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Pupi Avati è snob o no?

Quinto potere, errori e stranezze della critica cinematografica.
di Robert Bernocchi

In foto il regista Pupi Avati.

mercoledì 9 novembre 2011 - BIZ

Cos'è Quinto potere? A parte ovviamente il riferimento all'omonimo film (Network in originale), è una rubrica che segnala gli errori, le stranezze, gli esempi di chiara incompetenza e magari anche gli spoiler commessi dai giornalisti italiani impegnati in campo cinematografico.

Pupi Avati vs Festival di Roma
Un connubio interessante quello tra Pupi Avati e i giornalisti durante il festival di Roma. In particolare, l'intervista con Valerio Cappelli del Corriere della Sera, subito dopo che il suo Il cuore grande delle ragazze è rimasto a mani vuote, in cui il regista si lamenta delle "giurie fatte apposta per vivere in una sorta di piccolo snobismo provinciale". Poi dice "non credo che i film dei miei giovani colleghi siano così tanto al di sotto di quelli che hanno vinto". Viene da pensare che Avati abbia seguito molto i film del Festival. E invece, per sua stessa ammissione, "non ho visto niente" (e allora come fa a giudicare? Mah...). Peraltro, ci si chiede perché dire che "andrebbe premiato il cinema di qualità che guarda anche il pubblico", considerando che il film che la giuria ha eletto vincitore, Un cuento chino, ha ottenuto anche il riconoscimento del pubblico e quello della critica online. A questo punto, non si capisce come abbia potuto dire a Micaela Urbano del Messaggero, commentando questo consenso trasversale, "Capisco la giuria, ma il pubblico...". Ciliegina sulla torta, una dichiarazione di Avati a La stampa nel 2007. "Oggi un regista come Fellini non potrebbe sopravvivere" e "il cinema italiano pensa solo agli incassi e risponde alla logica del pubblico". Insomma, chi è lo snob? E chi è che si preoccupa dei gusti del pubblico?

Minorenni al potere
Dopo averci spiegato con degli articoli di approfondimento che a Hollywood è il momento dei maschi e prima ancora delle donne, ora Repubblica online scopre ora che "le vere celebrità super-emergenti di Hollywood, le più "hot" della stagione in corso e di quella successiva, sono tutte molto, molto lontane dalla maggiore età". Ne segue un elenco di attori minorenni più o meno famosi (Chloe Moretz, Asa Butterfield, Hailee Steinfeld, Abigail Breslin, per citarne alcuni), che sostanzialmente ci ricorda come nei film ci siano anche ruoli per bambini/adolescenti (ma va?). Ora, siamo in attesa del pezzo su "la carica degli over 60", anche se il vero capolavoro potrebbe essere un articolo sull'avanzata dei transgender nella Mecca del cinema (ma qui sembra difficile...)

Nerone e River
Complimenti a Libero, che apre un dibattito su Boccaccio e Woody Allen che cambia il titolo del suo film, ma intanto non sa cosa significhi l'espressione "Nero Fiddled" (una sorta di "suonare mentre Roma brucia", per indicare in generale qualcuno che non si preoccupa in una situazione grave) e prova con un "Nerone imbrogliato". Lo stesso quotidiano, con un pezzo a firma Umberto Leone, ha parlato negli scorsi giorni di un film con River Phoenix che potrebbe finalmente uscire tra poco e che era rimasto incompleto dopo la morte dell'attore. La famiglia è assolutamente contraria, ma questo non sembra preoccupare molto il giornalista. "La schermaglia tra le parti è però probabilmente solo un copione già scritto in attesa della data ufficiale di uscita del film, nella migliore tradizione hollywoodiana". Insomma, si accusano i familiari di cinismo, senza spiegare le ragioni per cui dovrebbero fare questa sceneggiata...

Italiani in patria
Aprendo l'articolo "Nuovi film - Ciak in Italy" di Maria Pia Fusco su Repubblica, ci si aspetta di vedere un pezzo sulle produzioni straniere in Italia. Invece si parla dei luoghi in cui sono state girate le pellicole italiane. Evidentemente, è una notizia sorprendente che i film tricolori si facciano in Italia...

Il furto del secolo
In un'intervista di Lorenzo Soria de La Stampa a Roman Polanski (in cui si parla un po' discutibilmente di "tragedia che si è procurato da solo" per quanto riguarda lo stupro di una tredicenne nel 1977), il regista parla tranquillamente della sconfitta del suo Il coltello nell'acqua all'Oscar per il miglior film straniero, dove fronteggiava 8 e ½, peraltro uno dei suoi film preferiti. Ma qual è il geniale titolo del pezzo? Polanski: "Fellini mi rubò un Oscar". Quasi più fantasioso e sorprendente dei film girati dal regista polacco…

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