono molto di più ai protagonisti che non al pubblico, per via del dichiarato intento se non "didattico", aspirazionale del film, che arriva a compimento di un processo laboratoriale di un anno. Accattivante, anche per la difficoltà di avvicinare tematiche così delicate e intime, Qualcosa di noi è esperimento, forma che resta volutamente aperta, incompiuta, terapia di gruppo che lascerà un segno in chi avrà il coraggio non solo di guardare ma di guardarsi. Dentro.
QUALCOSA DI NOI disponibile in DVD o BluRay |
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Normal 0 14 false false false MicrosoftInternetExplorer4 Come nel Decameron, se ne vanno fuori dalla città, appestata d’ansia e confusione acustica, mentale, emozionale. Fuori di Bologna, tra le colline di Sasso Marconi. O Sesso Marconi, per il vecchio postribolo - ora restaurato e adibito a uso morale - nel quale [...] Vai alla recensione »