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Vittoria Puccini, madrina entusiasta e fatalista

A pochi giorni dalla Mostra l'attrice fiorentina racconta le sue emozioni.
di Giovanni Bogani


venerdì 26 agosto 2011 - Incontri

Venezia è speciale. Non è un festival come gli altri. È il cinema che celebra la sua festa, sono registi e attori internazionali per strada. Un paio di anni fa, mi sono trovata a chiacchierare di cinema con John Turturro, così, come per caso. E quindi, essere la madrina di questa festa del cinema è un sogno".
Vittoria Puccini è felice, a pensare che hanno scelto lei per aprire e chiudere la manifestazione di cinema più antica del mondo. E anche, diciamolo, per svecchiarne l'immagine. Una madrina di neppure trent'anni, con gli occhi da gatta e le lentiggini da ragazzina. Sarà lei a presentare, il 31 agosto, il film di apertura, Le idi di marzo, scritto e diretto da George Clooney.

Come ti aspetti l'incontro con lui?
Beh, è inutile negare che sia un uomo molto affascinante, e anche molto bello. Ma l'aspetto che mi colpisce persino di più, in lui, è il suo coraggio, la sua personalità di regista: nel suo Good Night, and Good Luck ha saputo proporsi come autore di cinema sofisticato, con un rigore narrativo e formale straordinario. Non me lo aspettavo.

Quando è che il cinema, per te, è diventato un sogno, una promessa?
Con la mia famiglia, ero bambina, andammo a vedere Otto e mezzo di Fellini: e in quel momento capii che il cinema poteva farti entrare in un mondo, il mondo del regista. E che in quel mondo potevi anche viverci.

Quali altre volte sei venuta alla Mostra del cinema?
In tre occasioni, ho vinto il premio Diamanti al cinema/Kinéo. Un riconoscimento importante, perché è decretato dal pubblico: vuol dire che la gente ti riconosce, e ti stima. Io ho avuto la gioia di vincerlo per tre volte. Lì ho capito che tanti anni di televisione non avevano cancellato la mia identità come attrice di cinema.

Dunque la tv la lasci, per ora?
Io non rinnego e non rinnegherò mai la televisione, che mi ha dato la popolarità. Ma il mio piacere più grande è quando posso fare del cinema.

Venezia è stata anche per te il set di un film, Colpo d'occhio di Sergio Rubini.
E abbiamo girato di notte, dentro i padiglioni della Biennale d'arte. Tra una pausa e l'altra, andavo a sbirciare le opere d'arte contemporanea, mi perdevo come una bambina. C'era un'atmosfera magica, silenzio totale, immensa suggestione.

Il tuo sarà il primo ingresso in scena della Mostra di Venezia 2011. E sarà anche l'ultimo, nella serata in cui annuncerai il Leone d'oro. Hai dei rituali, delle pratiche scaramantiche speciali?
Niente di niente. Sono molto fatalista. Se devo aiutare il destino, preferisco farlo nell'unico modo che conosco: preparandomi. Sono molto concreta e pratica. Poi, accada quel che deve.

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