Adrien Brody è un attore statunitense, regista, produttore, produttore esecutivo, sceneggiatore, musicista, è nato il 14 aprile 1973 a New York City, New York (USA). Adrien Brody ha oggi 51 anni ed è del segno zodiacale Ariete.
È stato il pianista di Roman Polanski nel film che gli fece vincere l'Oscar. Sarà Jack Driscoll nel «King Kong» di Peter Jackson. Nel frattempo Adrien Brody diventa vittima di una serie di eventi sfortunati in «The Jacket», thriller psicologico che lo vede recitare accanto a Keira Knightley («King Arthur»), nel ruolo di un uomo morto tre volte. La prima volta che Jack Spark muore è durante la prima guerra del Golfo, quando viene ferito alla testa da una pallotola che lo lascia in coma per molto tempo. La seconda volta è nel nativo Vermont, dov’è colpito nel corso di una sparatoria fra un delinquente e un poliziotto. Al risveglio lo accusano della morte del poliziotto. Giudicato non colpevole per infermità mentale, viene rinchiuso in un ospedale psichiatrico, dove lo sottopongono a un terribile esperimento. Drogato, costretto in una camicia di forza e rinchiuso in un loculo, la mente di Jack viene proiettata nel futuro, dove incontra Jackie (Keira Knightley) e scopre il giorno della sua terza e definitiva morte. Ma con l'aiuto della donna cerca di cambiare il corso degli eventi. Diretto dal regista inglese John Maybury, in uscita a marzo negli Stati Uniti (in Italia arriverà solo a luglio), «The Jacket» è un film particolare, una produzione indipendente finanziata dalla Section Eight, la casa di produzione di Steven Soderbergh e George Clooney, che ha proiettato Brody nella terribile realtà degli ospedali psichiatrici. E Brody, che ritiene impossibile recitare un ruolo senza prima aver provato sulla propria pelle le sensazioni del suo personaggio, anche stavolta ha voluto calarsi nella realtà: «Non sono stato chiuso in un carcere psichiatrico e non mi hanno fatto strani esperimenti, ma ho voluto comunque provare un'esperienza simile. Ho sperimentato la “vasca di galleggiamento” nella quale riesci a estraniarti dal corpo - come se fossi drogato - perché nell'acqua, della stessa temperatura corporea, c'è un'alta concentrazione di sali che ti permettono di tenerti a galla». Ha fatto lo stesso anche per «Il pianista»? Ha cercato di provare quelle sensazioni? Ha sofferto la fame? «Sì. Non ho mangiato per molto tempo, sono dimagrito tantissimo, ho perso completamente la massa muscolare ma il peggio è venuto dopo». Cioè? «Ho sofferto per mesi di disturbi dell'alimentazione, avevo attacchi di bulimia incontrollabili. Il ritorno alla normalità è stato faticoso». Il cinema non dovrebbe essere finzione? «Ma nella finzione un bravo attore deve essere credibile e per essere credibile deve perdere i freni inibitori e per farlo non può far finta di, deve entrare nel personaggio, deve farlo al cento per cento, deve sentirlo nella propria carne, deve provare le sue emozioni, i suoi disagi, i suoi dolori. Ecco perché dico che il mestiere dell'attore, del bravo attore, è uno dei mestieri più faticosi e impegnativi al mondo». Il successo, però, ripaga. «Certo. Ma non tutti riescono a raggiungerlo e questo è frustrante per un bravo attore». Per lei le cose non sono andate così. Ha già un Oscar in vetrina e il regista l'ha definita il nuovo Al Pacino. «Ne sono lusingato». La fama è un vantaggio o una limitazione? «Forse entrambe le cose. Se sei famoso devi controllarti di più, ma forse questo è un bene. Ognuno di noi fa cose di cui un po' si vergogna, se sei un personaggio pubblico non puoi farle, altrimenti il mondo viene a saperlo e questo aumenta la tua capacità di self-control. In fondo è un bene». Come mai è a Los Angeles e non a Wellington per girare «King Kong»? «Tornerò in Nuova Zelanda fra pochi giorni. Per Natale la produzione si è presa un mese di vacanza e questi sono gli ultimi giorni prima di tornare sul set». Un mese di vacanza? È così faticoso «King Kong»? «Molto faticoso. Lavorare con Peter Jackson è stimolante e faticoso». Perché? «Soprattutto per il grande uso che fa delle nuove tecniche digitali. Lavorare davanti a uno schermo blu, reggere oggetti e persone inesistenti, parlare con il nulla è una vera fatica, devi completamente lasciarti andare, farti catturare dalla fantasia, perdere i tuoi freni inibitori, altrimenti non ce la fai». Dopo quel successo del 1933, sono stati fatti tantissimi sequel e remake, ma nessuno è mai stato all'altezza dell'originale. «Questo lo sarà».
Da Il Mattivo, 22 gennaio 2005
Ha vinto l’Academy Award come miglior attore grazie alla sua partecipazione a Il pianista (The Pianist) di Roman Polanski. Fino ad oggi, è l’interprete più giovane ad essersi aggiudicato un Oscar in questa categoria. Il suo ritratto del sopravvissuto all’Olocausto, realmente esistito, Wladyslaw Szpilman gli è anche valso i riconoscimenti come miglior attore da parte della National Society of Film Critics, della Boston Society of Film Critics e ai César (l’equivalente francese dell’Oscar), oltre che candidature ai Golden Globes, agli Screen Actors Guild Awards e ai BAFTA Awards.
Di recente, è stato protagonista de Il treno per il Darjeeling (The Darjeeling Limited) di Wes Anderson. A breve, lo vedremo nella commedia romantica e avventurosa The Brothers Bloom, dello sceneggiatore e regista Rian Johnson, in cui lavora con Mark Ruffalo e Rachel Weisz; Giallo Dario Argento, pellicola di cui Brody è produttore e interprete, assieme a Emmanuelle Seigner ed Elsa Pataky; e la pellicola di fantascienza Splice dello sceneggiatore e regista Vincenzo Natali, al fianco di Sarah Polley.
Brody è nato e cresciuto a New York, dove ha frequentato l’High School for the Performing Arts e successivamente l’American Academy of Dramatic Arts. Si è fatto notare per la prima volta con un ruolo da protagonista nella pellicola di Steven Soderbergh Piccolo, grande Aaron (King of the Hill). In seguito, ha partecipato a due film del regista Eric Bross, Ten Benny e Restaurant. Quest’ultimo titolo gli è valso una candidatura agli Independent Spirit Awards. Tra i suoi altri film figurano Harrison’s
Flowers di Elie Chouraqui; Bread and Roses di Ken Loach; La sottile linea rossa (The Thin Red Line) di Terrence Malick; L’intrigo della collana (The Affair of the Necklace) di Charles Shyer; Liberty Heights di Barry Levinson; Summer of Sam - Panico a New York (Summer of Sam) di Spike Lee; The Village di M. Night Shyamalan; e The Jacket di John Maybury.