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Rassegna stampa di Shin'ya Tsukamoto

Shin'ya Tsukamoto è un attore giapponese, regista, produttore, produttore esecutivo, sceneggiatore, fotografo, montatore, scenografo, è nato il 1 gennaio 1960 a Tokyo (Giappone). Shin'ya Tsukamoto ha oggi 64 anni ed è del segno zodiacale Capricorno.

DAVIDE MORENA
MYmovies.it

Le credenze popolari attribuiscono sinistre peculiarità a chi nasce la notte di Capodanno. Sotto i peggiori (migliori?) presagi viene alla luce il 1 gennaio 1960 Shinya Tsukamoto, prolifico attore e soprattutto devastante innovatore del cinema moderno nelle vesti di regista.
Tsukamoto, che inizia adolescente a girare le prime stranezze in 8mm, si prende una laurea presso il Fine Arts Department dell'Università di Nihon e mette in piedi la sua prima crew cinematografica, chiamata "Kaiju" ("fantasma"), all'inizio degli anni '80.
Nel 1987 realizza il suo primo mediometraggio che si possa dire compiuto, Il ragazzo dal palo elettrico, aka The Adventure of Denchu Kozo, aka The great analog world, un'inedita miscela di horror, incubi hi-tech e follia pura. Il film è il preludio per l'ingresso clamoroso di Tsukamoto nel gotha del cinema di sempre, solo un anno più tardi. Il primo lungometraggio del regista nipponico, Tetsuo - L'uomo d'acciaio, non ha termini di paragone con qualsiasi altra cosa mai prodotta. L'Occidente a quel tempo ha solo una vaga idea dell'ossessione giapponese per i robot, e non sospetta che nelle menti dei compatrioti di Mazinga alberghino fobie tanto allucinanti sullo scabroso rapporto tra uomo e macchina. Il film, come più o meno tutta la produzione di Tsukamoto, divide il pubblico tra quanti lo considerano un genio e quanti invece lo metterebbero volentieri al rogo. Non a caso è definito il David Lynch giapponese.
Prima di tornare al suo "eroe" Tetsuo nel sequel Il martello di carne, Tsukamoto divaga nell'horror puro col pessimo Hiruko the goblin. Seguono pochi film da regista (una media di uno ogni tre anni) che confermano la vena cupa ed altamente ispirata di un autore di cui molti avevano decretato la prematura caduta nel dimenticatoio dopo gli sfolgoranti inizi. Tsukamoto invece offre film che, chi più chi meno riuscito, meritano comunque sempre di essere visti, non fosse altro che per la profondità dei temi affrontati (identità, alienazione, ruolo di genere, morte, voyeurismo, ecc.) e per l'immensa quantità di spunti intellettuali suggeriti.
Al giro di boa del nuovo millennio, Tsukamoto intensifica la propria attività di attore, partecipando a diversi film di importanti colleghi (Miike, Shimizu, Takahashi, Teruo) e firma due pellicole che brillano nell'opaco panorama della produzione mondiale: A snake of June e il recente Vital. I temi sono sempre angoscianti e viscerali, trattati con un'acutezza rara tra i cineasti viventi. A questi va inoltre aggiunta una progressiva crescita della marca stilistica di Tsukamoto regista. L'uso del colore è sempre fondamentale nell'economia del film, così come le scenografie sospese tra il presente e un futuro da incubo: questi alcuni degli elementi che contribuiscono a rendere i film di Tsukamoto delle esperienze sempre "al limite". E dire che ci si aspetterebbe tutt'altro da un omino minuto, timido e accomodante come lui.

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