Anno | 2024 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Italia |
Durata | 105 minuti |
Regia di | Emiliano Locatelli |
Attori | Enzo Salvi, Sebastiano Somma, Adolfo Margiotta, Gennaro Lillio, Ivan Boragine Emiliano Locatelli, Ivano Zanchi. |
Uscita | martedì 12 marzo 2024 |
Distribuzione | Roble Factory |
MYmonetro | Valutazione: 1,50 Stelle, sulla base di 3 recensioni. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 11 marzo 2024
Un film di genere drammatico che affronta tematiche sociali tipiche di un certo cinema d'autore.
CONSIGLIATO NO
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Dragan parla poco. È un ex-rapinatore che prova a rifarsi una vita. In un bar conosce Daniele, un operaio sposato con Sofia che lavora come domestica e padre di un bambino. Entrambi condividono la passione per gli scacchi. Con il passare dei giorni iniziano ad essere amici. Daniele però sta per perdere il lavoro. Il signor Assante, proprietario della fabbrica dove lavora che ha una figlia con problemi di tossicodipendenza, ha preso la decisione di trasferire la sua azienda all'estero per incrementare i profitti e ridurre le spese. Disperato, convince Dragan inizialmente restio, a rapinare una gioielleria. Il loro destino s'incrocia con quello del poliziotto Fabrizio, un uomo tormentato, dalla vita familiare infelice e malvisto dai suoi superiori.
Si apre con una citazione di Karl Marx, prosegue con quella di Dostoevskij e mostra la copertina di "Petrolio" di Pier Paolo Pasolini.
Il diavolo è Dragan Cygan, esordio nel lungometraggio di Emiliano Locatelli, ha le tinte di un noir pessimista che sembra guardare anche al cinema di Claudio Caligari per come mostra l'impossibile ricerca di redenzione da parte dei protagonisti o, al contrario, la loro disperazione. Offre ad Enzo Salvi un ruolo inconsueto che funziona fino a quando il suo personaggio parla poco e non spiega le motivazioni delle sue scelte e gli vengono messe in bocca frasi come "s'impara a conoscere bene la gente viaggiandoci insieme e giocandoci a scacchi".
Locatelli realizza uno spaccato di provincia più curato nella descrizione dei personaggi a livello di scrittura che però poi perde durante la realizzazione. Accenna alla crisi economica ma mostra solo distrattamente l'ambiente operaio in una pausa pranzo, carica eccessivamente i personaggi nel momento in cui deve approfondirli e l'entrata in scena del poliziotto rende la storia ancora più confusa proprio perché non riesce mai veramente a mettere a fuoco i personaggi. Cerca la scena-madre come nel momento in cui Fabrizio maltratta la moglie mentre la bambina si copre il viso ma poi ne restano solo deboli frammenti perché è girata in modo superficiale e non riesce mai a sostenere il climax emotivo.
Diviso in tre parti (tesi, antitesi, sintesi), Il diavolo è Dragan Cygan cerca troppe strade diverse che finiscono per essere dispersive, il contrario di quello che aveva fatto un altro recente e piccolo film italiano, Doppio passo, capace invece di far avvertire la paura, la crisi, gli effetti del cambiamento improvviso della propria esistenza. Il malessere, l'infelicità, la resa dei conti, restano nella pagina del copione. Così come la figura di Sebastiano Somma nei panni dell'imprenditore senza scrupoli, è costruita in modo troppo definita, senza che gli sia data la possibilità di comprendere meglio i propri tormenti familiari.
Tutto è troppo netto, senza sfumature, compreso uno stile a volte invasivo come la soggettiva del poliziotto a tavola o il volto deformato dell'altro agente. In più, la riflessione sull'economia, tra modello cinese e criptovalute, sembra arrivare da qualche episodio di Succession però digerito malamente. Il diavolo è Dragan Cygan poteva prendere due direzioni: o tagliare qualche personaggio e approfondire, per esempio, la vicenda di Dragan e Daniele puntando maggiormente sui loro silenzi. Oppure aumentare la durata per dar modo allo spettatore di entrare gradualmente in sintonia nella storia. È rimasto invece fermo a metà, pompando oltremisura un dramma senza però riuscire minimamente a sostenerlo.
Dragan (Enzo Salvi) è un ex rapinatore, taciturno, dal passato misterioso che vorrebbe tornare ad una vita normale, vorrebbe una seconda possibilità, dopo aver scontato con la legge i suoi errori. Incontra Daniele (Gennaro Lillio), operaio, giovane padre e marito di Sofia (Carlotta Rondana). I due si affrontano per diversi giorni in partite a scacchi.
Si apre nientemeno che con una citazione di Karl Marx, anche se non delle più incendiarie, e poi ci sono: un giovane operaio sul punto di perdere il lavoro; il padrone, ricco e debosciato, che come spesso accade sta per rilocalizzare l'azienda in Polonia; uno sbirro corrotto e violento, ma iper-religioso; e il misterioso Dragan Cygan, che parla poco, vince sempre a scacchi e un tempo rapinava banche [...] Vai alla recensione »