In un'atmosfera fiabesca e fuori dal coro, un film intenso che ci fa soffermare sul lato umano delle relazioni. Drammatico, Francia2023. Durata 94 Minuti.
L'incontro di due personaggi completamente agli antipodi ma similmente meravigliosi e intriganti. Espandi ▽
Raphaël, non più giovane e con un occhio solo, lavora come custode di un castello nobiliare nel nord della Francia vivendo con la madre nella casa di servizio della grande dimora. L'arrivo in piena notte dell'unica proprietaria del castello, l'artista Garance, sconvolge la vita di Raphae¨l: tormentata e affascinante, Garance convince l'uomo a posare per una grande scultura d'argilla e così facendo libera in lui l'animo del sognatore, avvicinandosi per la prima volta in vita sua all'amore e al piacere.
L'opera prima di Anaïs Tellenne, presentata nel 2023 nella sezione Orizzonti Extra della Mostra di Venezia, svela il lato sconosciuto di un'opera d'arte: l'origine del suo soggetto, la vita nascosta dietro la materia plastica modellata.
In fondo, Garance e Raphaël non sono così distanti, almeno fisicamente: lui è segnato dalla sua menomazione, lei, sfidando i preconcetti della società patriarcale, in passato si è fatta tatuare sulla pelle i tagli di carne dei macellai e si è distesa dentro un bancone alimentare. Garance e Raphaël diventano qualcosa d'altro, di diverso: non necessariamente di autentico, ma di unico e irripetibile. Come un'opera d'arte da osservare bene, superando l'impressione del primo sguardo e soffermandosi sulle pieghe del materiale. Umano, nel caso del film. Recensione ❯
Vota da 1 a 5 stelle
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Una giovane donna vive in un contesto che la vuole operaia e sottoposta. Lei però decide di cercare la propria voce. Espandi ▽
In un paesino montuoso dell’Irpinia, una giovane donna vive un’esistenza riservata. Le fanno compagnia un gatto e alcuni parenti, ma il grosso delle sue giornate si snoda attraverso il lavoro ripetitivo in una fabbrica per la concia delle pelli. Un giorno, vedendo in aria il drone utilizzato per le riprese durante una festa di comunione, le viene un’idea che possa metterla in contatto telefonico con una presenza inaccessibile. È l’inizio di un rapporto sempre più assiduo, su cui entrambe le parti proiettano ciò che desiderano.
Per la seconda volta strappati alla loro attività di documentaristi dopo Il cratere del 2017, Silvia Luzi e Luca Bellino nel frattempo non hanno mai smesso di raccontare il reale; con Luce però cercano un altro modo di integrarlo alla finzione, stavolta con un film unicamente intimista e ancorato alla presenza di Marianna Fontana. Recensione ❯
Vota da 1 a 5 stelle
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Durante una rapina, un piccolo criminale uccide per errore un benzinaio. In seguito, scopre di avere un dono straordinario: può guarire le persone strappandole alla morte. Espandi ▽
Litorale Casertano. Durante una rapina al Mister Risparmio Paride fa involontariamente fuoco e colpisce un benzinaio. Si china sul corpo morente dell'uomo e lo tocca, il benzinaio risorge, e Paride non sente più il contatto delle mani. A casa lo aspetta sua sorella Imma, gravemente malata di mente. La notizia della rinascita del benzinaio darà il via ad un culto estemporaneo della Madonna dei Detersivi e ad una caccia al Nero per il suo talento di guaritore: un talento che ad ogni guarigione costa al Nero la perdita di uno dei cinque sensi.
Nero segna l'esordio alla regia di Giovanni Esposito, assai conosciuto come attore soprattutto (ma non solo) di commedie, che qui si cala invece in un melodramma non nero, nerissimo: e solo alla fine capiremo quel titolo che sembra riferirsi solo al suo soprannome.
Esposito interpreta anche il ruolo del protagonista, lasciando finalmente spazio a quel talentaccio che riusciva a trasparire anche dalle commedie più demenziali cui in passato ha partecipato. Trova una sua via originale che sfiora il realismo magico, con una conclusione che farà riconsiderare l'intera vicenda narrata, e il rapporto fra donatori e ricevitori. Recensione ❯
Vota da 1 a 5 stelle
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Un dramma umanista che riesce a toccare le corde giuste e trova nelle forme del road-movie il suo desiderio di fuga. Drammatico, Repubblica Ceca, Slovacchia, Italia2025. Durata 100 Minuti.
Un road movie intimo e poetico sul desiderio di libertà, sulle forme imperfette dell'amore, e sulla fatica ma anche la necessità di smettere di sopravvivere e cominciare a vivere. Espandi ▽
Ester, una donna ceca di circa 45 anni, si è occupata per gran parte della sua vita del figlio adolescente David, affetto da disabilità mentale. Per le vacanze estive viene invitata da alcuni amici in Italia ma il comportamento di David crea numerosi problemi. Mette in moto il camper degli amici e parte assieme al figlio verso il sud del paese. Durante il viaggio il loro destino s'incrocia con quello di Zuza, una ragazza senza fissa dimora che si unisce a loro. E, giunti in Calabria, per la prima volta Ester pensa che la sua vita e quella del figlio possa essere migliore.
In un approccio quasi semi-documentaristico e supportato dalla convincente prova di Anna Gaislerová nei panni di Ester, Caravan mette a fuoco il peso degli obblighi ma anche l'intensità dei legami familiari che la cineasta aveva già affrontato in Bába, primo premio della Cinéfondation al Festival di Cannes del 2009.
Talvolta è tentato da virate simboliche forse anche evitabili (il mare, i vetri, l'arcobaleno), ma nel suo fragile equilibrio c'è anche la forza di un dramma umanista che riesce a toccare le corde giuste. Recensione ❯
Vota da 1 a 5 stelle
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Il sequel di Glass Onion: A Knives Out Mystery, scritto e diretto da Rian Johnson. Espandi ▽
Il Reverendo Jud Duplenticy viene mandato a fare da aiuto nella chiesa di Monsignor Jefferson Wicks. I due uomini di fede non vanno d'accordo. Quando Wicks muore in circostanze misteriose durante un sermone, il gruppo di fedeli che lo venera come una rock star punta immediatamente il dito contro il Reverendo Jud. Questo è proprio un caso per il detective Benoit Blanc.
Wake Up Dead Man raggiunge la perfetta fusione tra intrattenimento e critica sociale: questo è il film più politico della saga di Benoit Blanc, che non ha paura di sfidare leader contemporanei e religione.
Tra un colpo di scena e l'altro, Johnson ne ha per tutti: il culto della personalità, che con i social diventa sempre più pericoloso; il populismo di chi guida le masse, che sia un leader politico o un Monsignore, che tiene volontariamente nella costante paura dell'altro le persone; la ribellione alla cultura woke, che, dopo un breve periodo di riflessione, ha suscitato una reazione carica d'odio. Recensione ❯
Vota da 1 a 5 stelle
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
La vita del famoso Jay Kelly, un personaggio pubblico che vive una crisi d'identità, mentre tutti sembrano conoscerlo meglio di quanto lui conosca se stesso. Espandi ▽
Il film segue le vicende della celebre star del cinema Jay Kelly (interpretato da George Clooney) e del suo devoto manager Ron (interpretato da Adam Sandler) durante un viaggio lampo e sorprendentemente profondo attraverso l'Europa. Lungo il percorso, i due uomini si trovano costretti ad affrontare le proprie scelte e a riflettere sui legami con le persone a loro più care e sull'eredità che stanno per lasciare. Recensione ❯
Vota da 1 a 5 stelle
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Benjamin, dottorando senza borsa di studio, accetta una cattedra a contratto in un college. Espandi ▽
L'estate è finita e un nuovo anno scolastico sta per cominciare. Gli studenti affollano il cortile e i professori risalgono in cattedra. A un team di insegnanti impegnati e affiatati, si aggiunge Benjamin, un giovane supplente di matematica con zero esperienza e tante domande sulla professione. Sbarcato in una scuola ordinaria nella banlieue di Parigi, scoprirà a sue spese i problemi e le gioie della trasmissione.
Dopo aver affrontato il tema della salute da diverse angolazioni (ospedali, studi medici di città e di campagna...), dopo aver messo in scena le prove e le tribolazioni della professione medica, denunciando il progressivo disimpegno dello Stato francese, Thomas Lilti passa all'istruzione.
Sbilanciato dalla parte dei buoni sentimenti, Guida pratica per insegnanti è il perfetto grand film publique che trova il suo punto di svolta in un giovane allievo difficile. Con lui il racconto si lascia alle spalle l'intenzione verista per seguire una linea, una figura, un temperamento e un vero dramma. Un personaggio e una storia da sviluppare magari in stagioni televisive e anni scolastici successivi. Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Un film che approfondisce le sfide del crescere in un contesto tradizionale e, allo stesso tempo, della scoperta della propria identità. Espandi ▽
Un remoto villaggio della Macedonia del Nord. Ahmet è un ragazzo di 15 anni che appartiene alla minoranza turca degli Yuruk. Cerca rifugio nella musica di cui è appassionato e una notte si ritrova in un rave nel bosco dove per un attimo si illude di stare nel mondo che gli appartiene. Le sue pecore scappano e arrivano alla festa ma una di loro si perde. Il padre decide così di punirlo. Il suo destino s'incrocia con quello di Aya, una ragazza destinata a un matrimonio combinato.
Dj Ahmet è un sorprendente, incantato ed energico musical pastorale sullo scontro e il tentativo di coesistenza tra tradizione e modernità.
Siamo di fronte ad un coming of age con tracce di comicità slapstick evidente nei movimenti impazziti di Ahmet e nei ralenti del primo incontro tra il protagonista e Awa e del ballo. Sono come tocchi pittorici che vanno oltre la caratterizzazione dei personaggi, a volte solo tratteggiati nei cambiamenti (soprattutto quello del padre di Ahmet) e che mostrano nel cineasta una sorprendente inventiva fuori dal comune. Recensione ❯
Vota da 1 a 5 stelle
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Mark Lewis è un operatore cinematografico che realizza anche foto di nudo per arrotondare. Una serie di delitti di modelle rimandano proprio a lui. Espandi ▽
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Josh O'Connor, con la sua tenerezza e simpatia, veste i panni di un antieroe ambiguo e sfuggente, laconico e goffamente disperato. Thriller, USA2025. Durata 110 Minuti.
Massachusetts, 1970. JB, ex falegname, tenta un colpo d'arte ambizioso, ma tutto degenera e la sua vita prende una svolta irreversibile. Espandi ▽
Massachusetts, 1970. James Blaine Mooney, per gli amici J.B., è figlio inconcludente del giudice della contea di Framingham, ha una moglie, Terri, e due figli gemelli, ma non ha un lavoro, anche se è laureato ed è abilissimo nei lavori manuali. Si diletta nel frequentare il museo locale e a sottrarre da lì qualche artefatto, finché non decide di rubare quattro quadri del pittore astrattista Arthur Dove e dare così una svolta alla sua vita, cosa che probabilmente stupirebbe suo padre e renderebbe orgogliosa sua moglie, l’unica a portare a casa il pane. J.B. dunque mette insieme un trio di malcapitati e il furto al museo apparentemente riesce, ma le cose cominciano a mettersi male fin da subito, costringendo J.B. ad una latitanza in giro per gli Stati Uniti. Intorno a lui si muovono i movimenti contro la guerra nel Vietnam, e il Paese sembra anch’esso allo sbando.
Kelly Reichardt è la regista, sceneggiatrice e montatrice di The Mastermind (titolo ironico che indica una “mente organizzativa” quando invece qui la mente di J.B. è un disastro annunciato), un film di una luminosità accecante quando inquadra l’America della palizzata bianca, via via sempre più buio quando racconta l’implosione progressiva del suo protagonista (la direzione della fotografia è di Christopher Blauvert, che ha accompagnato Reichardt in tutti i suoi film da Meek’s Cutoff in poi). Recensione ❯
Vota da 1 a 5 stelle
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Un classico senza età: un dolente apologo sul senso della vita e sulle occasioni perdute. Drammatico, Giappone1952. Durata 143 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +16
Un classico di Kurosawa, una metafora che parte da un caso individuale e suggerisce il malessere del Giappone del dopoguerra. Espandi ▽
Kanji Watanabe è un grigio impiegato comunale di Tokyo, che trascorre giornate indistinguibili in un ufficio in cui le pratiche sono accumulate senza nessuna volontà di portarle a termine. Quando scopre di avere ancora pochi giorni di vita, diserta il posto di lavoro e si ubriaca con un amico scrittore, prima di scoprire che il senso ultimo della sua esistenza potrebbe trovarsi in un ultimo atto di generosità.
La riflessione filosofica su Watanabe rappresenta l'architrave del film, ma a Kurosawa interessa soprattutto ritrarre il cinismo e i pettegolezzi che circondano il protagonista e che non accennano a spegnersi anche dopo la sua trasformazione spirituale e la sua dipartita.
A dare un volto a Watanabe è Takashi Shimura, attore ricorrente nei film di Kurosawa, che - spesso ripreso in primi piani frontali - accentua i tratti da clown triste, caricando l'espressività del volto come ai tempi del cinema muto. Un'interpretazione indimenticabile per un classico che non conosce età. Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Ritratto di una donna forte ed indipendente che nasconde un passato di sofferenza. Espandi ▽
In ospedale, al capezzale di sua madre, l'americana Esther Horowitz riceve una lettera con una missione: rintracciare in Israele una donna vissuta negli anni Trenta in quelle terre. Tra una peripezia e l'altra, spinta dall'urgenza di scoprire la verità si farà aiutare dal professore Zayde e scoprirà la storia del contadino vedovo Moshe e della grintosa Yehudit, che coinvolse anche il romantico sognatore Yaakov e il pratico commerciante Globerman in una sorta di "tribù" di padri protettori per il figlio.
I ruoli femminili risultano assolutamente centrali e di spessore, forti delle convincenti interpretazioni della memorabile Ana Ularu e di Mili Avital, ma convincono anche i personaggi maschili. Questo film non è un giallo, non è un thriller, non è un film storico, e non è solo un film che racconta l'esperienza degli ebrei che a inizio Novecento lasciarono l'Europa per sfuggire alle persecuzioni con il proposito di costruire una nuova società. È una storia sull'importanza delle proprie radici, sulla genitorialità e tanto altro.
Il film è una plurisfaccettata storia d'amore (a due binari, due epoche e più trascorsi emotivi), in cui l'altro è ancora di salvezza, empatia e supporto insostituibile, in una parola: casa. Recensione ❯
Vota da 1 a 5 stelle
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Una donna cinese vive per sé in silenzio, celebrando la prospera Belle Epoque con canti e danze. Espandi ▽
Autoreferenziale fino all'ermetismo, Caught by the Tides è un film per iniziati: senza conoscere la filmografia di Jia Zhang-ke, grande regista della sesta generazione cinese e vincitore di un Leone d'oro con Still Life, è difficile seguire i risvolti della trama di un film con pochissimi dialoghi. È come se Jia rivisitasse in continuazione la propria filmografia e la ripercorresse per estrarre nuovi significati e leggere in tralice la storia della Cina. Era stato così per I figli del fiume giallo, in cui riannodava i fili lasciati in sospeso da Unknown Pleasures e Still Life per raccontare una nuova storia d'amore tradito. Ma se allora il regista si serviva del reenactement - rimettendo sostanzialmente in scena la stessa storia, osservata da nuove angolazioni - in Caught by the Tides Jia eleva il dispositivo a sistema, riutilizzando elementi dei suoi film precedenti come found footage per raccontare venti anni di trasformazione della Cina. Recensione ❯
Vota da 1 a 5 stelle
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Un barbiere è convinto di vedere messaggi segreti mandati dai lampioni. La sua credibilità cambia quando viene arrestato. Espandi ▽
Antonio Calabrò è un barbiere con una predisposizione alla credulità nei confronti di qualsiasi complottismo gli venga presentato come reale. Il giorno in cui il lampione dinanzi al suo esercizio inizia a lampeggiare si dota di un alfabeto Morse e inizia a decodificare quello che ritiene un messaggio. Stabilito che si tratta della sigla di un ordigno utilizzato in più di un conflitto da quel momento intorno a lui inizia a formarsi un gruppo che vuole andare a fondo sul 'mistero'.
Più ci si ritiene informati e più si ha, da parte di alcuni che non sono purtroppo pochi, la presunzione di saper discernere propendendo ahimè per la versione in cui si possono attribuire fantasiose responsabilità a presunti poteri più o meno occulti che stanno in una sorta di zona franca nell'ombra da cui agiscono contro la collettività. Il complottista ne coglie l'esistenza e come descriverla. Con leggerezza ma non dimenticando di promuovere una riflessione in materia. Recensione ❯
Vota da 1 a 5 stelle
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Wright firma un'opera affascinante che ci fa riflettere sulla manipolazione delle immagini. E la lotta di classe. Azione, Avventura, Fantascienza - Gran Bretagna, USA2025. Durata 133 Minuti.
I futuristici Stati Uniti del 2025, quando il mondo è diventato una distopia. Tratto da un romanzo di Stephen King. Espandi ▽
The Running Man è il programma televisivo più seguito al mondo: un reality show estremo in cui i concorrenti devono rispettare una sola regola per restare vivi: fuggire per 30 giorni, in diretta tv, braccati da killer professionisti, detti "Cacciatori". Ben Richards non è un eroe. È un uomo qualunque, costretto a una scelta impossibile: entrare nel gioco per salvare la figlia malata. A convincerlo è Dan Killian, il carismatico e spietato produttore dello spettacolo.
Edgar Wright dirige un omaggio rispettoso a Stephen King e una rappresentazione del mondo (tragicamente) molto vicina a quella di oggi. Il libro e il film sono affascinanti perchè rappresentano il futuro in modo vintage, retrò, digitale ma ancora molto analogico dove però come sempre, dalla notte dei tempi, sono le persone a decidere con leggerezza della vita e della morte degli uomini.
Ci sono alcuni elementi che parlano anche dell'oggi soprattutto rispetto alla manipolazione delle immagini e alla post-verità. Ma c'è anche un riferimento alla lotta di classe, con un attacco, abbastanza inedito per la sua chiarezza, ai "ricchi più merdosi" nel momento. Recensione ❯
Vota da 1 a 5 stelle
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.