Una spia tra noi

A partire dagli anni Trenta Kim Philby lavora come agente segreto per il SIS (Secret Intelligence Service) ovvero il servizio di spionaggio del Regno Unito, anche noto come MI6. Nel 1963 si scopre che in realtà ha sempre fatto il doppio gioco per i sovietici, e il suo più caro amico e collega Nicholas Elliott viene inviato da lui a Beirut per ottenere una confessione e riportarlo in Inghilterra. Dopo l'incontro, Philby riesce però a scappare a Mosca, ed Elliott è sospettato di averne agevolato la fuga. Mentre i vertici dei servizi segreti sono in subbuglio, al rientro di Elliott a Londra una funzionaria del MI5 (la sezione della Military Intelligence britannica dedita alla sicurezza interna e al controspionaggio) lo interroga per scoprire la verità...

Saltando avanti e indietro nel tempo, la serie ripercorre la storia delle due spie britanniche, concentrandosi sulla dimensione umana e psicologica, esaltata dalle performance dei due attori protagonisti.

Curiosamente, mentre l'agente segreto più famoso del Novecento iniziava a farsi conoscere in tutto il mondo (l'esordio di James Bond sul grande schermo risale all'ottobre del 1962 con Agente 007 - Licenza di uccidere, seguito l'anno successivo da A 007, dalla Russia con amore, e quello dopo ancora dalla definitiva consacrazione con Agente 007, missione Goldfinger), nella realtà si consumava la spy-story più incredibile del secolo.

Il protagonista, come Bond, era un agente del MI6, e qui grossomodo finiscono le somiglianze con il personaggio nato dalla penna di Ian Fleming e incarnato per la prima volta da Sean Connery. Dimenticate le missioni spettacolari e la coolness di 007. La storia di Kim Philby è tutta fondata sulla doppiezza e sull'inganno di una vita sotto copertura, in cui anche una balbuzie finta da così tanto tempo non può che diventare vera.

Nato in India (dove il padre è un diplomatico) e cresciuto in Inghilterra, Philby si avvicina al comunismo durante il suo periodo a Cambridge, insieme ad altri quattro studenti che come lui diventeranno spie per l'URSS. La svolta avviene a Vienna, dove Philby si innamora di una donna ebrea in fuga dal nazismo e inizia la sua collaborazione con i sovietici. Durante la Seconda Guerra Mondiale entra nell'intelligence britannica dove si distingue per le proprie capacità e scala le gerarchie. Giocare sulle due sponde negli anni del conflitto, che vede i russi schierati al fianco di inglesi e americani, gli risulta ancora più facile. Data l'alleanza con l'Unione Sovietica, la situazione non è ancora particolarmente dannosa per il Regno Unito e gli Stati Uniti, ma nel dopoguerra l'attività segreta di Philby causerà enormi perdite in termini di agenti, risorse, informazioni.

Aldilà degli intrighi internazionali da Guerra Fredda, ciò su cui si concentra la serie diretta da Nick Murphy e ideata da Alexander Cary (già sceneggiatore e produttore esecutivo di Homeland - Caccia alla spia) è la dimensione umana e psicologica. Come sottolineato sin dal titolo (in originale A Spy Among Friends, omonimo del romanzo di Ben Macintyre a cui la serie si ispira), il tema centrale è l'amicizia tra Elliott e Philby.

Il vero scopo dell'indagine condotta dagli autori attraverso la figura della funzionaria del MI5 Lily Thomas (unico personaggio inventato), pure lei scissa tra vita privata e professione segreta, non è capire se davvero Elliott abbia aiutato Philby a fuggire, ma tentare di comprendere la natura di quel rapporto fraterno durato oltre vent'anni, e come si conciliassero la verità dei sentimenti e quella dell'adesione a una causa.

Il ritmo lento della narrazione, che si dipana attraverso continui flashback e ambientazioni claustrofobiche, rischia talvolta di attenuare il coinvolgimento emotivo, ma la solidità dell'operazione è garantita dalle intense interpretazioni dei due protagonisti: Damian Lewis nei panni di Nicholas Elliott, costretto a scendere a patti con la reale identità dell'amico; e Guy Pearce nel ruolo di Kim Philby, che affoga nell'alcol la propria crisi esistenziale. Nel conflitto vissuto dai due tra umanità e ideologia, si rivela in fondo il dramma del Novecento. 