C'era una volta in Francia un attore di cinema che piaceva molto alle midinettes ed era alquanto disdegnato dai critici: Jean-Pierre Aumont. Durante la guerra questo attore (che, malgrado il nome bien franais, dev'essere di origine ebraica) andò a Hollywood, dove ebbe una certa fortuna. Poi la guerra finì. Aumont fece ritorno in Europa; si rivelò, a Parigi, commediografo di un certo talento, e cosí la gente imparò ad ammirare la moglie di Aumont, una hollywoodiana, di nome Maria Montez.
Poi, dopo il marito, arrivarono le pellicole della moglie.
In La selvaggia bianca Maria Montez è uguale alla Maria Montez di Schiava del Sudan: una bellissima ragazza, soda di carni, con occhi di fuoco, adattissima agli adolescenti di stomaco buono, unici spettatori di film capaci di preferire il technicolor al bianco e nero.
E' un'attrice Maria Montez? Non lo si può certo dire da questi due film. Ma si può dire una cosa certa di una interprete su cui i producers rischiano milioni di dollari in opere di questa fatta: che rappresenta il mito femminile di moltissimi maschi in questi anni. Dopo Rita Hayworth tre donne sono state "lanciate" per dannar l'anima a quelli che hanno meno di vent'anni: Gene Tierney, Jane Russell e Maria Montez. La Tierney è la più intellettuale delle tre: destinata a piacere anche alle signore e agli snobs. Jane Russell è la vamp allo stato puro: una bellezza da vaccari e da banditi. Maria Montez è una bellezza romantica, esotica, salgariana. Sarebbe stata quella da noi preferita, la sua immagine sarebbe stata attaccata sul muro della nostra camera, se noi fossimo nati nel 1930: diciassette anni fa.
Da Candido, 21dicembre 1947