La vera storia della Spaghetti Funk, storica crew milanese che all'inizio degli anni '90 ha dato il via in Italia alla nascita del genere hip hop in Italia. Espandi ▽
Un gruppo di amici si riunisce per realizzare un sogno impossibile: fare rap all'italiana. Nasce così la Spaghetti Funk, storica crew milanese che all'inizio degli anni Novanta, partendo da zero, ha dato il via alla nascita del genere hip hop in Italia, tra successi e allontanamenti. Non è l'ennesimo documentario musicale di taglio biografico. Quello firmato e prodotto da Carla Mori e Gabriele “Pacio” Pacitto è piuttosto la testimonianza di un'impresa sulla carta impossibile, che un gruppo di ragazzi sconosciuti realizzasse insieme il sogno di fare musica. La forza del documentario non sta solo nella scelta delle musiche (di Articolo 31, Gemelli Diversi, Space One e Dj Jad), ma nel proporre un efficace mix tra repertorio, live, backstage e archivi privati con immagini inedite gustose girate direttamente dai protagonisti, capaci di cogliere e restituire sullo schermo l'intimità di un gruppo di amici, ma anche sottolineare la potenza dirompente di una generazione decisa a rompere con il passato e usare la musica come strumento di emancipazione. Recensione ❯
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Una danza di proiettili scatenata da un uomo in stato di shock per il suicidio della fidanzata. Espandi ▽
La fidanzata di Goda si suicida con un colpo di pistola. Il trauma dell'evento conduce Goda verso un'ossessione per le armi da fuoco e quindi verso un limbo degradato di violenza. Trovandosi a contatto con una gang che in passato lo aveva rapinato, finisce per diventarne una delle figure centrali.
Ideale conclusione di una trilogia sulla crisi identitaria maschile, nata con Tetsuo e proseguita con Tokyo Fist, Bullet Ballet porta alle estreme conseguenze il rapporto tra trauma, alienazione e ossessione urbana. Nel suo linguaggio essenziale e rabbioso, Bullet Ballet è forse il film più cupo di Tsukamoto: meno apocalittico ma più dolorosamente vicino alla realtà. Il corpo non si trasforma più, non si ribella, non evolve: è fermo, pietrificato dalla sofferenza. Recensione ❯
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Un'opera che risponde alla necessità di non seppellire nell'oblio quanto accaduto in Brasile negli anni della dittatura. Thriller, Brasile, Francia, Paesi Bassi, Germania2025. Durata 158 Minuti.
Negli anni '70 in Brasile un uomo torna nella propria città di origine essendo ricercato da chi lo vuole morto. Espandi ▽
1977. Il Brasile vive sotto un regime militare dittatoriale. Con il falso nome di Marcello un professore universitario torna con il figlio nel nordest del Paese per cercare notizie sulla madre in attesa di espatriare. Nel passato si è messo di traverso rispetto all’attività di un corrotto imprenditore di origini italiane ed ora due killer sono sulle sue tracce per eliminarlo. Kleber Mendonça Filho torna a Recife, sua città di nascita, per raccontare il clima di violenza che dominava nel Brasile degli anni della dittatura. Il film viene strutturato in capitoli come fosse un romanzo e inserito, da un certo punto in poi, nella ricerca che due giovani studentesse stanno svolgendo nel presente in un archivio al fine di far emergere storie del periodo della dittatura. Questa modalità di narrazione ci rimanda alle origini giornalistiche del regista offrendo anche occasione per un riferimento alla necessità di non seppellire nell’oblio quanto accaduto in quegli anni. Recensione ❯
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Il rapporto in crisi tra una madre psicologa e il figlio alunno nella stessa scuola, in un mondo che cade a pezzi. Espandi ▽
Slovenia, anno scolastico 2020-2021. Durante la pandemia da Covid, Maja e il figlio quattordicenne Jan si trasferiscono dalla capitale Lubiana in una cittadina di provincia. Lei lavora come psicologa nella stessa scuola primaria dove il figlio sta frequentando l'ultimo anno. Maja ha da poco divorziato, è in crisi e ha problemi di alcolismo. Nel frattempo, dopo aver seguito i primi mesi di lezioni da remoto, Jan tenta invano di ambientarsi nella nuova classe, viene bullizzato e fa amicizia con uno strano e pericoloso vicino di casa.
Con un umorismo tipico di certo cinema dell'Est europeo, il regista e sceneggiatore sloveno Nejc Gazvoda al suo terzo lungometraggio di finzione mette in scena un mondo a pezzi, strapazzato non solo dagli effetti della pandemia e dalla quarantena.
Dramma e commedia si mescolano per delineare in chiave grottesca una contemporaneità in crisi, che si riflette sulla sfera familiare, scolastica, sociale. In costante equilibrio tra commedia e dramma, Gazvoda demolisce i due nuclei educativi fondanti della società, famiglia e scuola, che affondano nel ridicolo di modelli disfunzionali in cui ciascun individuo, senza distinzioni tra età adulta e adolescenza, sembra pensare solo a sé stesso o a salvare le apparenze. Recensione ❯
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Tre coppie. Quattro vacanze. Tante questioni da affrontare. Espandi ▽
Nel corso di un anno, tre coppie di amici, legate dai tempi dell'università, si ritrovano per trascorrere insieme quattro vacanze, una per ogni stagione. Kate, la figura più organizzata del gruppo, è sposata con Jack, un uomo accomodante e rassicurante; Danny e Claude formano una coppia molto affiatata, ma segnata dai primi segnali di fragilità fisica; Nick e Anne, che appaiono come la coppia più solida, vedono invece il loro matrimonio sgretolarsi quando Nick annuncia l'intenzione di divorziare e presenta al gruppo la sua nuova, giovane compagna: Ginny. Nel susseguirsi delle stagioni, i rapporti tra i sei amici si trasformano, messi alla prova dal tempo che passa, nonostante la loro ostinata volontà di restare uniti.
Con The Four Seasons, Netflix propone una miniserie matura e sottile.
La serie cattura con precisione quell'attimo fragile in cui la vita non è più fatta di sogni da realizzare, ma di equilibri da mantenere. Lo fa con un'estetica elegante, un montaggio che scandisce le stagioni con ritmo musicale - Vivaldi, non a caso, aleggia nel titolo e per tutta la serie - e con un cast affiatato, consapevole di ciò che sta costruendo: raccontare, senza eccessi, il passare del tempo. Recensione ❯
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Un'infermiera si trova coinvolta in una snervante corsa contro il tempo. Espandi ▽
Floria lavora come infermiera in un ospedale cantonale svizzero: è giovane, abile, esperta, disponibile. E come succede sempre più spesso, insieme a una sola altra collega è l'unica di turno nel suo reparto e può contare giusto sull'apporto di una studentessa in tirocinio. Nonostante ciò, Floria riesce incredibilmente a occuparsi di tutti i pazienti. Per Floria il turno è infinito, e così la sua pazienza, anche dopo aver commesso un errore potenzialmente disastroso.
Al termine del film, una dicitura informa lo spettatore che nel 2030 in Svizzera mancheranno 30.000 infermieri qualificati e che la questione è in realtà globale e rappresenta un rischio per tutti.
La frenesia dei movimenti di Floria si oppone alla debolezza dei suoi pazienti, alla loro rassegnazione dopo scoppi di rabbia, ed è in questi spazi di vita, di contraddizione e in fondo di bellezza, che il film lascia alla sua bravissima interprete Leonie Benesch (conosciuta in La sala professori) il tempo e il modo di mostrarsi come uno dei volti più interessanti del cinema europeo, così fragile da non chiedere altro che empatia e così forte da trascinare il film ben oltre i cliché del cinema medico. Recensione ❯
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Un dramma carico di tensione dedicato alla storia di sfruttamento di un giovane macellaio in cerca di un futuro migliore. Drammatico, Lettonia, Belgio, Lituania, Francia2019. Durata 108 Minuti.
La storia di un uomo che, dopo essersi trasferito in cerca di un futuro migliore, si troverà ad affrontare problemi ancora più grandi di quelli che aveva. Espandi ▽
Oleg è un giovane macellaio lettone trasferitosi in Belgio con la speranza di ottenere un salario dignitoso. Viene licenziato improvvisamente per via di un incidente: un collega si taglia un dito con un macchinario e lo accusa ingiustamente di aver causato l'infortunio. Senza soldi e senza un visto che gli consenta di rimanere a Bruxelles, Oleg decide di affidarsi all'affabile Andrzej, che promette di procurargli un nuovo lavoro e, per di più, anche un passaporto.
Presentato alla Quinzaine des Réalisateurs al Festival di Cannes 2019, Oleg è un dramma intenso costruito sulla solida interpretazione di Valentin Novopolskij e sull'abile regia di Juris Kursietis, che si muove con sapienza sul confine tra riparabile e irreparabile, sopravvivenza e morte.
La regia di Kursietis, nel frattempo, costruisce una tensione crescente, che fa perno sull'ambiguità. Ambigua è la figura del lunatico Andrzej - interpretato da un bravissimo Dawid Ogrodnik - e ambiguo è anche lo stile utilizzato dal regista, continuamente sospeso tra un piglio documentaristico e un taglio più onirico e metaforico, in cui quello che succede diventa simbolo di qualcos'altro. Recensione ❯
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La storia dietro il leggendario film Fino all'ultimo respiro. Espandi ▽
Un film che narra la storia della produzione dell'iconico Fino all'ultimo respiro di Jean-Luc Godard. Recensione ❯
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Un'opera ambiziosa che mette in scena la condizione femminile con un raffinato gusto compositivo e qualche vezzo. Drammatico, Germania2025. Durata 149 Minuti.
Una fattoria rurale è il luogo che fa nascere il legame fra quattro ragazze di epoche diverse. Espandi ▽
Tre epoche diverse, tre storie di giovani esistenze, un comune destino femminile che ha a che fare con il proprio (limitato) ruolo nel mondo. Non c’è unità di tempo ma c’è unità di luogo perché le storie si svolgono tutte nella stessa fattoria. E forse c’è qualche legame famigliare ad unire le tre protagoniste: una bambina, una ventenne, una preadolescente. Intorno a loro vediamo madri alienate e incapaci di affrancarsi dalla società patriarcale in cui vivono, nonché di proteggere i propri figli, e uomini che considerano legittimi atti di violenza, molestie e stupri in nome di una supremazia reiterata nel tempo. Sound of Falling, opera seconda di Mascha Schilinski, è ambiziosa sia in termini di contenuti che di durata che soprattutto di forma. Esteticamente il film si muove fra la crudeltà di Michael Haneke e la oleografia della pittura fiamminga, con qualche compiacimento di troppo e qualche vezzo autoriale diventato di moda ma anche con un raffinato gusto compositivo e un utilizzo sapiente degli strumenti cinematografici. Recensione ❯
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Dialoghi ritmati, omaggi e il sapore della Broadway d'altri tempi. La brillante scrittura di Linklater a servizio di una storia di amicizia e creatività. Biografico, USA, Irlanda2025. Durata 100 Minuti.
Una notte nella vita del leggendario paroliere Lorenz Hart. Espandi ▽
1943. Una sera di fine marzo, a New York, va in scena la prima di Oklahoma!. Lorenz Hart, paroliere e autore di musical, attende la fine dello spettacolo in un bar, triste perché il suo storico collaboratore alle musiche, Richard Rodgers, ha realizzato la nuova opera in coppia con uno scrittore diverso da lui. Richard Linklater, cineasta che sa giocare col tempo torna con un altro scenario da “tutto in una notte” in cui racconta una godibile sinfonia di parole, musica e cuori spezzati ambientata in un bar newyorchese. Un chamber piece dalla scrittura brillante, che si diverte e si specchia nell’ossessione di Hart per la parola e la composizione. Dialoghi ritmati, omaggi variegati, il sapore della Broadway d’altri tempi: c’è tanto per gli appassionati dell’epoca, ma anche i neofiti potranno farsi catturare da un’opera che indaga la mistica alla base di ogni relazione. Un amore impossibile fa rima con un’amicizia autentica, e insieme le due cose si uniscono in metafora di un sodalizio creativo e professionale che semplicemente finisce, come tante cose della vita. Recensione ❯
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Un rigoroso documentario che attraverso la musica parla del nostro Paese senza chiudere la porta al grande pubblico. Documentario, Italia2025. Durata 120 Minuti.
Un documentario girato tra le varie regioni di Italia in cui si scoprono diverse tradizioni popolari. Espandi ▽
Dalla Liguria alla Calabria, dalle Marche alla Sicilia, una storia fatta di frammenti che catturano diverse realtà italiane attraverso gli strumenti musicali che appartengono a ognuna di esse. Cos’è un paese, una cultura, quando ne si va a cercare il nucleo più tangibile? La risposta dei fratelli De Serio è un rigoroso documentario in undici tappe, sparpagliate per le varie regioni italiane, che guarda in particolare alla musica, al canto e agli strumenti che lo rendono possibile per raggiungere una dimensione autentica del folklore e della ricerca etnografica. Ricco in suggestioni e riscoperte, il film parla di noi senza però distogliere lo sguardo dagli oggetti e dalle tradizioni che hanno segnato la nostra storia, restando mirabilmente concreto. La magia più grande del film, che di per sé non sarebbe fuori posto nei dipartimenti di musicologia internazionali, è che riesce a non chiudere la porta a un pubblico più ampio. Recensione ❯
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Dopo la morte dell'amica, Eleanor, 90 anni, torna a Manhattan e finge di essere una sopravvissuta ad Auschwitz. La bugia le regala affetto, ma non durerà. Espandi ▽
La plurinovantenne Eleanor Morgenstein vive in Florida con la migliore amica Bessie. Alla morte dell’amica, Eleanor fa ritorno a Manhattan dalla figlia e dal nipote e qui, ritrovatasi per caso a un incontro di sopravvissuti all’Olocausto, racconta come propria l’esperienza ad Auschiwitz di Bessie. La sua testimonianza attira l’attenzione di Nina e tra le due donne, nonostante la differenza di età, nasce un profondo legame. L’esordio alla regia di Scarlett Johansson è una commedia che scava più nelle ragioni del dolore, che nella memoria dell’Olocausto. È un classico film americano scritto in ogni sua elemento, senza sbavature e scarti dalla trama e con un costante controllo del materiale predisposto, dalla recitazione misurata e insieme travolgente della bravissima June Squibb all’onnipresente presenza dell’accompagnamento sonoro. Proprio la sua prevedibilità, però, racchiude il segreto della sua efficacia, così come la modestia non scontata della sua regista. Recensione ❯
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Ducournau si avventura di nuovo nel territorio dell'orrore corporale. Un film emozionante come una nascita e struggente come un lutto. Drammatico, Francia, Belgio2025. Durata 128 Minuti.
Alpha ha 13 anni e vive in un mondo minacciato da un virus che pietrifica gli uomini. Tra paure, segreti e tensioni familiari, cerca di salvarsi e capire. Espandi ▽
Alpha ha 13 anni e un’adolescenza tribolata. Figlia unica di una madre single, rientra da una festa con un tatuaggio sul braccio e il terrore negli occhi, perché da qualche tempo un misterioso virus trasforma gli uomini in pietra. La sindrome misteriosa è al centro delle ricerche di sua madre. A complicare il foyer domestico e il clima ansiogeno è Amin, lo zio di Alpha, tossico impenitente e redivivo. Julia Ducournau prosegue la sua esplorazione ossessiva del corpo, filmato come soggetto concreto e carnale - un grano di pelle, una goccia di sangue, un braccio bucato dalla siringa – ma anche fantasmagorico – una misteriosa malattia trasforma la gente in sculture di marmo. Alpha è il racconto di una mutazione, quella del corpo adolescenziale, che scopre l’alterazione e non sa cosa fare, e quella del corpo mortale, che la natura ci costringe a sopportare, nell’inferno della dipendenza dall’eroina o nell’inferno di un’età irrespirabile in cui non c’è quasi nulla da salvare. Recensione ❯
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In un futuro dove i sogni sono aboliti, un "Fantasticatore" viene riportato in vita con pellicola e rivive più vite, fino alla fine del mondo (e del cinema). Espandi ▽
In un tempo imprecisato, l’umanità ha scoperto che rinunciando ai sogni potrà vivere per sempre. Alcuni individui, denominati fantasmers, ossia “Fantasticatori”, continuano a sognare e, pur consumandosi nel farlo, acquisiscono il potere di viaggiare nel tempo, specie se direzionati dai “Grandi Altri”. Una di questi ultimi trova un Fantasticatore in una sala dell’oppio e gli ridà vita innestandogli della pellicola cinematografica: la creatura ritornerà giovane e vivrà storie differenti, fino alla fine del mondo (e del cinema). L’ambiziosissimo Bi Gan lascia briglia sciolta a una visione ermetica e immaginifica sulle “magnifiche sorti e progressive” del cinematografo, ri-raccontando la storia del cinema attraverso i suoi capolavori. Ma Bi non è mai un imitatore: il suo è un sogno che genera sogni e che prova a digerire e risputare un secolo abbondante di cinema in forme nuove, mantenendo un’aura di romanticismo onirico che giustifica l’affermazione di chi vede in lui l’erede di Wong Kar-wai. Recensione ❯
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Una caduta vertiginosa nel
dramma e la risalita, tenace. Una storia di resilienza, di amore per la
vita, di speranza. Documentario, Italia2025. Durata 52 Minuti.
Un documentario che esplora forza mentale e passione attraverso una storia di rinascita, di quelle che solo lo
sport sa regalare. Espandi ▽
Il documentario racconta la storia di Simone "Tartana" Fabbri, la sua scelta di confrontarsi con un IRONMAN, il suo avvicinamento umano e la sua preparazione fisica e mentale in vista dell'evento e, infine, l'evento stesso. Una storia di coraggio, rinascita e volontà di superare i propri limiti, che riesce a toccare corde profonde, anche attraverso l'ironia e la spontaneità della sua voce narrante. Recensione ❯
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