Dodici anni dopo Titanic, James Re-del-Mondo Cameron porta sul grande schermo un altro impareggiabile capolavoro, che in meno di un mese è già entrato di diritto nella storia del cinema. Avatar è un'esperienza cinematografica che coinvolge tutti i sensi, soprattutto se gustata attraverso il 3d, mai come questa volta estremamente efficace.
Lo spettatore si immerge completamente nella spettacolare Pandora, una realtà mozzafiato che spalanca gli occhi sul nostro mondo. I Na'vi sono assolutamente credibili e mai inverosimili: grazie al notevole uso del motion capture, dell'emotion capture e di innumerevoli tecnologie, Cameron rende umani gli abitanti del lussureggiante pianeta. Pandora è una realtà maestosa come non si era mai visto al cinema, e di notte i suoi colori fluorescenti sottolineano maggiormente gli scenari suggestivi del pianeta. Come il protagonista Jake Sully (un eccezionale Sam Worthington), anche lo spettatore si innamora di questo meraviglioso mondo e percepisce una totale empatia con la natura di Pandora, come insegnano i Na'vi e la bellissima Neytiri.
Se il film appare perfetto sotto ogni punto di vista (regia impeccabile, cast in stato di grazia, effetti visivi, sonoro, fotografia), molti si compiacciono nel criticare la colonna sonora e la sceneggiatura. In primis, le musiche di James Horner accompagnano le suggestive immagini senza mai strafare, quale elemento complementare di questa rivoluzionaria opera cinematografica. Inoltre bisogna evidenziare che spesso le storie narrate sono quasi sempre le stesse e ciò che importa, dunque, è il modo in cui vengono raccontante. E qui Cameron si dimostra un narratore all'altezza, coadiuvato dall'estetica sorprendente del suo film: egli non è semplicemente il regista, ma un vero e proprio demiurgo che plasma ogni particolare di questa storia che ha iniziato a sviluppare ben 15 anni fa.
Avatar non è semplicemente un film di intrattenimento, bensì induce alla riflessione su temi scottanti della nostra realtà: l'incessante politica imperialista e colonizzatrice della nostra civiltà, il razzismo, la necessità di salvaguardare la natura per conservare l'equilibrio della vita. Quest'ultimo aspetto caratterizza da sempre la vita su Pandora, dove ogni essere è accomunato da un'energia interattiva destinata a tutelare l'armonia del pianeta.
Comprendiamo dunque l'eroico Jake che, nella sua nuova vita di avatar, matura la schiacciante consapevolezza della sua esistenza da ex marine: "Ero un guerriero che sognava di portare la pace... ma prima o poi bisogna svegliarsi". E Jake ne è capace, aprendo gli occhi sugli errori degli umani non guardando semplicemente, ma... vedendo. E la metaforica formula di amore e di rispetto propria dei Na'vi, "Io ti vedo", sancisce un legame (tsahelu) impossibile da sciogliere.
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