Ingrid Bergman è un'attrice svedese, è nata il 29 agosto 1915 a Stoccolma (Svezia) ed è morta il 29 agosto 1982 all'età di 67 anni a Londra (Gran Bretagna).
Nata a Stoccolma nel 1915, Ingrid Bergman rimane orfana molto presto - perde sua madre a due anni e suo padre a dodici - vive con uno zio e dopo aver frequentato gli studi superiori si iscrive alla scuola d'arte drammatica del Teatro Reale di Stoccolma. Ben presto dal teatro approda al cinema interpretando nel 1936 la violinista Anita Hoffman in Intermezzo di Gustav Molander. Chiamata da David O. Selznick, nel 1939 arriva ad Hollywood insieme al marito Peter Lindstrom e alla figlioletta Pia, per girarne il remake americano di Gregory Ratoff al fianco di Leslie Howard. Lo star-system cerca di farne il simbolo di un romanticismo intenso e puritano, ma dopo nove anni passati ad Hollywood interpretando tanti film divenuti successi internazionali (Casablanca, Notorious, Giovanna d'Arco), cercando anche ruoli angosciosi e passionali, scrive una lettera a Roberto Rossellini che ha appena girato Roma città aperta chiedendogli se "ha bisogno di un'attrice svedese che parli inglese molto bene, che non ha dimenticato il tedesco, che si fa capire in francese e che in italiano sa dire 'ti amo' ". Nel 1949 arriva dunque in Italia per girare Stromboli con Rossellini, e per lui lascia il primo marito, sposandolo con grande clamore nel 1950 in Messico (da lui avrà tre figli, Robertino, Isotta ed Isabella) e scandalizzando l'America perbenista, tanto che per alcuni anni non le sarà più possibile partecipare a produzioni americane; da Rossellini divorzierà nel 1957 quando il rapporto si esaurisce dopo aver girato con lui una serie di film dal 1951 al 1955. Richiamata nel 1956 dalla stessa America che in precedenza le aveva decretato l'ostracismo per le sue scelte private, per girare Anastasia di Anatole Litvak, riceve il secondo Oscar - il primo lo aveva ricevuto nel 1944 per l'interpretazione di Paula Alquist in Angoscia (Gaslight) di George Cukor. Nel 1958 si dedica contemporaneamente alla carriera cinematografica e ad una intensa attività teatrale ricca di successi e sposa il produttore teatrale svedese Lars Schmidt. Il matrimonio durerà fino al 1976 ma Schmidt le sarà vicino anche negli ultimi momenti della malattia che l'ha colpita, e i cui primi sintomi aveva scoperto nei primi anni Settanta. Nel 1974 riceve il suo terzo Oscar per Assassinio sull'Orient Express (Murder on the Orient Express) di Sidney Lumet, e nel 1978 offre una sofferta interpretazione di madre che ha sacrificato i figli alla propria carriera in Sinfonia d'autunno (Hostsonaten) di Ingmar Bergman. Nel 1982 interpreta Golda Meir in una serie televisiva, per la quale vince un Emmy Award (postumo) come miglior attrice. Muore il giorno del suo settantasettesimo compleanno a Londra (il 29 agosto 1982). Nel 1980 aveva pubblicato un'autobiografia: "La mia storia" ("My story") scritta in collaborazione con Alan Burgess.
Debutta ancora diciassettenne al Teatro reale di Stoccolma, ottenendo nel tempo ruoli sempre più importanti. Il suo debutto sul grande schermo è del 1933 ed è presto considerata una delle scoperte più promettenti del cinema svedese: il primo importante successo lo ha con Intermezzo, di G. Molander (1936). L'americano Selznick - il produttore, fra l'altro, di molti film di Hitchcock - la nota e la invita a Hollywood, dove nel 1939 la Bergman è interprete di un remake di Intermezzo, per la regia di Gregory Ratoff. L'attrice colpisce immediatamente il pubblico americano e internazionale ed è un susseguirsi di grandi interpretazioni e successi, spesso a fianco di partner maschili altrettanto grandi: Il dottor Jekyll e Mister Hide di Victor Fleming (1941), con Spencer Tracy; Casablanca di Michael Curtiz (1942), con Humprey. Bogart; Per chi suona la campana di Sam Wood (1943), con Gary Cooper e, sempre dello stesso regista, Saratoga (1945), ancora con Cooper; Angoscia di George Cukor (1944); Io ti salverò di Hitchcock (1945) con Gregory Peck; Notorious (1946); Giovanna d'Arco di Victor Fleming (1948). Del 1949 è il terzo e ultimo film della Bergman con Hitch, Il peccato di Lady Considine. In quest'anno ha inizio la sua relazione con Roberto Rossellini; la Bergman lascia il marito e l'America perbenista si scandalizza: per alcuni anni non le sarà più possibile partecipare a produzioni americane. Per la sua carriera di attrice si apre un periodo nuovo: sotto la direzione di Rossellini interpreta Stromboli terra di Dio (1949), Europa 1951 (1952), Viaggio in Italia (1953), Giovanna d'Arco al rogo (1954) e La paura (1954). Terminata la relazione con Rossellini, lavora con Jean Renoir (Eliana e gli uomini, 1956), Stanley Donen. (Indiscreto 1958, ancora in coppia con Cary Grant come in Notorious ), Anatole Litvak (Anastasia, 1956, e Le piace Brahms?, 1961). Nel 1974 riceve il suo terzo Oscar per Assassinio sull'Orient Express, di S. Lumet (i precedenti le erano stati assegnati per Angoscia e Anastasia). Ma la sua migliore interpretazione dagli anni 1960 in poi la dà in Sinfonia d'autunno, dell'altro grande svedese Ingmar Bergman (1978)..
Sul set di «Stromboli», nel 1949, scoppiò la passione Rossellini-Bergman. Sessant'anni dopo, il figlio del regista racconta che, però, il primo a perdere la testa per l'attrice era stato lui, un bambino di otto anni.
Karin, una donna dell'Est segregata in un campo profughi, accetta di sposare una delle guardie che la tengono reclusa pur di rimanere in Italia. Crede così di essere finalmente libera ma, portata a vivere a Stromboli, viene stretta dalla morsa del pregiudizio degli abitanti dell'isola. Sembra il soggetto di un film sulla nuova immigrazione, invece è una pellicola del `49, firmata da Roberto Rossellini. Per celebrare i sessanta anni di Stromboli, terra di Dio il Salina DoeFest il 25 settembre organizza sull'isola delle Eolie un incontro con il figlio del regista Renzo, nato dal matrimonio con la prima moglie, la scenografa Marcella De Marchis.
Quel film segnò l'addio di Rossellini al Neorealismo e l'inizio della sua storia d'amore con Ingrid Bergman. Lei era già una diva, e nel 1948, dopo aver visto Roma città aperta e Paisà, gli aveva scritto una lettera appassionata per proporsi come attrice. «Se ha bisogno di un'attrice svedese che parla inglese molto bene, che non ha dimenticato il suo tedesco, non si fa quasi capire in francese, e in italiano sa dire solo "ti amo", sono pronta a venire in Italia per lavorare con lei». RosselAini la chiamò e subito divennero una delle coppie più fotografate dai rotocalchi di tutto il mondo. «Quando fu girato il film» dice Renzo Rossellini «avevo otto anni, ma ricordo bene l'arrivo di Ingrid a Roma. L'avevo già vista al cinema in Per chi suona la campana e me ne ero subito innamorato».
Una passione di famiglia?
«Sono stato io il primo Rossellini a prendersi una cotta per lei. E ho avuto la debolezza di raccontarlo a ,una mia baby sitter. Quando mio padre mi portò all'Excelsior, dove Ingrid soggiornava, tremavo dalla paura che qualcuno potesse rivelarle il mio segreto».
Come fu quell'incontro?
«Quando mi trovai davanti questo angíolone con i riccioli biondi, era alta un metro e ottanta, persi davvero la testa. Era come una fata gentile, molto materna con me. In quegli stessi giorni scoccò la scintilla anche per mio padre».
Perché la Bergman voleva lavorare con suo padre?
«Era annoiata dal sistema hollywoodiano. Erano gli anni del maccartismo, e lei era disgustata nel vedere colleghi e amici emarginati perché sospettati di essere comunisti».
Il matrimonio fra suo padre e sua madre era già concluso?
«Sì, erano già separati e mio padre aveva già avuto una relazione, ormai terminata, con Anna Magnani.
Papà è sempre stato un monogamo: ha avuto tante donne, ma una dopo l'altra, senza sovrapposizionï».
La Bergman, ancora sposata, fu accusata di essere una concubina. Il film segnò la fine della luna di miele fra suo padre e gli Stati Uniti?
«Stromboli fu un film torturato in America. La casa di produzione, la Rko, fece molti tagli e un montaggio assai differente da quello voluto da mio padre. Ne nacque anche una causa giudiziaria e alla fine fu deciso che la versione della Rko poteva si circolare, ma solo negli Usa. Ma non fu l'unico caso di censura».
Anche Rossellini subiva tagli?
«E alcuni davvero assurdi. In Europa 51, sempre con Ingrid, la censura eliminò una frase tratta del Vangelo e in Francesco giullare di Dio venne tagliato il prologo, un montaggio delle immagini di Giotto, perché si accennava alla Chiesa corrotta che il Santo voleva combattere. Per ritrovare quelle scene ho dovuto fare un lavoro da detective negli archivi Kodak degli Stati Uniti».
Da bambino, come ha vissuto la relazione fra suo padre e la Bergman?
«Le mamme dei miei compagni di classe erano curiose di sapere da me i particolari più intimi. Ma io sapevo molto poco di quella storia. Poco dopo Stromboli nacque però Robertino, il primo dei loro tre figli».
Vivevate come fratelli?
«È grazie alla tolleranza di mia madre e alla capacità di Ingrid di tenere tutti insieme che siamo rimastí uniti. Ricordo una bella vacanza a Amalfi con tutti noi bambini e mamma, Ingrid e Sonali, la terza moglie di mio padre».
In molti hanno accusato Stromboli di essere l'inizio della decadenza del cinema rosselliniano. È d'accordo?
«Nel 1977, quando papà è morto, nel suo portafogli ho trovato il ritaglio di un articolo di giornale del 1946, anno in cui uscì Paisà. Iniziava cosa: "Dalla mente ottenebrata del regista..!' e continuava con degli insulti. Già subito dopo Roma città aperta la critica ha iniziato a vedere una decadenza del suo cinema. Ma lui mi disse: "Odio rivedere i miei film del passato, ho nostalgia solo del futuro"».
La Bergman fu anche una musa per suo padre?
«Lei metteva tutta se stessa in quelle pellicole, anche come autrice. Era colta e intelligente, non una pupattola nelle mani del regista».
Ne è ancora innamorato?
«Ho ricordi meravigliosi. Sì, dopo sessant'anni la amo ancora».
Da Il Venerdì di Repubblica, 18 settembre 2009