Advertisement
Storia "poconormale" del cinema: puntata 103

Una rilettura non convenzionale della storia del cinema. Di Pino Farinotti.
di Pino Farinotti

Elio De Capitani . Interpreta Silvio Berlusconi nel film di Nanni Moretti Il caimano.

venerdì 11 febbraio 2011 - Focus

Il sociale
Nel 1992 il nostro cinema vince dunque l'Oscar con Mediterraneo. Da allora, fino ad oggi, abbiamo ottenuto un Leone d'oro con Così ridevano, e una Palma d'oro con La stanza del figlio. Tre grandi premi in trent'anni. Uno per decennio. Negli anni d'oro ne avevamo, più o meno, uno all'anno. Sono ancora a ribadire che se valgono, pur con tutti le arbitrarietà che sappiamo, i tre maggiori riconoscimenti, il nostro cinema ha tutte le necessità... di risorgere.

Sociale
Nel 1998 il Festival di Venezia riconosce il Leone a Così ridevano, di Gianni Amelio. Trattasi di film "sociale" e autoctono, che la memoria del cinema (non italiano) non trattiene. È una storia del sud: anni Sessanta, un giovane arriva a Torino, dal sud appunto, e si accorge che il nord è peggio, occorre difendersi e sopravvivere, in tutti i modi. Anche non leciti.
Nel 2001 arriva l'ultima grande attribuzione, La stanza del figlio, film importante in assoluto, oltre il contesto italiano, meritevole dell'Oscar. Il miglior Moretti.
Negli anni duemila siamo stati sistematicamente umiliati non soltanto nelle attribuzioni, ma addirittura nelle selezioni. Quasi mai un nostro titolo è arrivato almeno a contendersi il premio. Per trovare titoli italiani "vincitori" bisogna ricorrere al.. David di Donatello.

Caimano
Un titolo che rappresenta con efficacia il ruolo della politica nel cinema, ed è significativo del decennio, è Il caimano, di Moretti. Il film venne programmato secondo la tempistica delle elezioni del 2006. Era un vero spot elettorale a favore del centrosinistra, che vinse le elezioni. Il Caimano era, naturalmente, Silvio Berlusconi. Io considero Moretti –lo ribadisco una volta ancora- una "prova dell'esistenza in vita del cinema italiano". Col Caimano gli era stato chiesto di essere un militante puro, e lui, con riluttanza, aderì. Ma le parti del film "commissionate" gli crearono disagio, lo annoiarono. Vale uno stralcio della scheda sul dizionario "Farinotti". "...Il segmento "privato" invece è squisitamente morettiano, dunque riconoscibile, dunque di qualità. Con citazioni, anche robuste, di Almodovar (la scena grottesca di sangue in cucina), e con qualche scontato richiamo, magari senza entusiasmo, zapateriano: Teresa alla fine si rivela lesbica con tanto di "moglie" e bambino "inseminato" in Olanda. Se dal corpo del film togli i blocchi del Presidente, strutturalmente non succede nulla. Sarebbe semplicemente un altro film, migliore..."

Codici
Se il "Caimano" è un modello politico, c'è un altro film che presenta tutti i codici "anni duemila". È Quo Vadis baby? (1995). Codici significa dissacrazione di quelli che, tradizionalmente, sarebbero chiamati valori. È un cinema triste e dove non valgono le differenze. Relativismo è un concetto pertinente. Il film di Salvatores è un manuale davvero completo. I personaggi sono "attori" perfetti di quella cultura. "... Giorgia è un'investigatrice dedita un po' a tutto, "canne" comprese. Ada è sorella di Giorgia. Si è impiccata sedici anni prima. Giorgia cercherà di comprenderne la ragione guardando delle videocassette registrate da Ada. La sorella bella voleva fare l'attrice, accettava ogni regola del gioco, disposta a tutto, pronta per tutti i letti, con uomini e donne, in conflitto col mondo, dedita alla cocaina. L'amico di Giorgia è tale Berti che dice "Dio non c'è, un'altra vita non esiste, dobbiamo accontentarci di questa". Il capitano Contini è il padre, freddo e crudele, e violento. Risulta che abbia lasciato morire la moglie. È stato la causa prima del suicidio della figlia. Il commissario Bruni è amico di Giorgia. La sorprende che si fa una canna. Le dice "già di mattina? Fa' come me, una cannetta prima di dormire". C'è un altro personaggio umano, solidale, è Anna, pornomodella. Dice a Giorgia: "non ero solo amica di tua sorella, ci amavamo". Anna è anche mamma. Si tiene il bambino vicino, dietro una porta, mentre lavora. Ada e Giorgia sanno, già da bambine che "la mamma ha un amico". Salvatores offre le sue indicazioni: la speranza che non c'è, il sospetto verso la famiglia, l'odio verso i nostri simili, il "diverso" sempre migliore degli altri, il niente, Dio che non esiste. Ci sarebbe il "fumo", te lo legittima un modello indiscutibile, un funzionario dello Stato. Quo vadis baby è dunque tutto questo. Il regista non trascura nulla, con capillarità e chirurgia. Per fortuna quei modelli non sono di tutti. Poi c'è la gente, che è certamente migliore di quel cinema." Politica e modelli tristi-cattivi-deprimenti. Tutto fa parte di una certa cultura prevalente del nostro cinema. Una cultura che certo ha contribuito prima al sospetto, poi al distacco, da parte del movimento internazionale.

Gallery


{{PaginaCaricata()}}

Home | Cinema | Database | Film | Calendario Uscite | MYMOVIESLIVE | Dvd | Tv | Box Office | Prossimamente | Trailer | Colonne sonore | MYmovies Club
Copyright© 2000 - 2024 MYmovies.it® - Mo-Net s.r.l. Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione anche parziale. P.IVA: 05056400483
Licenza Siae n. 2792/I/2742 - Credits | Contatti | Normativa sulla privacy | Termini e condizioni d'uso | Accedi | Registrati