La vita e le lezioni del Dalai Lama sulla compassione e la pace interiore come chiavi per il benessere personale e globale. Espandi ▽
Un documentario che offre un ritratto cinematografico del 14° Dalai Lama, Tenzin Gyatso, in occasione del suo novantesimo compleanno. Nel film, il leader spirituale si rivolge direttamente al pubblico, condividendo la sua saggezza sulla ricerca della felicità nel mondo contemporaneo. La pellicola combina immagini personali del Dalai Lama, filmati d'archivio storici e scene attuali delle sfide globali che l'umanità affronta oggi. Recensione ❯
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Un omaggio alla prima cineasta donna che è stata candidata al premio Oscar. Espandi ▽
Un'auto d'epoca, tra Palermo, Corleone, Poggioreale, Agrigento, Catania e luoghi simbolici per l'iconica figura del cinema italiano Giancarlo Giannini. È lui il protagonista di Un viaggio per incontrare Mimì, che rende omaggio a Lina Wertmüller e al suo Mimì metallurgico ferito nell'onore, capolavoro che segnò un'epoca e la carriera di Giannini stesso. A distanza di oltre mezzo secolo, l'attore compie un viaggio fisico ed emotivo sulle tracce di Domenico Mardocheo, "Mimì", le stesse tappe che permisero allora di impregnare di sicilianità il suo celebre personaggio, attraversando l'isola in lungo e in largo. Un itinerario simbolico e reale, passando per posti che evocano le tensioni sociali, le migrazioni interne e i grandi snodi della memoria collettiva italiana. Con la sua presenza intensa e discreta, Giannini ci accompagna dunque in un racconto sospeso tra passato e presente fatto di silenzi, ricordi, strade e sguardi. Recensione ❯
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Un ritratto completo del "Califfo" più autentico grazie alle testimonianze di numerosi artisti e personaggi che lo hanno conosciuto da vicino, i cui ricordi affiancano materiali di repertorio esclusivi. Espandi ▽
Roma, una notte. il giornalista di Radio Radicale Enrico Salvatori ricorda Franco Califano, chiamando a parlarne alcune persone che gli sono state vicine. In città, un suo fan (Raffaele Vannoli) segue la diretta in auto, cercando di raggiungere lo studio. In parallelo, altre testimonianze di vita vissuta insieme al cantautore e musicista puntellano il racconto.
Amici e collaboratori, famosi e no: Barbara Palombelli, Claudia Gerini, Federico Zampaglione, Mita Medici, l"aviatore e figlio artistico" Enrico Giaretta, David e Ricciotti "Marocco" Boriani, figlio e padre amico storico, Francesco Rutelli, Antonello Mazzeo (amico e presidente della fondazione a lui dedicata), l'amico, compositore, e musicista Alberto Laurenti, la cantante Cinzia Baccini. Ai quali si aggiungono quelle di fan più recenti, come Franco126, Ketama126 e Noyz Narcos.
Non è e non può essere una biografia, Nun ve trattengo, ma un'affettuosa, documentata commemorazione di un uomo grande, che ha lasciato in tanti tracce del suo spirito indipendente, ironico e caloroso. Un sentimento che vive in tante persone, una nostalgia per un artista amatissimo, non sempre debitamente riconosciuto. Recensione ❯
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Un documentario che dietro la superficie frivola e nostalgica rivela un'opera intrisa di autentica militanza. Documentario, Svizzera2024. Durata 105 Minuti.
Una bottega artigianale custodisce una cultura omosessuale non scritta nei manuali: documentario d'osservazione e militanza. Espandi ▽
Nel centro di Palermo, il Quir Fattoamano è un negozio di articoli in pelle molto colorati gestito da Massimo Milani, vivace e prorompente signora trans che non ha rinunciato al suo nome maschile, e dal suo compagno Gino Campanella, mite e sorridente signore dai capelli e barba bianca. Decani della comunità omosessuale cittadina, al momento delle riprese, cioè l’immediato post pandemia, stanno insieme da quarantadue anni, avendo celebrato anche un simbolico matrimonio, anzi due. Il regista Nicola Bellucci li pedina, fuori e dentro il Quir, che più che un punto di incontro, è un confessionale, un rifugio, un avamposto utopico.Quir, documentario di osservazione, è anche inevitabilmente un’operazione di recupero di memoria, attraverso percorsi individuali, della cultura queer italiana. Una storia estremamente frammentata, ancora tutta da scrivere, di persone che non ci sono più e dalle tante anime, che una Palermo multiculturale riflette al punto da essere set ideale. Sotto la superficie frivola e nostalgica, un’opera intrisa di una militanza stratificata, con la lepida saggezza della maturità. Recensione ❯
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Un documentario che segue il giovane e carismatico torero di origine peruviana Andrés Roca Rey. Espandi ▽
Il cineasta catalano entra nell'arena per raccontare lo sfarzo e la brutalità della corrida in un documentario che ritrae il giovane e carismatico torero di origine peruviana Andrés Roca Rey. La vestizione, l'attesa, l'ansimo, lo scontro, l'animale trascinato sulla sabbia dorata in una scia di rosso, il silenzio che segue l'acclamazione, la svestizione che rivela le fasciature insanguinate. Recensione ❯
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La magia di Bambi torna al cinema con un film che celebra la natura. Espandi ▽
La vita di un cerbiatto, dalla nascita all'età adulta: dalla vita nei boschi - una continua lotta per la sopravvivenza costellata di pericoli - l'animale sperimenta la tragica perdita della madre per mano di cacciatori e sopravvive soprattutto grazie all'amicizia con un corvo, un coniglio e un procione. Diventato un maschio adulto, infine, va incontro al suo destino incontrando una compagna e inaspettatamente anche il padre, un maestoso cervo che lo aiuterà a crescere.
Tratto come il celebre cartone animato della Disney dal romanzo omonimo di Felix Salten pubblicato nel 1923, un live action che lo sceneggiatore di La marcia dei pinguini ha realizzato dopo due anni di riprese sul campo.
All'estetica tipica del documentario naturalistico, che in Francia rappresenta un vero e proprio genere, il film aggiunge l'aspetto di una produzione per bambini, didascalica nei contenuti, edulcorata nei toni e attenta ad assoggettare alle immagini (attraverso un montaggio calibrato e senza sbavature) una narrazione drammaticamente solida. Recensione ❯
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Asif Kapadia presenta Fuori Concorso alla Mostra del Cinema di Venezia un documentario che guarda al futuro e alle sfide che il mondo dovrà affrontare tra 50 anni. Espandi ▽
Nel 2073 la capitale delle Americhe (non degli Stati Uniti) è New San Francisco, una città desertificata e devastata dall’inquinamento, monitorata in ogni angolo da frotte di droni, videocamere di controllo e polizia, anche robotica. Trentasette anni prima si è verificato l’Evento: un disastro meteorologico, politico, sociale. In un ex magazzino Bloomingsdale’s sopravvivono alcuni resistenti, tra cui Ghost che dopo l’Evento ha smesso di esprimersi verbalmente, ma la cui voce fuori campo guida lo spettatore. Il film inizia con il suo lanciare un messaggio nella bottiglia. “Nessuno ha fatto qualcosa per fermarli. È troppo tardi per me. Ero sola. Potrebbe non essere troppo tardi per voi”. 2073 è opera che stordisce, con la sua successione vorticosa di dichiarazioni, immagini violente di repressione ed esercizio autoritario e autoreferenziale del potere politico, non più concentrato sui bisogni della comunità umana. Recensione ❯
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Un doc che mescola testimonianze e filmati d'archivio per parlare di un'energia anticonformista che sembra non esistere più. Documentario, Italia2024. Durata 93 Minuti.
Il regista racconta gli anni '70 ripercorrendo la sua biografia e quella della sua famiglia. Espandi ▽
Hanno nomi bizzarri, dal punto di vista dell'anagrafe italiana: Ram, Tdzaddi, Yesan, Icaro, Hiram, Amaranta. Hanno viaggiato molto da bambini, soprattutto in India e Nepal, ma anche in Brasile, Perù, Egitto, Cipro, Africa subsahariana. Sono i figli dei figli dei fiori, quelli che negli anni Settanta venivano definiti hippie, capelloni o fricchettoni. Sperimentavano droghe (e per molti l'eroina è stata fatale), hanno rifiutato la "vita ordinata dell'uomo medio", sono vissuti in comuni adottando un concetto di famiglia assai diverso da quello tradizionale.
I loro figli hanno usufruito di una libertà incontrollata e spesso si sono ritrovati sballottati e confusi, da adolescenti hanno cercato di superare i genitori in eccesso dei limiti. E oggi, diventati a loro volta genitori, si chiedono come allevare i propri figli: se trasmettendo loro gli ideali dei nonni o scegliendo la via di una (almeno parziale) normalizzazione.
Nel documentario I nipoti dei fiori Aureliano Amadei racconta la sua personale esperienza da figlio di due genitori membri della generazione "più anticonformista della Storia", e intervista i suoi coetanei, oggi fra i quaranta e i cinquant'anni, con alle spalle una storia simile alla sua. Recensione ❯
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Il ritratto di una famiglia di sole donne. Espandi ▽
In una famiglia composta da sole donne, ognuna con una forte personalità, l'arrivo della piccola Futura diventa l'occasione per raccontare i percorsi paralleli della loro crescita. Recensione ❯
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Un film saggio che riflette sul passato della classe operaia. BIGLIETTI QUI »Espandi ▽
Un percorso capillarmente documentato con filmati d'epoca (militanti e non) su come la Confederazione Elvetica accolse o discriminò coloro che arrivavano sul territorio dal sud dell'Italia in seguito a una esplicita richiesta di manodopera. Con un chiaro riferimento a situazioni che, decenni dopo, vedono l'Italia come protagonista.
Samir, noto regista da sempre impegnato sul fronte della solidarietà, affronta un tema spinoso seguendo lo scorrere degli anni.
Ciò che contraddistingue questa opera è la volontà di tenere deste le coscienze. Poteva essere facile ricostruire quanto il passato sia stato difficile, con punte che potremmo definire di xenofobia, da parte di alcune realtà politiche estremiste fermandosi alla sua, seppur documentata, ricostruzione. Samir sente il dovere di andare oltre ricordando (non solo agli svizzeri ma anche agli italiani) come quanto accaduto si stia nuovamente riproducendo con le nuove ondate migratorie. Recensione ❯
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Il lavoro di cura di due uomini nei confronti di un trabucco sull'Adriatico. Espandi ▽
Una strana costruzione si erge sulla spiaggia; da essa fuoriescono lunghi pali che sembrano puntare in direzione del mare. Si tratta di un trabucco garganico, un'antica macchina da pesca utilizzata sulle coste dell'Adriatico. Due uomini, un anziano e un giovane, si prendono quotidianamente cura della struttura in legno, riparandola, accertandosi del suo corretto funzionamento. Il film di Federico Barassi segue le loro giornaliere attività, che ruotano intorno alla macchina che, nel corso del film, gradualmente diventa un organismo, un essere vivente bisognoso di cure, un vero e proprio personaggio, centro e perno della visione. Recensione ❯
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La vita a New York dopo i Beatles di John Lennon con la moglie Yoko Ono è al centro dell'ultimo documentario di Kevin Macdonald, co-diretto con Sam Rice Edwards. Espandi ▽
Vita di John Lennon e Yoko Ono durante la permanenza nel Greenwich Village a New York tra il 1971 e il 1973, ricostruita attraverso immagini di repertorio, registrazioni di conversazioni telefoniche e un montaggio di filmati carpiti dalle trasmissioni tv dell'epoca.
Il titolo, One to One, si riferisce all'unico concerto completo tenuto da John Lennon dopo lo scioglimento dei Beatles: un evento nato per raccogliere fondi per la Willowbrook State School, luogo di ricovero per disabili minorenni in condizioni di forte disagio (la sequenza che racconta la vicenda per immagini è insostenibile per quanto è dolorosa).
La scelta di Macdonald di affidarsi interamente a materiale di repertorio, senza ricorrere a testimonianze del presente, dona forza al documentario, che diviene un'esperienza immersiva e di totale simbiosi con John, Yoko e la loro vita ricca di eventi, più o meno felici. Recensione ❯
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Il racconto corale di una comunità in crisi, divisa tra le tentazioni e le minacce di quel mondo a cui aveva cercato di sottrarsi e la preservazione di uno stile di vita proprio, fuori dalle norme. Espandi ▽
Honeydew in inglese letteralmente significa melata, cioè la sostanza lasciata dagli afidi sulle foglie. Qui finisce con il rappresentare una comunità che nella prima metà degli anni Settanta finì con il costituirsi in una località della California. In terreni a cui nessuno era interessato iniziò una coltivazione illegale di marijuana che forniva un’importante integrazione ai non elevati stipendi di chi lavorava. Oggi quelle coltivazioni sono consentite e proprio per questo sono iniziati i problemi. Bergonzi e Parolini ci introducono in punta di piedi in una comunità che alcuni avrebbero messo e continuerebbero a mettere all’indice. Ma le cose sono cambiate. Ciò che un tempo era illegale ora non lo è più. Tutto bene dunque, verrebbe da dire. Invece no. Perché alle leggi che punivano la coltivazione e la vendita della marijuana oggi si è sostituita la legge del mercato con i lacci e i lacciuoli burocratici. Honeydew è uno di quei documentari che costruiscono la loro narrazione su porzioni di assurdo purtroppo reale che talvolta neppure la fantasia più accesa riesce ad immaginare. Recensione ❯
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Una storia di grande ispirazione, forza, coraggio e determinazione che racchiude i valori universali dello sport, incarnando l'esempio di chi sfida i limiti rendendoli un punto di forza. Espandi ▽
La protagonista è Ambra Sabatini, campionessa e atleta paralimpica che ha saputo affermarsi e farsi apprezzare da milioni di persone in Italia e nel mondo grazie ai risultati che ha raggiunto nel tempo, conquistando la medaglia olimpica a Tokyo nel 2020 e il nuovo record del mondo ai mondiali di Parigi 2023. Una telecamera seguirà Ambra per la realizzazione del docufilm nel suo quotidiano, tra allenamenti, incontri e appuntamenti e le riprese accompagneranno la giovane atleta fino alle Paralimpiadi di Parigi del 2024. Recensione ❯
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Un bambino viene adottato ma qualche anno dopo la madre naturale chiede di lui. I genitori adottivi decidono di andarla a cercare. Espandi ▽
È il 2008 quando Francesca e Simone, una coppia di italiani, ottengono dopo un iter di due anni l’adozione di Vakhim, un bambino di quattro anni proveniente da un villaggio cambogiano. Lo vanno a prelevare da un orfanotrofio, documentando tutto con la loro piccola videocamera digitale. Non la spegneranno più, nei mesi e negli anni a venire, per tracciare puntualmente l’ingresso di Vakhim in un Paese nuovo, con una lingua e una cultura differenti.
“Per la legge siamo una famiglia ma in realtà siamo degli estranei che improvvisano un copione sconosciuto”, dice nei primi momenti del film la voce di Francesca Pirani, che accompagna le immagini per tutto il suo corso.
Una lunga osservazione, nell’arco di quindici anni, della conoscenza reciproca tra un bambino che parla solo khmer e due genitori attenti, affettuosi e decisi a rispettare e abbracciare le sue radici. La sfida tecnica del film è armonizzare due piani: quello di osservazione, fatto di home movies, e quello della ricostruzione finzionale con attori in Cambogia, nel tentativo di cogliere ciò che è misterioso. Recensione ❯
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