Una ricostruzione dell'impresa di D'Annunzio tra puntigliosa verità storica e progressiva goliardia. Documentario, Croazia, Italia, Slovenia2025. Durata 112 Minuti.
La ricostruzione dell'impresa di D'Annunzio a Fiume tra ironia e documentazione. Espandi ▽
Il docufilm inizia con interviste alle persone che oggi vivono a Rijeka/Fiume. Le domande vertono sulla loro conoscenza o meno di Gabriele D’Annunzio. Si vuole cioè testare quanto può essere rimasto oggi nella memoria dell’impresa compiuta nel periodo che andò dal settembre del 1919 al dicembre del 1920. A seguire si mette in scena per le vie della città odierna quanto accadde in quei sedici mesi. Igor Bezinovic ha un’idea originale per promuovere la memoria del passato ma non riesce a sostenerla fino in fondo. Va dato atto al regista di essersi dotato di un’amplissima documentazione che è sicuramente frutto di lunghe e approfondite ricerche. Il problema sta altrove e viene, non sappiamo quanto consapevolmente, portato alla luce nelle scene finali. La giusta e sana dose di ironia e di grottesco si trasforma progressivamente in un carnevale in cui a divertirsi sono stati sicuramente coloro che vi sono stati coinvolti ma non è detto che lo sia chi guarda. Recensione ❯
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Un esordio che guarda alle relazioni senza falsi moralismi e segna la nascita di un'autrice curiosa e coraggiosa. Commedia, Italia2025. Durata 100 Minuti.
Lea incontra Rocco in un bar e ne diventa l'amante. La loro relazione clandestina, consumata in una stanza d'albergo, prende una piega sinistra quando lei inizia a infilarsi nella vita di lui. Espandi ▽
Lea è una giornalista, ha un marito attore, una figlia piccola e un pesce morto nell’acquario. Rocco da 19 anni ha una moglie psicologa e ogni venerdì sera si sfoga su un ring. Lea e Rocco si incontrano in un bar e lui finisce per accompagnarla a casa in macchina. Si baciano, ed è l’inizio di un’avventura che potrebbe essere casuale, oppure no.
La sceneggiatrice Ludovica Rampoldi debutta alla regia con Breve storia d’amore, da lei scritto e diretto: ed è un debutto interessante, perché tratta temi scivolosi di cui Rampoldi riproduce l’ambiguità, al netto di imbarazzanti voyeurismi. Sottotraccia c’è un desiderio reale di guardare alle relazioni senza falsi moralismi, e di farlo da un punto di vista femminile, utilizzando i meccanismi del thriller per scoperchiare il vaso di Pandora dei non detti e degli inganni che accomunano molte coppie in una sorta di imbrigliamento delle rispettive pulsioni vitali. È un esordio più interessante che riuscito, ma segnala un’autrice (di film suoi) in divenire, curiosa, vitale e apprezzabilmente coraggiosa. Recensione ❯
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Il ritratto spiazzante e coraggioso di Piero Pelù che diventa anche invito a tornare a guardarsi negli occhi. Documentario, Italia2025. Durata 82 Minuti.
Il racconto intimo diretto dal regista Francesco Fei su un capitolo cruciale nella vita dell'icona del rock italiano Piero Pelù. Espandi ▽
Ha inizio con un ronzio persistente il film di Francesco Fei: un disturbo uditivo invasivo e menomante, destinato a ritornare sotto varie forme in Rumore dentro, documentario dedicato a Piero Pelù, ex frontman dei Litfiba, band simbolo del rock italiano dagli anni Ottanta in avanti.
Non sappiamo se fosse un'idea originaria, ma certo è che, a conclusione del film, "acufene" risulta essere la parola pronunciata più volte dal protagonista. È una condizione fisica concreta, ma anche il perno metaforico di un racconto: la difficoltà di convivere con un suono interiore che non si spegne mai, e che per un musicista abituato a vivere di decibel, energia e volume è una condanna difficile da accettare.
Il film è un ritratto spiazzante e coraggioso e non è il rilancio di una carriera - parola che Pelù rifiuta e disprezza - ma un invito a ripensare la comunità, a tornare a guardarsi negli occhi. Recensione ❯
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Il film racconta la guerra del nazismo contro l'arte moderna. Perché, ieri come oggi, creatività e pensiero critico sono la linfa vitale della democrazia. Espandi ▽
I veri grandi nemici di Hitler erano artisti come Picasso, Chagall, Van Gogh e Matisse, bollati dal nazismo come "degenerati": le loro opere vennero ritirate dai musei tedeschi, distrutte o vendute, così come furono messe al bando la letteratura, la musica e l'architettura non in linea con il regime. A partire dalla mostra del Musée Picasso di Parigi, il documentario ripercorre questo attacco ideologico attraverso filmati rari, opere censurate e testimonianze di curatori, storici, sociologi e psicanalisti. Recensione ❯
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La serie tratta dalla saga letteraria di Maurizio de Giovanni. Espandi ▽
Sara Morozzi è un'ex agente dei servizi segreti che, alla morte del suo compagno e mentore Massimiliano, ha deciso di lasciare la squadra specializzata in intercettazioni per cercare nella polizia mobile una quotidianità più semplice. La sua nuova routine viene però brutalmente spezzata quando suo figlio Giorgio - che aveva abbandonato quando era ancora un bambino e che ora stava per diventare padre - muore a seguito di un investimento, inizialmente classificato come un semplice incidente.
Ma Sara non è convinta: il suo istinto e l'esperienza maturata sul campo la spingono a indagare più a fondo. Con l'aiuto di Teresa, storica collega della sua vecchia sezione, e di Davide Pardo, ispettore di polizia sottovalutato e con il fiuto investigativo assopito da anni di casi ordinari, Sara si ritrova coinvolta in una fitta rete di intrighi. Tra corruzione e tradimenti, ogni passo verso la verità la costringe a fare i conti con un passato che pensava di essersi lasciata alle spalle.
Tra le atmosfere e i complotti silenziosi, Sara - La donna nell'ombra trova un equilibrio raro, affermandosi come un noir esistenziale capace di unire tensione politica e profondità emotiva. Da sfondo, anche se in modo superficiale, si interroga sul ruolo dei servizi segreti, sul confine sottile tra sicurezza e sorveglianza, tra giustizia e manipolazione dell'informazione pubblica. Recensione ❯
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Una storia ispirata a un fatto di cronaca realmente accaduto nel 2022 nel
Vicentino: Espandi ▽
Provincia Veneta.
In una tranquilla notte d'estate, mentre tutti dormono, da un ufficio
scompare un tesoro che cade nelle mani sbagliate.
L'intero paese è coinvolto, da due cacciatori alcolizzati ad un imprenditore
e suo figlio; da due porno influencer ad un factotum della città.
Dalle deserte vie agli argini del fiume Brenta, lunga è la notte
e profonde le sue connessioni... E all'alba tutto torna.
Un ciclo che parte dal bar di paese e finisce dov'era destinato: alle prime
luci dell'alba dentro un bidone della spazzatura. Recensione ❯
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La serie, girata interamente in Puglia, è tratta dai romanzi di Giorgia Lepore editi da Edizioni E/O. Espandi ▽
A Trani, l'ispettore Gregorio Esposito, detto "Gerri", di origini rom e "buono con i buoni", è dotato di un intuito fuori dal comune. Quando una donna rom viene ritrovata brutalmente uccisa, Gerri è tormentato da immagini legate alla sua infanzia. Così si ritrova a indagare non solo sui casi che gli vengono affidati, ma anche sul proprio passato traumatico e sull'abbandono che ancora grava sulla sua identità.
La serie è tratta dai romanzi di Giorgia Lepore e si articola in quattro puntate della durata di circa 100 minuti ciascuna. La regia di Giuseppe Bonito incornicia un poliziesco classico, ambientato in location pugliesi ricercate, con Trani come scenario principale.
Tra i pregi della serie va evidenziata la scelta di location suggestive: grotte, chiese, scorci marini e urbani che valorizzano pienamente la bellezza della Puglia, offrendo una cornice visiva forte e riconoscibile. I dialoghi, infine, riescono a restituire una prospettiva "a misura di bambino", grazie anche all'interpretazione intensa e credibile di Giulio Beranek, sempre coerente nel tratteggiare un personaggio segnato ed empatico. Recensione ❯
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Il film fa rivivere il ritorno di Gilmour nello storico Circo Massimo all'inizio del Luck and Strange Tour, il suo primo in quasi un decennio. Espandi ▽
È un gatto nero - simbolo dell'ultimo album di David Gilmour - stilizzato e sovraimpresso sul Circo Massimo a introdurre in maniera tutt'altro che sobria a un film-concerto che intende stupire. E il chitarrista sceglie, ancora una volta, una location imponente e antica, quasi a riecheggiare i fasti del lontano Live at Pompeii dei Pink Floyd. Gilmour, e non da oggi, punta tutto sull'elemento tecnico e scenografico, eredità di una specifica componente dei Pink Floyd.
Un concerto che è anche un "affare di famiglia", visto il ruolo fondamentale che riveste Romany, talentuosa figlia di David, che è sempre in primo piano nei cori e nei momenti da voce solista.
Si può discutere se l'eredità di una delle rock band più importanti di sempre possa ridursi a mera tecnica, ma è giusto dare al pubblico ciò che desidera e il popolo di Gilmour, ormai radicalmente separato da quello dei Floyd di Waters, sa bene cosa attendersi da Live al Circo Massimo. E sa che lo troverà, con impeccabile puntualità. Recensione ❯
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Un documentario pieno di vita vera e speranza che parla di fertilità e affermazione di genere. Documentario, Francia, Svizzera, Italia2025. Durata 104 Minuti.
Un film che affronta dilemmi etici, sociali e legali presenti non solo in Europa e nelle democrazie occidentali, ma anche a livello globale. Espandi ▽
Ospedale Niguarda di Milano. Ogni giorno il professor Maurizio Bini incontra coppie con problemi di fertilità che desiderano avere un figlio e sostiene il percorso di chi ha iniziato le terapie di affermazione di genere. Il suo approccio è profondamente umano; per cui vengono prima di tutto le persone e cerca di fare tutto il possibile affinché possano realizzare i loro desideri. Nel suo studio crea un'atmosfera di immediata accoglienza e attraverso il suo umorismo prova ad alleggerire le situazioni emotivamente più difficili.
L'inizio e la fine di Gen_ si svolgono in montagna, all'aria aperta, con il professor Bini che va a cercare funghi. Sono i rari momenti in cui il documentario di Gianluca Matarrese esce dalle stanze dell'ospedale e cerca quasi un momento di liberatorio abbandono, di un silenzio che diventa un'esigenza soggettiva.
Nato da un'idea di Donatella Della Ratta, che ha scritto la sceneggiatura assieme al regista, Gen_ (titolo nel quale si nascondono, per esempio, le parole genesi, genotipo, genealogia, gender, genitali, genealogia, generazione, genoma, gente, gentile, genocidio), si affida con generosità alla competenza ma soprattutto al carisma del professor Bini che diventa il filtro tra lo sguardo del cineasta e i pazienti. Recensione ❯
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Un riuscito film per ragazzi dai toni di favola dark. Un'opera che riempie una lacuna del cinema italiano. Family, Italia, Belgio2025. Durata 96 Minuti.
Una fiaba sull'importanza dell'immaginazione e sulla gentilezza. Espandi ▽
Margot ha tre anni quando la governante Felicia lascia che il padre della bambina, Ludovico, muoia senza fornirgli assistenza. Felicia conta di ereditare la villa dove risiede con Margot, ma il testamento certifica che solo la figlia di Ludovico potrà disporre della proprietà ed eventualmente firmarne la cessione, anche prima della maggiore età. Peccato che il documento di cessione sia sparito, e Felicia chiude Margot nella sua camera per sette anni cercando il modo di impossessarsi della villa, diventata un orfanotrofio (mal) diretto da lei e dal suo compagno-tappetino Max.
Per fortuna Margot ha un amico, Daniel, che le insegna parole nuove ogni giorno, perché la ragazzina, che ha ormai raggiunto i dieci anni, ancora non parla. Margot riesce a fuggire e si imbatte nel circo Balloon, rinascendo a nuova vita. Ma Felicia la cerca, poiché senza di lei e il documento di cessione non potrà vendere la villa.
Incanto va a riempire una lacuna del cinema italiano, che realizza pochi prodotti per ragazzi e quando lo fa spesso va al risparmio: qui la produzione italo-belga ha invece fornito fondi adeguati e l'autore ha riconosciuto autorevolezza al pubblico dei più giovani, confezionando per loro un film riuscito nei suoi intenti di intrattenimento non condiscendente, e collocandolo in "un luogo fra realtà e fantasia". Recensione ❯
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Un racconto di formazione che mette a fuoco la possibilità di esprimere i propri sentimenti e di elaborarli prima che sia troppo tardi. Espandi ▽
"Valbruma", fine anni '80. Tommaso Berger arriva dai nonni in corriera, lasciandosi alle spalle Milano dove sua madre è stata ricoverata in una clinica per malattie mentali. Nella nuova scuola si imbatte in Elise Moser, una ragazza volitiva che gli intima di lasciare libero il suo banco. Elise è la figlia di un avvocato che lavora a Milano e non si accorge nemmeno della sua esistenza. Tommy invece vede bene quella ragazza inquieta e polemica, e comincia a trascorrere del tempo con lei.
La regista e sceneggiatrice Ambra Principato prosegue sulla strada che aveva già intrapreso in maniera convincente con il suo film d'esordio. E fa bene, perché è fra i pochi (e in assoluto l'unica donna) in Italia ad occuparsi di un genere gotico fra l'horror, il thriller e il romance, attingendo a piene mani dalla cinematografia mondiale (soprattutto anglosassone) del genere, e aggiungendo una sua cifra "local" interessante.
Il film parla di tutti coloro che si sentono non visti dagli altri, e allo stesso tempo delle sensibilità che riescono a vedere oltre il reale e a percepire delle presenze, che per questo vengono messe sottochiave, discriminate e bullizzate. Recensione ❯
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Buen camino è il titolo del nuovo film di Checco Zalone che sarà diretto da Gennaro Nunziante, autore insieme a Checco Zalone della sceneggiatura. Espandi ▽
Al momento non si hanno informazioni sulla trama. Recensione ❯
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Roma, 21 febbraio 2025. Cosa succede quando un dipinto, da sempre semplice oggetto di arredamento del soggiorno di una casa ordinaria a Madrid, si rivela essere un'opera d'arte unica al mondo? Espandi ▽
Il mondo dell'arte è un sistema complesso dove, intorno alle opere realizzate dagli artisti e al loro valore, agiscono diversi protagonisti. Nel film Maurizio Cattelan: be right back (2016) uno dei narratori che testimoniano alcuni episodi legati al mercato dell'artista italiano, dichiara che il "dietro le quinte" del mondo dell'arte cela misteri che farebbero rabbrividire il mondo della finanza di Wall Street. Ed effettivamente così è. Il mercato dell'arte è un contesto senza regole precise che, spesso, non coincide più con la storia delle opere che si vanno a cercare con lo scopo di acquistarle.
Il valore e la storia delle opere d'arte (del passato o contemporanee) diviene una questione economica e di status, basata su sfide tra personalità che vogliono raggiungere un certo contesto attraverso quell'opera d'arte. Si tratta anche una questione politica.
Il Caravaggio perduto di Àlvaro Longoria sonda questi aspetti in maniera approfondita e documentativa: il regista mette in scena i pensieri, le parole e le azioni di diversi attori del mercato dell'arte (mercanti, galleristi d'antico e di moderno, direttori di case d'arte, conservatrici, critiche e storici dell'arte) che provengono da diverse parti d'Europa e degli Stati Uniti, che si spostano alla ricerca di un dipinto di Caravaggio perduto. Recensione ❯
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Un uomo parte per ritrovare l'essenza della sua vita. Espandi ▽
Munir non riesce a respirare. Lo pneumologo gli fa una serie di accertamenti e poi lo rassicura, invitandolo a fare approfondimenti sulla sua salute mentale. Il bisogno di tornare a respirare non è fisico, ma psicologico. Tutto sembra andare per il peggio nella vita di Munir, scrittore arabo esiliato che prende la decisione di partire per una remota isola della Germania, isolata dal resto del mondo. Lì incontrerà un’albergatrice sui generis, la volitiva Valeska, con cui avrà uno scontro-incontro, per poi compiere, grazie alla piccola comunità dell’isola che lo accoglie, un viaggio di guarigione e riappacificazione, anzi tutto dentro se stesso.
È un’opera potente, immaginifica e poetica Yunan, fimata dal regista siriano Ameer Fakher Eldin. Racconta l’avventura esistenziale dell’autore arabo Munir, a cui la vita non sorride da un bel po’.
L’attore libanese Georges Khabbaz, nei panni del protagonista, regge egregiamente sulle sue spalle tutto il film, firmando una performance straordinaria dal punto di vista sia fisico che emotivo, nel dare voce e corpo alla vulnerabilità di un uomo. Un uomo sofferente, spezzato, devastato dalla vita, che vorrebbe farla finita. Recensione ❯
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La Val di Susa e diversi comuni delle Alpi piemontesi sono protagonisti assoluti della storia che mette al centro la grande avventura partigiana di quattro giovani sul finire della Seconda Guerra Mondiale. Espandi ▽
1943, Alpi piemontesi. Marta e suo fratello Davide sono sfollati dai nonni, mentre il fratello maggiore Matteo si è unito ai partigiani su per le montagne. Anche il padre dei ragazzi aiuta di nascosto i partigiani. La madre, insegnante di musica svizzero-tedesca, è invece lontana, e i figli non sanno bene perché. Marta e Davide, che ha sviluppato un talento da Giovane Marmotta per la decodificazione dei messaggi criptati, decidono di aiutare la Resistenza insieme a Sara, la migliore amica di Marta, e a Marco, un ragazzo coraggioso di cui Marta si invaghisce, ricambiata.
Fuochi d'artificio si basa sul romanzo omonimo di Andrea Bouchard e racconta in modo inedito la Resistenza vista dalla parte dei ragazzini. Il dato più interessante - forse è nel romanzo, forse no - è che le idee più risolutive e le iniziative più impavide provengono quasi tutte da Marta, cosa non frequente nella letteratura e nel cinema per ragazzi, soprattutto nella fascia di età 12-13 anni.
Fuochi d'artificio è una serie vintage con molte ricadute sul presente, un "coming of age" che comporta un'acquisizione di consapevolezza anche politica da parte dei giovanissimi protagonisti, e un invito a decidere da che parte stare: possibilmente quella giusta della Storia. Recensione ❯
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