Lunella esordisce alla regia con un film caratterizzato da protagonisti della tv dei nostri tempi. Espandi ▽
Quattro personaggi, ognuno con la propria storia alle spalle, si incrociano in un villaggio e, tra sfilate di moda, partite di beach volley, giochi d'animazione e balli di gruppo, scopriranno la loro capacità di amare.
Vanessa, per esempio: avvocato di successo, seria, determinata. Con un fidanzamento molto lungo alle spalle e un matrimonio imminente, decide improvvisamente di cambiare la sua vita, scappando dall'altare il giorno delle nozze. Sul traghetto, ancora confusa dagli avvenimenti che hanno, in un attimo, stravolto la sua esistenza, incontra Emanuela. Vanessa confida ad Emanuela i motivi per cui è sola ed è l'inizio di una amicizia. Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Sospetti e rimorsi di un diplomatico, tra affair internazionali e vecchie amicizie soffocate dal sospetto, al centro del nuovo film di Zanussi presentato a Venezia 2005 Espandi ▽
Da quando è morta la sua Helena, compagna di una vita, Wiktor non riesce più a conformarsi ai rigidi canoni dell'ambasciata di Polonia in Uruguay, cui egli stesso è a capo. L'ambasciatore, che ha creduto in Solidarnosc e nei suoi valori, è ora spiazzato dal trionfo delle "non regole" della società succeduta alla caduta del regime comunista. Ogni certezza e speranza sembrano essere crollate. Anche quella personale sul rapporto coniugale che sembrerebbe essere stato incrinato con una relazione con un diplomatico russo ora salito a livelli dirigenziali. Progressivamente Witia scopre che la realtà è stata ed è più complessa di quanto lui non abbia ipotizzato. Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Jigsaw, psicopatico ideatore dello sterminio delle sue vittime in Saw, è tornato per compiere un'altra terribile partita del suo orribile gioco con la vita o con la morte. Altre otto vittime sono pronte a lottare per la vita. Espandi ▽
L'enigmista continua il suo sadico gioco con un gruppo di sfortunate vittime rinchiuse insieme e costrette ad uccidersi l'un l'altro. Un detective, Eric Mason, cercherà di acciuffarlo. Seconda parte analoga alla prima. Perché cambiare stile se c'è sempre più gente che ferma l'auto bloccando il traffico per 'godersi' la vista delle vittime di incidenti stradali raccapriccianti? Ecco allora il consueto inanellamento di obbrobri sostenuto per di più da una sceneggiatura che per arrivare alla fatidica ora e mezza mette in scena un detective così poco perspicace che neanche l'ispettore Clouseau. Quello però ci divertiva. Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Da un libro del premio Nobel Imre Kertész, scrittore ungherese ebreo sopravvissuto ai campi di concentramento, la storia di Gyuri Koves, 14enne alle prese con la tragedia dell'Olocausto. Espandi ▽
È difficile criticare un film che tratta il tema dell'Olocausto. Ed è ancora
più difficile farlo dal Festival di Berlino, in una città dove ancora esistono
i fantasmi di quella tragedia. Il film di Lajos Koltai, direttore della fotografia di István Szabó, si basa
sul romanzo autobiografico di Imre Kertész. Racconta la prigionia dello scrittore
ungherese ebreo deportato, da bambino, nei campi di concentramento di Auschwitz
e Buchenwald. Quella che era un'infanzia felice e spensierata si trasforma
presto in una maturità dolorosa, vissuta in un vortice di crudeltà e degenerazione.
Trama significativa, senza dubbio. Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Terence Malick porta sullo schermo la sua personalissima interpretazione del racconto classico di Pocahontas e dei suoi rapporti con l'avventuriero John Smith e l'aristocratico John Rolfe, nella colonia americana di Jamestown Virginia del 1607. Espandi ▽
Nel 1607 alcune navi inglesi arrivarono sulle coste della Virginia. A bordo c'era il capitano John Smith, che ebbe l'incarico di esplorare la regione. Fu fatto prigioniero dalla tribù Powhatan. Pochahontas, figlia del capo gli salvò la vita e si innamorò di lui. Successivamente Smith tornò in patria, la principessa venne adottata dalla comunità inglese, si convertì al cristianesimo, sposò il colono John Rolfe, ebbe un figlio, venne condotta in Inghilterra, ricevuta a corta dal re Giacomo I, morì a ventidue anni durante il viaggio di ritorno nel nuovo mondo.
Il film racconta questa storia senza mai pronunciare "Pocahontas", ma attribuendo alla principessa il nome di Rebecca. Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Al centro dell'ennesimo horror targato Corea del sud ci sono un paio di scarpette rosse, ma molto diverse da quelle della ballerina diretta da Michael Powell nel 1948: stavolta uccidono! Espandi ▽
Sun-jae scopre che il marito la tradisce e decide di trasferirsi con la figlia a Seoul. Un giorno sulla metropolitana Sun-jae vede delle scarpe rosse da cui si sentirà fortemente attratta che purtroppo però le riserveranno un tragico destino...
Altro giro, altro horror orientale. Stavolta, ed è questa la notizia dopo alcuni film davvero brutti che hanno popolato i cinema alla fine della scorsa stagione, siamo di fronte ad una pellicola piuttosto godibile.
Il regista, Kim Yong-Gyun, riesce a mixare in maniera efficace le inquietudini della famosa fiaba di Hans Christian Andersen (cui The Red Shoes s'ispira, anche se molto alla lontana) con la tradizione horrorifica di matrice coreana e confeziona un film teso, tutto sommato avvincente, impeccabile dal punto di vista visivo e ben recitato dalle due protagoniste. Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
La vicenda di un gruppo di subacquei alle Bahamas che tentano di recuperare un relitto in fondo al mare, infestato da feroci squali. Espandi ▽
Quattro giovani appassionati di immersioni trovano un relitto che, come alcuni raccontano, dovrebbe contenere un ricchissimo tesoro. Ma una volta giunti a destinazione fanno una scoperta inaspettata che decidono di non rivelare a nessuno. La lealtà tra loro viene messa a dura prova e quando il loro gruppo diventa vittima di un affare più grosso, dovranno decidere da che parte stare. Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Durante i lavori di ristrutturazione a casa di Chantal Letellier, una brillante avvocatessa, si delineano gli aspetti principali di una nuova coscienza sociale fondata sulla comprensione dell'altro. Per volontà o per forza. Espandi ▽
Il problema dell'immigrazione è sempre stato molto sentito dal popolo transalpino, e il cinema, alcune volte, ha partecipato attivamente alla causa, come quando la bella Emmanuelle Béart si è mobilitata sfilando pubblicamente per le vie parigine al grido di "Nous voulons le Sans Papiers".
Con Lavori di casa la regista Brigitte Rouän utilizza il tono della commedia per sottolineare proprio le problematiche dell'integrazione, e lo fa sorridendo sui diritti e i doveri degli immigrati clandestini.
Carole Bouquet è Chantal Latellier, un avvocato di successo che non perde mai una causa. E' la sua vita privata a essere un totale disastro. Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Una "Carmen" sudafricana con libretto riscritto in lingua locale non si era ancora vista. L'esperimento, pur con qualche incongruenza, può dirsi riuscito Espandi ▽
Da quando Prospero Merimee scrisse il suo breve romanzo e da quando il soggetto divenne il libretto di una delle opere liriche più note al mondo, il nome di Carmen è indissolubilmente associato al connubio tra passione amorosa e morte. Il cinema si è ispirato palesemente a questo personaggio in numerose occasioni (da Chaplin a Rosi passando per Saura e Godard solo per citarne alcuni) offrendoci anche una Carmen di colore ( Carmen Jones ) e una con i capelli fulvi di Rita Hayworth ( Gli amori di Carmen ). Non aveva però' mai osato 'riscrivere' il libretto dell'opera (conservando intatte le musiche) per tradurlo in una lingua del tutto particolare come lo Xosa parlato nelle township di Cape Town. Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Nove italiani sopravvisuti ai campi di concentramento nazisti raccontano le loro terribili storie, dalle leggi razziali in Italia fino alla liberazione Espandi ▽
Mimmo Calopresti torna al documentario e lo fa nel senso più stretto del termine, realizzando cioè un documento puro e semplice. Il che non è affatto un limite di Volevo solo vivere, ma è anzi il motivo della sua straordinaria importanza. Nove sopravvissuti ai campi di sterminio nazisti raccontano la loro prigionia, vittime della più devastante e folle malvagità dei tempi moderni, se non dell'intera Storia dell'umanità (termine, quest'ultimo, adatto come appellativo, ma raramente come attributo). Non manca, in apertura, il filmato d'archivio in cui Mussolini annunciava il varo delle leggi antisemite sulla scorta di una supposta "superiorità razziale", quanto mai opportuno per ricordare ai sempre più numerosi difensori della tesi "italiani brava gente" le precise responsabilità italiane nello sterminio di milioni di esseri umani. Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.