La dimensione spirituale e umana di Michelangelo Merisi attraverso i luoghi, le opere e le ombre della Roma del Giubileo del 1600 e in quella di oggi. Espandi ▽
L’emozione delle immagini di folle di persone che, pacifiche, camminano, osservano, cantano, pregano, nei dintorni di Roma per giungere a piazza San Pietro, è forte ed è un segnale di speranza per chi pensa che non esista più un desiderio di comunità. Il Giubileo, ancora oggi, ha quella pura energia che unisce diverse generazioni. Il film di Giovanni Piscaglia inizia il racconto mostrando questi vividi gruppi di persone che invadono con grazia la città. Genti di qualunque provenienza ed età che incontreremo durante lo sviluppo di una storia che narra il lavoro e le opere di Caravaggio. Il grande pittore barocco nel 1600, proprio durante l’anno del Giubileo di papa Clemente VIII, vive e lavora a Roma, aderendo la sua arte al sacro.
Il film narra le azioni rocambolesche di Michelangelo Merisi (1571-1610), detto il Caravaggio per via della sua provenienza nei dintorni di Milano, che, tra un’altissima pittura, interessanti relazioni con i papi e con le famiglie aristocratiche ed azioni personali sempre al limite (o anche al di là di esso), ha vissuto Roma negli anni di più grande ricchezza culturale, architettonica e di flusso delle genti. La chiave che unisce l’energia del Giubileo (ancora oggi) e la forza espressiva di Caravaggio è dunque la città di Roma. Il film si sviluppa tra i racconti della vita di Caravaggio, le accurate e bellissime descrizioni, sia visive, dove la camera si sofferma con lentezza e grazia sui soggetti e sui colori lasciati dal maestro nelle sue pitture, che di racconto restituito grazie agli interventi di professionisti dell’arte e della città di Roma.