Solido e denso film storico-politico, biopic rigoroso e introspettivo, fondato sulla paradossale vicenda del “padre della bomba atomica” che, nel tentativo di salvare l’avvenire del genere umano, collabora all’invenzione di uno strumento capace di distruggerlo per sempre; comprendendo di aver fallito proprio nel momento in cui aveva portato a termine il progetto più grandioso.
Basandosi sulla dettagliata biografia di Kai Bird e Martin J. Sherwin (“American Prometheus: The Triumph and Tragedy” - Premio Pulitzer nel 2006), Nolan rompe ogni linearità d’azione e intreccia tre linee temporali orizzontali (la scienza, il Potere, la redenzione) e due blocchi verticali (divisi dalla bomba come rivelazione di un nuovo ordine mondiale), e si focalizza sulla figura complessa, sfuggente e ambigua del protagonista; brillante studioso disposto a tutto per la scienza ma anche anima lacerata da dilemmi morali, ambizioso ma anche vanitoso ed egoista, che non ha mai rinnegato quel che ha fatto e i motivi per cui lo ha fatto ma anche uomo dilaniato ed inquieto messo di fronte alle sue responsabilità e lasciato solo di fronte al (caos del)la Storia e al conflitto degli uomini.
Affascinante e raffinato a livello formale e narrativo, il film riflette in modo chiaro, preciso e lucido sull’ambiguo rapporto tra Scienza, Etica e Potere e manipolazione di informazioni.
Lo stile elegante e molto curato, come al solito, ben si sposa qui (ancor di più che in precedenza) con la complessità e la portata umanista dell’argomento trattato.
La densità dettagliata e stratificata della materia narrata dalla pellicola garantisce l’aderenza emotiva dello spettatore; costui viene travolto in modo magnetico da immagini immersive e dialoghi (molti), da atmosfere sospese e a tratti liriche o oniriche, musiche e ritmo tensivi (oltre alla regia e agli attori, sono di ottima qualità anche scenografia, fotografia, montaggio e colonna sonora).
Non tutto è perfetto (vedi alcuni squilibri), ma è un film efficace e molto riuscito nella carriera di Nolan.
Robert Oppenheimer, interpretato da un convincente Cillian Murphy (ma anche il resto del cast – tra i quali Emily Blunt, Robert Downey Jr., Matt Damon, Kenneth Branagh – è molto funzionale), diventa sempre più in bianco e nero, roso dal rimorso e in cerca di redenzione (“adesso sono diventato morte, il distruttore di mondi”), e, chiudendo gli occhi si e ci interroga urgentemente sul nostro presente (“i fisici hanno conosciuto il peccato e da questa consapevolezza non potranno mai liberarsi”).
La sceneggiatura, molto interessata all'analisi intimistica dei personaggi, mette l’accento sull’inevitabilità del fatto storico (l'invenzione della prima bomba atomica nell'ambito del “Progetto Manhattan” al fine di far cessare il secondo conflitto mondiale), senza tuttavia negare che abbia cambiato per sempre gli equilibri del mondo e persino la reputazione morale degli Stati Uniti (dopo il successo del test Trinity, il presidente Harry S. Truman ordina di usare la bomba atomica costringendo il Giappone alla resa).
Nella prima parte il film sembra una sinfonia visiva (decisivo in tal senso l’uso degli effetti speciali soprattutto analogici e l’utilizzo della pellicola 70mm IMAX, soprattutto nella messa in immagini del processo di disarticolazione della materia in pura radiazione elettromagnetica e particelle di luce).
Nella seconda invece si fa più cupa e tormentata proprio come l’animo e la coscienza del protagonista quando si pronuncia contro ulteriori ricerche nucleari, in particolare sulla bomba all'idrogeno proposta da Teller, e viene accusato di frequentazioni con il partito comunista americano (ed è dove compare anche Lewis Strauss interpretato da Robert Downey Jr., Presidente della Commissione per l’energia atomica degli Stati Uniti, coinvolto nell’inchiesta sui suoi rapporti con Oppenheimer e su presunte manipolazioni di informazioni per meri fini personali).
Oppenheimer, da tanto celebrato come “inventore della bomba atomica”, passa all’essere stritolato ed emarginato/abbandonato dal Potere, dalla famiglia, dalle relazioni con il resto della comunità scientifica.
Il periodo prima e quello successivo all’esplosione delle due bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki, convergono così in un unico momento, quello della consapevolezza del peso delle proprie responsabilità.
Il cerchio si chiude (o resta aperto), lo sguardo iniziale che andava oltre la materia, ora va oltre il Tempo e sembra ancora osservare l’in-immaginabile, prospettandoci ancora in modo inquietante (soprattutto oggi…) l’invito alla perenne riflessione su quel che è accaduto e sul deterrente nucleare che si possiede, potenziale e pericoloso sinonimo di mera distruzione e morte generale.
Come dichiarato anche da Paul Schrader, l’ultima ricca e potente opera di Nolan è il film più interessante, importante e urgente per il XXI secolo, assolutamente da non perdere e da vedere soprattutto al cinema.
Una curiosità: “Oppenheimer”, come film ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale, è quello ad aver incassato di più nella storia del cinema.
Voto (in decimi): 8.75
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