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Rassegna stampa di Jude Law

Jude Law (David Jude Law) è un attore inglese, produttore, è nato il 29 dicembre 1972 a Londra (Gran Bretagna). Jude Law ha oggi 51 anni ed è del segno zodiacale Capricorno.

ANDREA CHIRICHELLI
MYmovies.it

Il suo nome viene dalla canzone dei Beatles Hey Jude. Ha iniziato studiando recitazione al National Youth Music Theatre. Sul set è stato prima l'amante di Oscar Wilde in Wilde (1997) e poi di Kevin Spacey in Mezzanotte nel giardino del bene e del male (1998).Ha due figli, Rafferty, 4 anni, e Iris, 4 mesi. È stato sposato con un'attrice, Sadie Frost (dalla quale si è recentemente separato dopo un flirt avuto con Nicole Kidman): si conobbero nel 1993 durante la lavorazione del peggior film delle rispettive carriere, Shopping. Ha due tatuaggi (la farfalla delle tavole di Rorschach e alcuni versi della canzone Sexy Sadie, dall'album bianco dei Beatles). Dopo pochi anni di carriera è uno degli esponenti più amati, insieme a Hugh Grant, del "Brit Pack", il gruppo che ha rilanciato a livello internazionale gli attori inglesi dopo un opaco decennio. Ma mentre Grant si adagia spesso in ruoli da ragazzo romantico e goffo, Jude pratica, da sempre, un'interessante guerriglia d'immagine e di ruoli. Così, eccolo lasciare le ambiguità, il fascino e il sole italiano che illumina la sfrontata bellezza e la naturale sicurezza di Dickie Greenleaf in Il talento di Mr. Ripley (1999) di Anthony Minghella. Eccolo indossare, invece, la divisa militare di un eroe sovietico, Vassili Zaitsev, che si muove tra le macerie di Stalingrado durante la seconda guerra mondiale. Così l'ha voluto Jean-Jacques Annaud in Il nemico alle porte (2000): un micidiale cacciatore di tedeschi, il cecchino dalla mira infallibile in una guerra vissuta nel fango e nel ferro di una città ridotta a trincea. Jude Law (che è stato il paraplegico nella società plasmata dall'ingegneria eugenetica di Gattaca (1999), e il complice-protesi di Jennifer Jason Leigh in eXistenZ (1999) di David Cronenberg) è stato costretto a lavorare su un personaggio storico. È stato diretto da Steven Spielberg A.I. Artificial Intelligence (2001) e da Robert Altman in Gosford Park (2001). Il suo ultimo successivo è Era mio padre (2002) di Sam Mendes, Oscar per American Beauty.

LIETTA TORNABUONI
La Stampa

È affascinante. È un donnaiolo. È furbo. È ipocrita, bugiardo, traditore. È tutto quello che una donna odia, ma è amato dalle donne». Una simile presentazione editoriale di Alfie di Bill Naughton (editore Newton & Compton) può corrispondere ad Akfle, film di Charles Shyer, oppure al suo interprete Jude Law? L’attore ha trentatré anni e un tatuaggio a forma di farfalla È inglese, nato da genitori insegnanti a Londra Era sposato con l’attrice Sadie Frost conosciuta sul set madre di due suoi bambini piccoli, ma la moglie l’ha lasciato a causa del complicato legame da lui stretto con Nicole Kidman; però quando è a Londra (quasi mai) va ad abitare nella casa coniugale nella zona chic di Primrose Hill. Porta il suo spiacevole nome, Giuda, per via della canzone dei Beatles Hey, Jude.

SARAH LYALL
The New York Times

THERE could be no more apt and atmospheric place to play Hamlet than at Kronborg Castle, built here in the 16th century at the edge of the sound separating Denmark from Sweden. Laurence Olivier did it and so, over the years, did Richard Burton, John Gielgud and Kenneth Branagh.
Their ghosts, as much as the fictional ghost of the murdered king, seemed to whisper in the background the other night when the latest Hamlet, the British actor Jude Law, performed in the castle courtyard. The presence of the real-life, perfectly sane crown prince of Denmark, Frederik, in the audience on opening night added another layer to the aura of otherworldliness.
The burden and expectation of all this symbolism and history could haunt, even consume, an actor. But Mr. Law, 36, has weathered these and other potential “Hamlet”-based slings and arrows with a practiced ease. He has just finished a celebrated 12-week run in London. The six performances in Elsinore, called Helsingor in Denmark, were a pause before the production moves to the Broadhurst Theater on Broadway for three months. (Previews begin next Saturday.)
Maybe he is just a good actor, but Mr. Law appears convincingly cool and unfazed by any burdens that he might or might not be feeling. In a pair of interviews, one in his dressing room in London and the other at his hotel in Elsinore, joined by Michael Grandage, the director of “Hamlet,” Mr. Law seemed ridiculously energetic, considering that the play lasts more than three hours and requires him, by his estimation, to speak 40 percent of the lines. When it comes to “Hamlet,” both director and actor agreed, the only way to shake off memories of great performances past is to accept that the play has no Platonic ideal. “The play will only ever be defined by the personality of the actor taking the part, and the moment he’s in it,” Mr. Grandage said.
Mr. Law added: “Of course there are times when you think, ‘I’m putting myself up there with these fine actors.’ But there is no definitive ‘Hamlet,’ because you don’t play Hamlet, Hamlet plays you. You come out in him, which is why every production is different. You can have a scholarly Hamlet, or someone who is very comedic, or someone who enjoys the lethargy of the part. There’s something so essential about him. He tattoos himself on your skin.”

MARINA CAPPA
Vanity Fair

Se un giorno Jude Law invitasse un’amica a casa per farle ammirare la sua personale collezione, la ragazza non si troverebbe a guardare farfalle. Vedrebbe una scritta di magliette usate e malridotte: una tagliata da una coltellata, un’altra forata da una pallottola, una terza strappata dopo una zuffa finita male. Sono le T-shirt che Jude ha indossato nei suoi film, macchiate di finto sangue e di vero sudore. L’attore le ha collezionate ruolo dopo ruolo, ferita dopo ferita. Una delle più torturate è quella di Inman, soldato sudista disertore (in origine doveva essere Tom Cruise) che affronta una cruenta odissea per tornare fra le braccia di Nicole Kidman. Un eroico falegname sulle cui spalle - ingrossate di dieci chili, perché l’abituale dieta vegetariana di Jude s’era rivelata troppo ipocalorica - si regge la storia di amore e guerra di Cold Mountain. Film che gli ha procurato la sua seconda nomination agli Oscar dopo quella ottenuta con Il Talento di Mr Ripley nei 1999. Alla premiazione, la sera del 29 febbraio, il giovane attore inglese contenderà la statuetta a colleghi più anziani (entrambi veleggiano sui 40 anni) e navigati, come il “master and commander” Russell Crowe o il pirata Johnny Depp. Gloria sudata, certo: gli è costata mesi d’inferno fra le nevi della Romania in mezzo a esplosioni e cannoni mentre a casa, a Londra, il suo matrimonio crollava (Jude pochi mesi fa si è infelicemente separato dall’attrice Sadie Frost dopo un decennio d’amore e tre figli). Ma è anche il ruolo spartiacque della sua carriera, quello che, dopo dieci anni da sex symbol delle intellettuali, ma sempre in secondo piano rispetto al protagonista maschile del film, lo consacra invece come star solista. Un interprete capace di saltare da uno schermo all’altro con la stessa agilità che sloggiava nei panni di Robin Hood il grande Errol Flynn che Jude interpreterà prossimamente per Martin Scorsese), arruolato al dramma come alla commedia, tanto nella fantascienza quanto nelle storie in costume. Nel suo sguardo Spielberg vide «un fuoco terribile, che infiamma quegli occhi verde elettrico». Anni fla Jean-Jacques Annaud disse di lui: «Mi stupirei se non diventasse uno dei più importanti divi mondiali. Profezia avverata: lo testimoniano i sette nuovi titoli che lo vedono protagonista nel 2004. Chi potrebbe tenere il suo passo. Gli attori di un tempo probabilmente, quelli rotti a ogni parte e a ogni genere. Fatti di una materia di cui ormai son fatti solo i sogni dei cinefili. Oggi tutti, dalla grande stella alla starlette, tendono a specializzarsi in ruoli che si riproducono di film in film. Jude, no. lui, dice, ha deciso di «cavalcare l’onda, come si fa con la tavola da surf». E l’onda lo sta portando lontano. Indietro nel tempo. Perché il londinese Law, dicono i suoi ammiratori, è il nuovo Cary Grant. Come lui arriva dalla Gran Bretagna. Come lui si è formato in teatro. Come lui si appresta a conquistare Hollywood. Vince su Hugh Grant perché non ha quell’aria così british che a Los Angeles rende poco credibile il protagonista di Quattro matrimoni e un funerale. Supera il compagno di studi (brevi: a 17 anni ha già abbandonato la scuola) Ewan McGregor perrhé ha un aspetto più fragile e al tempo stesso più duttile. Qualcuno lo definisce un incrocio fra il magnetismo fisico di Baryshnikov e la stoica bellezza di Robert Redtòrd». Lui qualche tempo fa si vedeva come un ben riuscito mix di Elvis e Rodolfo Valentino. Alle ragazze piace moltissimo: è un bello che promette perfidia. E non ha niente dello yankee rassicurante alla DiCaprio, grazioso ma troppo vitaminizzato per procurare inquietudine. Jude ha il suo lato oscuro. Fin dal nome che porta. Che non è ispirato ai Beatles e a Hey, Jude. Ma arriva dal romanzo di fine ‘800 Jude the Obscure, in italiano Guida all’oscuro. Del personaggio l’autore Thomas Hardy scriveva: «Era sempre stato un desiderio ardente nel suo cuore trovare qualcosa di sublime a cui ancorarsi, per poter salire in alto... Qualcosa che fosse degno della sua ammirazione. Per salire in alto non basta essere «bello in modo devastante», come lo descrivono le giornaliste di qua e di là dall’Atlantico. Né è bastato, a ”Giuda”, indurre platee di spettatrici a puntare i cannocchiali verso il palco, quando recitava a Broadway con Kathleen Turner nei Parenti terribili di Cocteau e usciva dal bagno in nudo “full frontal”. La sua bellezza, agli inizi così ambigua che quando andò in tournée teatrale fu messo a dormire nel dormitorio femminile, l’ha plasmata secondo le proprie ambizioni. Ha intrigato gli uomini: fra i suoi primissimi ruoli ci sono stati Bosie, amore che a Oscar Wilde fece perdere la testa e la reputazione, e l’amante di Kevin Spacey in Mezzanotte nel giardino del bene e del male di Clint Eastwood. Ha conquistato le donne, trasformandosi con Spielberg in un “mecha’ (meccanico, non umano) robot del sesso. Ma quello a cui puntava era altro. Era Hollywood che lui, il biondino tutto eros e adrenalina, voleva sedurre. La sua prima battaglia l’ha vinta e anche i compagni di strada - da McGregor cui sembra destinato a scippare ruoli, alla Kidman, che agli Oscar non è stata nominata - sono caduti sotto il fuoco amico dell’eroe di Cold Mountain. Ora, il soldato Jude punta all’obiettivo finale: diventare il vero divo del cinema Duemila. Da Vanity Fair, n. 8, 2004

KRISTA SMITH
Vanity Fair

Per un anno e mezzo Jude Law, che è di Londra, ha lavorato con la grinta di un americano. Adesso parla anche come uno di loro: «Voglio essere eccessivo. Almeno per un po'». Il risultato sono sei film in uscita: Sky Captain and the World of Tomorrow, I Love Huckabees, Alfie, Lemony Snicket's, L'aviatore e Closer. «Uno via l'altro, letteralmente. Mi ero sempre detto che non l'avrei mai fatto. Prima di tutto per i bambini e poi per la mia pace mentale. Ma è diventata una sfida con me stesso. Veramente interessante”. Arriva per il servizio fotografico con il suo stile naturale, un po' eleganza British e un po' bohémien, e due accompagnatori: Ben Jackson, ex modello di Calvin Klein, che adesso gli fa da assistente, e Johnnie Sapong, il suo parrucchiere, che nasconde i dreadlock sotto un cappello di lana. Jude è così poco vanitoso che quasi ci si dimentica quanto sia bello: finché non sorride, e a quel punto il gioco è fatto.
In questi giorni gli capita di continuo, nonostante i recenti traumi familiari: ha una nuova fidanzata, Sienna Miller. Gli ultimi due anni sono stati un tormento, finito quest'autunno con la rottura del matrimonio con l'attrice e produttrice Sache Frost, che durava da sei anni. Quando si sono separati, lui se n'è andato dalla casa in cui vivevano e se n'è comprata un'altra nel quartiere londinese di Primrose Hill, per essere vicino ai figli

FEDERICA LAMBERTI ZANARDI
La Repubblica

Con quella sua aria molto British, gli occhi più azzurri di Hollywood e uno sguardo che buca lo schermo, è riuscito a sfilare il titolo di uomo più sexy dell'anno perfino a Johnny Depp. Non c'è che dire, l'ascesa verso l'Olimpo di Jude Law non ha più ostacoli. Del resto Jean-Jacques Annaud che l'ha diretto in Il nemico alle porte l'aveva detto: «Jude ha occhi magnetici. Sembrano quelli di un gatto quando ti fissano nel buio della notte abbagliati dai fari». Ma probabilmente il trofeo assegnatogli dalla rivista People l'attore inglese lo deve al bacio mozzafiato che il timido Inman dà alla sua bella Ada (Nicole Kidman) in Cold Mountain. Un ruolo che gli è valso una nomination all'Oscar e il commento di Nicole che, messa da parte la sua proverbiale freddezza, ha detto: «Jude bacia da dio». Ora è riuscito a sciogliere un'altra icona del cinema americano, famosa per il suo «perbenismo», Julia Roherts. »

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