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Swimming Home, un dramma psicologico torbido e graffiante che segna un esordio dal forte stampo autoriale

Una donna invita uno sconosciuto a trascorrere le vacanze con la sua famiglia. Presentato in anteprima all'International Film Festival di Rotterdam.
di Tommaso Tocci

venerdì 2 febbraio 2024 - Festival

Da poco arrivati in Grecia per una vacanza da passare in una lussuosa villa con piscina, Isabel e Joe sono una coppia agli sgoccioli: lui è uno scrittore di origine bosniaca ormai a corto d'ispirazione e con dei traumi irrisolti, mentre lei una giornalista specializzata in reportage da pericolose zone di guerra. Si trascinano al seguito la figlia adolescente Nina e la vecchia amica parigina Laura, mentre più sorprendente si rivela la presenza di Kitti, un'amica dell'autista che si fa trovare nuda in piscina al loro arrivo, prima di intrufolarsi in modo subdolo nell'equilibrio già precario dell'intera famiglia.

Come già avvenne a Jonathan Glazer con il suo Sexy beast nel 2000, Justin Anderson è un artista britannico che viene dalla pubblicità e si trova a esordire alla regia con un dramma psicologico torbido e graffiante, ambientato in una villa nell'assolato sfondo del Mediterraneo.

Da segnalare il lavoro di casting, che a una figura rappresentativa e di primo piano come Labed unisce nei ruoli principali due tra i volti più interessanti del panorama giovane statunitense (Abbott e Mackenzie), oltre a un'efficace comparsata della regista Nadine Labaki nei panni della sardonica amica Laura.

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