Il sapore del ranch, quel misto di tradizionale americano e culturalmente moderno, in televisione si traduce nei generi classici della serialità. Ha il sapore del ranch un poliziesco classico, ce l'ha un noir classico e ovviamente c'è l'ha una situation comedy.

Episodi brevi, risate registrate, tutto girato in studio, praticamente l'equivalente contemporaneo del palco scenico tradotto in serialità.

Forse per questo The Ranch, la serie che parte dal 1° aprile su Netflix, ha il sapore dell'instant classic televisivo.

Come vuole la tradizione la storia è quella di un nucleo familiare, due fratelli che cercano di mandare avanti gli affari avendo a che fare con un padre tradizionalista e una serie di amici, conoscenti, fidanzate e amanti che sembrano usciti dall'immaginario collettivo degli Stati Uniti del Sud.

Siamo in un ranch, il che significa che il contrasto in grado di animare la trama è tutto tra l'America di una volta e quella moderna, tra la vita dorata cui aspirano i cittadini e quella concreta della campagna.

I creatori della serie sono Jim Patterson e Don Reo, gli stessi di Due uomini e mezzo, la sit-com che ha lanciato Ashton Kutcher. Non a caso Kutcher è uno degli interpreti principali, uno dei due fratelli protagonisti assieme a Danny Masterson, mentre il padre duro e inflessibile di mandriane origini è il volto da cinema dei Coen Sam Elliot (attore presente in quasi tutti i film dei fratelli solitamente con piccole apparizioni significative; ne Il grande Lebowski ad esempio è il cowboy narratore). Caratterista che da solo vale il prezzo dell'abbonamento.

Se Friends o How I Met Your Mother sono state sit-com in grado di fare da specchio dei tempi, rappresentazioni televisive delle aspirazioni moderniste del pubblico, del desiderio di essere parte del proprio tempo, The Ranch appartiene invece a un altro mondo, a quello caldo e tenero di La vita secondo Jim o Tutto in famiglia. Questione di modelli presentati ma anche di ambientazione.

Non una finta metropoli ma una finta campagna, non una famiglia artificiale creata da amici (la seconda famiglia o Zweite Heimat come direbbe Edgar Reitz) quanto una famiglia vera, i legami tradizionali e l'esigenza di crearsi un'esistenza là dove sono le radici.

The Ranch è l'ironia e la comicità americana al suo grado più semplice e per questo più eterno, fondato fieramente su quell'equivalente dei caratteri della commedia dell'arte che lo show business audiovisivo statunitense ha creato nei suoi ultimi 100 anni di vita. Il padre burbero, tutto pragmatismo e pochi grilli per la testa, i fratelli intraprendenti senza troppo cervello, il matriarcato come modello di esistenza da combattere ma anche unico porto salvo alla fine della fiera, deus ex machina chiamato a risolvere ogni problema. Sit-com come The Ranch non smetteranno mai di essere girate.