The Four Seasons

Film 2025 | Commedia

Regia di Shari Springer Berman, Robert Pulcini. Una serie Da vedere 2025 con Steve Carell, Will Forte, Colman Domingo, Tina Fey, Kerri Kenney. Cast completo Genere Commedia - USA, 2025, Valutazione: 4 Stelle, sulla base di 1 recensione. STAGIONI: 1 - EPISODI: 8

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Ultimo aggiornamento domenica 11 maggio 2025

Tre coppie. Quattro vacanze. Tante questioni da affrontare.

Consigliato assolutamente no!
n.d.
MYMOVIES 4,00
CRITICA
PUBBLICO
ASSOLUTAMENTE SÌ
Una miniserie matura e sottile che racconta il passare del tempo con una grande ironia.
Recensione di Gabriele Prosperi
domenica 11 maggio 2025
Recensione di Gabriele Prosperi
domenica 11 maggio 2025

Nel corso di un anno, tre coppie di amici, legate dai tempi dell'università, si ritrovano per trascorrere insieme quattro vacanze, una per ogni stagione. Kate, la figura più organizzata del gruppo, è sposata con Jack, un uomo accomodante e rassicurante; Danny e Claude formano una coppia molto affiatata, ma segnata dai primi segnali di fragilità fisica; Nick e Anne, che appaiono come la coppia più solida, vedono invece il loro matrimonio sgretolarsi quando Nick annuncia l'intenzione di divorziare e presenta al gruppo la sua nuova, giovane compagna: Ginny. Nel susseguirsi delle stagioni, i rapporti tra i sei amici si trasformano, messi alla prova dal tempo che passa, nonostante la loro ostinata volontà di restare uniti.

Con The Four Seasons, Netflix propone una miniserie matura e sottile.

Otto episodi, due per ciascuna stagione dell'anno, nella quale il gruppo di amici si riunisce per una vacanza condivisa: un format che si muove con equilibrio tra commedia e malinconia, aggiornando con tono contemporaneo l'omonimo film scritto, diretto e interpretato da Alan Alda. Il primo aggiornamento è evidente nella composizione delle coppie: nella versione di Tina Fey, Lang Fisher e Tracey Wigfield, una delle tre è composta da due uomini, Danny e Claude - rispettivamente interpretati da Colman Domingo (Fear the Walking Dead) e dall'italiano Marco Calvani - che portano in scena una relazione gay interrazziale, contribuendo a espandere e approfondire i temi della serie.

Ugualmente significativo è lo spazio dedicato ai personaggi femminili, in particolare Anne (Kerri Kenney-Silver) e Ginny (Erika Henningsen), ex-moglie e nuova compagna di Nick. Steve Carell, nei panni di quest'ultimo, offre una delle sue interpretazioni più intense e stratificate dai tempi di The Office: un uomo vulnerabile e al contempo egocentrico, volutamente contraddittorio proprio per incarnare quella fase della vita in cui il desiderio di libertà si scontra con il peso delle responsabilità, e l'impulso a reinventarsi convive con il rimorso per ciò che si lascia indietro. Un personaggio scritto per non essere risolto, che non cerca assoluzioni né redenzione, ma che riesce comunque a conquistare empatia proprio nella sua imperfetta, umanissima incoerenza.

Ma è soprattutto Tina Fey a farci tremare, non tanto per l'evoluzione dei temi e dei formati narrativi che hanno segnato la sua carriera (dall'inestimabile 30 Rock a Unbreakable Kimmy Schmidt), quanto per la maturità della sua recitazione. Fey "mostra le rughe", non nel senso fisico ma in quello espressivo, narrativo. Le battute ironiche - pillole comiche che scivolano nei dialoghi tra le coppie - sono calibrate, naturali, perfettamente inserite nel contesto. La sua ironia - che, da sempre, in quanto figlia (oggi forse madrina) del Saturday Night Live, è tagliente, intelligente, misurata - non perde forza, si trasforma in un mezzo per illuminare crepe. Siamo abituati alla sua comicità esplosiva, trainante, accurata, capace di nascondere tra le sue pieghe il commento politico o il dramma sociale senza mai, davvero, trasformarsi in retorica. Ma qui accade qualcosa di nuovo, un ribaltamento: la commedia lascia spazio al dramma, ai non detti, alla fatica del restare insieme.

Temi come la routine di coppia, le piccole menzogne quotidiane, la ricerca di un cambiamento "malgrado tutto" - perfino la vecchiaia - si affacciano sulla scena. Eppure, la sua ironia resta, discreta ma puntualissima, ancora esplosiva... ma al punto giusto, capace così di rubare la risata nel momento stesso in cui si oscura la scena a causa della profondità di uno dei temi affrontati.

È un'ironia malinconica perché impossibilitata a diventare altro da sé, a farsi satira pungente in un'epoca in cui la satira è stata espropriata ai suoi fautori. E così diventa funzionale a riconoscere un tempo che è passato, e ancora prima che per i personaggi, per la sua abilissima autrice. La malinconia che attraversa The Four Seasons non è rivolta al passato in sé, né a un'idea idealizzata di giovinezza. Non si racconta nemmeno la classica crisi di mezza età - sebbene sia questa la giustificazione che gli amici attribuiscono alla scelta di Nick di lasciare la moglie per una millennial vegana di vent'anni più giovane. La nostalgia che si respira è per una comicità che sapeva anche far pensare, che aiutava a interpretare il reale. Un'ironia che si fa lente, più che giudizio.

Le vacanze stagionali diventano perciò, oltre che artificio narrativo della serie, un vero e proprio termometro emotivo delle relazioni con cui osservare le mutazioni interne al gruppo e, più in profondità, il rapporto tra attore e pubblico, tra comico e spettatore. Ne emerge una Tina Fey maturata: un'autrice consapevole di come la comicità, se ben dosata, possa essere veicolo di verità emotiva, di resistenza quotidiana, persino di elaborazione del lutto.

The Four Seasons non fa affidamento su grandi colpi di scena; preferisce gesti minimi, silenzi, passeggiate, dialoghi apparentemente casuali che diventano nodi emotivi. La tensione narrativa scaturisce da un quotidiano condiviso in cui si annida il comico, e da cui affiora - proprio grazie a esso - l'interrogativo: cosa resta quando la vita smette di essere una promessa e diventa una negoziazione continua? L'umorismo, in questo contesto, si radica in una maturità che riconosce quanto l'amore richieda manutenzione, il matrimonio sia fatto di adattamenti costanti, e l'amicizia sia soggetta, anch'essa, all'usura del tempo.

La serie cattura con precisione quell'attimo fragile in cui la vita non è più fatta di sogni da realizzare, ma di equilibri da mantenere. Lo fa con un'estetica elegante, un montaggio che scandisce le stagioni con ritmo musicale - Vivaldi, non a caso, aleggia nel titolo e per tutta la serie - e con un cast affiatato, consapevole di ciò che sta costruendo: raccontare, senza eccessi, il passare del tempo.

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domenica 11 maggio 2025
Gabriele Prosperi

Un’estetica elegante, un montaggio che scandisce le stagioni con ritmo musicale e un cast affiatato. Su Netflix. Vai all'articolo »

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mercoledì 16 aprile 2025
 

Regia di Shari Springer Berman, Robert Pulcini. Una serie con Steve Carell, Will Forte, Colman Domingo, Tina Fey, Kerri Kenney. Dal 1° maggio su Netflix. Guarda il trailer »

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