La missione diplomatica in Francia del politico statunitense Ben Franklin durante la rivoluzione americana. Basata sul libro della scrittrice premio Pulitzer Stacy Schiff, 'A Great Improvisation: Franklin, France, and the Birth of America'. Espandi ▽
Siamo nel 1776 e, in un viaggio che attraversa le onde dell’Atlantico, Benjamin Franklin (Michael Douglas), accompagnato da suo nipote e assistente Temple (Noah Jupe), naviga verso l’Europa con un obiettivo ambizioso: assicurare l’appoggio della Francia nella fervente lotta per l’indipendenza americana contro la Gran Bretagna. La reputazione di Franklin, saldamente ancorata alla sua fama internazionale come inventore, diplomatico e intellettuale, si scontra con la complessità e la sfiducia dell’intricata corte francese, trasformando questa missione in un gioco di equilibri diplomatici. Non potevamo che aspettarci un’ottima interpretazione da un attore della vecchia guardia come Michael Douglas, che traduce sullo schermo un uomo di spirito e astuzia, ma anche dotato di vulnerabilità e dubbi. L’intesa con Noah Jupe, che interpreta il giovane Temple, è al centro della narrazione: un dinamico scambio intergenerazionale che esplora le differenze di visione e le sfide nel legame tra i due. Tuttavia, il punto dolente della serie si annida nella sceneggiatura: la storicità di Franklin sfuma sotto i colpi di una modernizzazione eccessiva. Da riconoscere la capacità di Tim Van Patten, alla regia, nel mescolare il dramma storico con momenti di introspezione più personali, creando un ritratto complesso e sfaccettato del protagonista e del tempo; similmente la fotografia, che si avvale di luci naturali e tonalità desaturate, contribuisce a creare un’estetica che è al tempo stesso ricca e intimista. Pur essendo visivamente affascinante e ricca di dettagli storici,
Franklin soffre però di un certo grado di staticità narrativa.