Jonathan Demme è un attore statunitense, regista, produttore, produttore esecutivo, fotografo, musicista, è nato il 22 febbraio 1944 a Baldwin, New York (USA) ed è morto il 26 aprile 2017 all'età di 73 anni a New York City, New York (USA).
Il clan degli ammiratori fanatici di Il silenzio degli innocenti (1991) e di coloro che hanno pianto a calde lacrime per Philadelphia (1993) non si vogliono convincere: ma il primo Demme, il Demme stravagante, fuori dagli schemi prevedibili del mainstream Hollywood era meglio, molto meglio. E anche se i suoi film avevano più spigoli, più imperfezioni - o, in altre parole, erano meno furbi - gettavano sull’America e sulla sua cultura umana uno sguardo molto più profondo e originale degli eccessi patinati di Il silenzio degli innocenti o del coraggio ad usum Delphini di Philadelphia.
In Italia non abbiamo visto i suoi primissimi film - quelli realizzati appena Demme decise di piantarla con i mestieri di critico cinematografico, di commesso, di regista di spot pubblicitari, di allievo della scuola di Corman. Ma bastava incappare al momento giusto in Una volta ho incontrato un miliardario per capire immediatamente che quel ragazzo (si fa per dire, nel 1980 Demme aveva quasi quarant’anni) era un talentaccio. Resta, quello, il suo film che preferisco, in ammirazione davanti al modo con cui Demme tratta una leggenda americana (quella di Howard Hughes, splendidamente incarnato da uno degli attori più bravi e più antipatici di Hollywood, Jason Robards) e la storia vera del rapporto tra un povero apparentemente sano di mente e il ricco maniaco nella sua solitudine. Subito dopo metto l’allegra caduta verso gli inferi di Qualcosa di travolgente (1986), uno dei più seducenti e terrificanti inviti a lasciarsi andare rivolti al marito medio e cittadino americano, nel film quasi un fratellino spaventato di Thelma & Louise. Poi le cose cominciano a diventare troppo perfette e troppo furbe con la deliziosa commedia di mafia e sentimenti che è Una vedova allegra... ma non troppo (1988).
Il salto verso la grande notorietà, però, è avvenuto per Demme con Il silenzio degli innocenti, che è certo migliore del romanzo pulp di Thomas Harris da cui è tratto, ma che è più furbo, abile ed effettistico che serio (e chi dice che non poteva esserlo? Prendete, per aver un’idea, Manhunter - Frammenti di un omicidio di Michael Mann, e Hannibal Lecter secondo Brian Cox). Con Philadelphia infine - come è capitato a Hopkins con il ruolo di Hannibal the Cannibal dopo venticinque anni di cinema - un bravo attore senza volto qual era Tom Hanks è diventato improvvisamente un eroe nazionale, e con le buone maniere ha convinto mezza America che il figliol prodigo (gay) deve essere amato e rispettato. Il fine di Demme forse giustifica i mezzi del sentimentalismo (o non si è trattato anche, nella sua carriera, di ristabilire un equilibrio con la colpevole e morbosa furbizia di Il silenzio degli innocenti?).
Da Irene Bignardi, Il declino dell’impero americano, Feltrinelli, Milano, 1996
Prima e dopo la produzione di Rachel Getting Married, Jonathan Demme si è concentrato soprattutto sulla realizzazione di documentari. Right to Return: New Home Movies From the Lower 9th Ward, che racconta la New Orleans del post-Katrina, è un progetto in fase di sviluppo. Attualmente, è impegnato al montaggio di Neil Young Trunk Show: Scenes From a Concert, mentre è in fase di preproduzione con un documentario su Bob Marley che uscirà a febbraio del 2010, 65° anniversario della nascita del musicista. Jimmy Carter Man From Plains è stata la sua uscita più recente prima di Rachel Getting Married.
Demme ha diretto oltre 25 pellicole, tra cui The Manchurian Candidate, Beloved, The Agronomist, Il silenzio degli innocenti (The Silence of the Lambs, grazie al quale ha vinto l’Academy Award e il premio per la miglior regia da parte dei New York Film Critics), Philadelphia, Una vedova allegra... ma non troppo (Married to the Mob), Qualcosa di travolgente (Something Wild), Swimming to Cambodia e Una volta ho incontrato un miliardario (Melvin and Howard), per cui è stato giudicato miglior regista da parte dei New York Film Critics. Come produttore, è stato coinvolto ne Il diavolo in blu (Devil in a Blue Dress), Household Saints, Music Graffiti (That Thing you Do!), L’oro di Ulisse (Ulee’s Gold)e Il ladro di orchidee (Adaptation).
Le pellicole di Demme sono state candidate a venti Academy Awards. Il silenzio degli innocenti ha ricevuto cinque Oscar nel 1991, quelli per il miglior film, regia, attore e attrice protagonisti e sceneggiatura originale. I suoi film si sono aggiudicati due Academy Award per le sceneggiature, grazie a Una volta ho incontrato un miliardario (sceneggiatura originale, 1980) e Il silenzio degli innocenti (sceneggiatura non originale, 1991), mentre due Oscar come miglior attore protagonista negli anni novanta sono andati ad Anthony Hopkins (Il silenzio degli innocenti, 1991) e Tom Hanks (Philadelphia, 1993), e un altro a Jodie Foster come miglior attrice protagonista (Il silenzio degli innocenti, 1991).
Right to Return: New Home Movies from the Lower Ninth Ward è un progetto a cui Demme tiene molto, perché sentiva la necessità di vedere e documentare lo sforzo di ricostruzione (o la mancanza di esso) a New Orleans. La sua prima visita è avvenuta nell’autunno del 2005, a cui hanno fatto seguito diversi altri viaggi per seguire il percorso della comunità e degli individui di Lower Ninth Ward. Il Tavis Smiley Show ha dedicato una settimana della sua programmazione mostrando degli estratti di Right to Return. In seguito, un mix di materiale ha dato vita al lungometraggio documentario Right to Return: New Home Movies from the Lower Ninth Ward, che è stato presentato al Silverdocs Festival nel giugno del 2007.
I continui viaggi di Demme per documentare le storie in via di sviluppo di queste persone hanno ispirato quattro ulteriori progetti biografici che si trovano in varie fasi di realizzazione: The Harrisons of New Orleans, The Carolyn Parker Story, Pastor Mel e The Blue House, che mostra gli eroici sforzi dell’organizzazione Common Ground all’interno di questa comunità.
Demme, un notevole sostenitore dei diritti umani, ha anche prodotto diversi documentari sui problemi di Haiti, tra cui The Agronomist, Haiti: Dreams of Democracy, Haiti: Killing the Dream, Tonbe Leve e Courage and Pain. Inoltre, ha diretto il documentario Mio cugino, il reverendo Bobby (Cousin Bobby)e ha prodotto la docubiografia, nominata agli Academy Award, Mandela, così come Into the Rope!, che racconta il mondo del Double Dutch, il salto con due corde; The Uttmost, un ritratto del produttore Kenny Utt; e One Foot on a Banana Peel, the Other Foot in the Grave, sulle persone che devono convivere con l’AIDS. Ha anche prodotto il documentario, vincitore del premio Peabody, Beah: A Black Woman Speaks, sulla vita di Beah Richards.
Il talento di Demme lo ha anche spinto verso la musica. Nel 2006, ha fatto uscire l’acclamato film concerto Neil Young: Heart of Gold, ritrovando Neil Young, con il quale aveva già lavorato a The Complex Sessions, il titolo del 1994 che comprendeva sei canzoni tratte dall’album Sleeps with Angels. Ha diretto il film concerto di Robyn Hitchcock Storefront Hitchcock, così come il premiato documentario sui Talking Heads Stop Making Sense. Inoltre, ha diretto dei video per artisti come Bruce Springsteen, Les Frères Parent, The Neville Brothers, New Order, KRS-One e i Feelies. Ha anche prodotto Konbit, un album di musiche haitiane.