Una favola meditata che ci invita a riflettere sui confini, con semplicità e acutezza. Drammatico, Commedia - Italia2024. Durata 105 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Ambientato in Puglia, un dramma dai toni della commedia che cerca di affrontare il concetto di confine. Espandi ▽
Alfonsina Milletarì è una bidella in pensione che vive in un paese della Puglia. Non è particolarmente religiosa ma una notte in sogno le appare la Madonna che le chiede di fare pace con il fratello e di far scavare in un uliveto, in un punto preciso in cui una sua immagine è stata sepolta.
Beppe Cino è da sempre interessato ad un'indagine antropologica sui valori che rendono l'essere umano degno di essere definito come tale. Con questa favola meditata, ci vuole invitare a riflettere sulla molteplicità di barriere che si frappongono a un dialogo che finisce col sembrare impossibile ma che forse non lo è.
Sotto quell'albero bisogna scavare non tanto per trovare quanto la Madonna apparentemente chiede ma soprattutto per riscoprire la possibilità di un dialogo e forse anche di qualcosa di più. Cino ce lo espone con semplicità ma anche con l'acutezza nella descrizione dei caratteri. Recensione ❯
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Una storia di tori e toreri che non prende il volo, in cui a mancare sono proprio il sangue e l'arena. Drammatico, Italia, Spagna2023. Consigli per la visione: Ragazzi +13
In una piccola città del nord Italia, un bambino, Matteo, cresce circondato da bare e con la madre gravemente malata. Sogna di andare via, e morire da eroe in un'arena. Nelle praterie dell'Andalusia, un vitello, Fandango, viene allevato per diventare un toro da corrida. Matteo e Fandango crescono in mondi distanti e paralleli, ma un giorno dovranno incontrarsi e affrontarsi, davanti a migliaia di persone. Recensione ❯
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Il film racconta in modo divertente e costruttivo il fallimento, vissuto spesso come una vergogna indelebile e quasi mai come preziosa occasione di crescita. Espandi ▽
Andrea Gregoretti è un regista disoccupato che abita in un capannone nel mezzo del nulla. Dopo molti dinieghi da parte dei produttori che gli ripetono che "il cinema è un mestiere d'élite" Andrea comincia a sentirsi un fallito totale, ed è in quel momento che gli arriva l'idea geniale: raccontare in un suo film le gesta dei fuoriclasse della sconfitta, ovvero tutti coloro che, soprattutto (ma non solo) in ambito sportivo, hanno toppato clamorosamente, rendendosi però protagonisti memorabili di imprese in qualche modo epiche.
È la sua ribellione alla cultura del vincente che è diventata "l'unità di misura delle nostre vite" e il suo modo di rispondere alla domanda: "Perché perdere fa così male?".
Andrea Muzzi costruisce un film a sua misura raccontando una storia metacinematografica: lui stesso è uno sceneggiatore e un regista (oltre che un attore, noto soprattutto per le collaborazioni con Alessandro Benvenuti) che fatica a trovare produttori e distributori e ha subito la cancellazione di un suo film (scritto con Ugo Chiti) alla vigilia dell'inizio delle riprese, ma non si rassegna a soccombere alla cultura cinematografica improntata ai blockbuster. Recensione ❯
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