Ha diversi significati 2046, la cifra che dà il titolo al bellissimo film del cinese Wong Kar-wai: è il numero di una fatale camera d’albergo; è l’anno in cui Hong Kong, dove il regista abita, diventerà interamente parte della Repubblica popolare cinese; è la meta di un treno misterioso su cui sale chi vuoI ritrovare i propri ricordi perduti. È l’opera cinematografica languida, imperfetta, di altissimo stile, nella quale Tony Leung, massima star asiatica, recita il suo personaggio più seducente, lo stesso del capolavoro precedente del regista, In the Mood for Love un uomo gentile con piccoli baffi alla Clark Gable, un giocatore, un giornalista mezzo disoccupato che scrive per vivere romanzi pornografici e avveniristi. Perduto il suo amore, è divenuto «il re del flirt», fa «una vita vagabonda di donna in donna».
Il fascino di Tony Leung (il nome completo sarebbe: Tony Leung Chiu Wai) sta nell’essere un dandy cinese occidentalizzato, un elegantissimo amante dai modi squisiti, una figura generosa e malinconica. Ma sa essere pure, in Hero di Zhang Yimou, uno stoico guerriero solitario, un leggendario assassino innamorato chiamato Spada Spezzata, un duellante acrobatico che muore insieme con la donna amatissima, Neve che Vola, trafitti dalla stessa spada. Sa essere, in Happy Together ancora di Wong Kar-wai, un giovane gay infelice a Buenos Aires, terra d’esilio notturna e livida stellarmente lontana dalla sua Hong Kong, luogo di sradicamento, nostalgie e vuoto dove vivere un amore tormentato.
Il divo più famoso e richiesto dell’Asia ha cominciato alla tv: ruoli secondari, poi da protagonista Negli anni Ottanta è stato al centro del boom cinematografico di Hong Kong; la notorietà internazionale è cominciata da La città dolente di Hou Hsiao Hsien, Leone d’Oro alla Mostra di Venezia nel 1989, in cui interpretava un personaggio di fotografo nella storia corale di Taiwan negli anni 1945-1949. Con i registi migliori (anche John Woo maestro del cinema d’azione, oltre Wong Kar-wai narratore dell’amore difficile), si è affermato come attore di straordinario talento, di fascino romantico e sensuale.
Un destino raro, l’Occidente accetta più facilmente dall’Asia gli attori specializzati in arti marziali o nell’azione violenta, oppure la bellezza delle donne: insieme con Gong Li, con Maggie Cheung, con Jet Li e Zhang Ziyi, Tony Leung forma quel gruppo di divi asiatici che sempre più impareremo ad apprezzare e stimare, forse ad amare.
Da Lo Specchio, 30 ottobre 2004