Anno | 2023 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Italia |
Durata | 102 minuti |
Regia di | Luisa Porrino |
Attori | Giuseppe Saccotelli, Margherita Fantini, Marco Rezoagli, Marianella Bargilli Marco Cassiano, Stefano Dell'Accio, Gianluca Gambino, Viktorie Ignoto, Roberta Lena, Leonardo Nigro, Luisa Porrino, Zeno Verdecchi, Francesca Vettori, Massimiliano Zampetti. |
Uscita | giovedì 6 luglio 2023 |
Distribuzione | Fargo Entertainment |
MYmonetro | 2,76 su 3 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 6 luglio 2023
Un film di formazione sulla storia di due giovani protagonisti, Luca e Margherita, che devono affrontare una delle prove più importanti della loro vita. In Italia al Box Office Tramonto a Nord Ovest ha incassato 3,8 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Luca, un ragazzo di 22 anni di Biella che studia filosofia, ha appena fatto un provino per una pubblicità. Spinto dai genitori, potrebbe trasferirsi a Milano dove la sua ragazza Margherita ha in programma di andare a vivere dopo aver superato il test d'ammissione per la facoltà di architettura. Una sera, dopo aver fatto sesso, lei teme di essere rimasta incinta. Mentre la ragazza vaga per la città, prima in farmacia e poi in un ospedale per avere la pillola del giorno dopo, lui sparisce all'improvviso e parte in direzione delle Alpi Svizzere per raggiungere il suo amico Paolo. Nel corso del viaggio il suo destino s'incrocia con quello di due ragazzi profughi, Naila e Yuseff, e della famiglia di Bacci, che vive in una baita nei pressi del confine. Questi incontri lo porteranno a prendere delle decisioni inaspettate.
Tramonto a Nord Ovest è una storia di solitudine e incomunicabilità. Già lo sguardo in macchina iniziale di Luca durante il provino pubblicitario mostra come il ragazzo sia completamente chiuso nel proprio mondo, impermeabile all'esterno.
Si vede anche nel rapporto con i suoi genitori e con la sua ragazza. Forse è questo spunto, nel rapporto tra i due protagonisti, soprattutto durante il tempo dell'attesa di una possibile gravidanza di Margherita, che poteva mettere meglio a fuoco le paure dei due personaggi.
Il film però le sfiora soltanto nelle chiamate non risposte, in un'inquietudine più sottolineata nella scrittura che però non si avverte nel momento in cui i personaggi hanno preso forma, nella fuga di lui e nei nervosi spostamenti di lei. Diretto da Luisa Porrino, che ha scritto la sceneggiatura assieme a Marco Panichella, Tramonto a Nord Ovest si specchia in modo compiaciuto nelle montagne e nel cielo stellato e, nel tentativo di realizzare un film più corale, perde le tracce dei suoi protagonisti.
Dentro ci sono troppe linee narrative: la condizione dei profughi, l'accenno ai No Tav, la dottoressa obiettore di coscienza, la famiglia della baita isolata dove gli scambi dei dialoghi tra Luca e Bacci creano uno squilibrio tra un dramma esistenziale (che diventa anche collettivo) e battute da commedia dove il film rischia di diventare quasi un'involontaria parodia di Tutta colpa del Paradiso. Luca non diventa il possibile elemento di rottura di un'armonia familiare come Romeo, il personaggio interpretato da Francesco Nuti, ma tiene per una volta uniti tutti le figure che abitano lì, anche quelle più appartate, per una missione salvifica.
Il film non segue una sola linea narrativa e cerca di sovrapporre più storie ma fa soltanto tanta confusione ed è sottolineato da una colonna sonora così presente che finisce per diventare invadente. In più Tramonto a Nord Ovest accenna e, colpevolmente, non approfondisce la vicenda dei due profughi e cerca improbabili voli visionari, tra soggettive dal basso con i volti di Naila e Yuseff e soprattutto l'immagine della trota d'oro in ralenti (dove si perde anche la magia della sua leggenda), che lo fanno naufragare del tutto.
Ho visto il film l'altra sera in presenza del cast e della regista. Personalmente ritengo che la recensione del sig. Emiliani si fermi a un protocollo standard. Credo che sia cosa rara poter percepire la passione e la voglia di raccontare i problemi reali che si scosatano dai soliti clichè che vediamo ormai abitulamente nella maggior parte dei film.
La metafora della leggenda del pesce dorato di acqua dolce che appare in risposta al giovane protagonista in cerca di una prassi della libertà, risalendo un torrente di montagna, si manifesta come richiamo alla responsabilità dell'individuo. Solo nella piena responsabilità dell'esistenza, la libertà pare trovare la sua piena espressione.
Prima di lasciare un commento devo fare una doverosa premessa: abito nei boschi, ho calpestato mille sentieri e accolto gli "stranieri", ho lavorato in rifugi e con i rifugiati... Quindi sono esageratamente di "parte". Questo film mi ha toccato il cuore, riportandomi sui sentieri della memoria, ricordandomi che la vita è ricca di intrecci, di storie, di vite estremamente diverse e che la montagna le [...] Vai alla recensione »
E’ difficile non capire proprio un ca*** di niente. Però c’è chi ce la fa, come i due critici che leggo qua …. sono tornato a visitare questa pagina perchè ho riguardato il trailer di questo delizioso film che ho visto a Torino e non posso credere alle critiche che leggo. Complimenti a tutto il cast e soprattutto alla regista che il film lo ha anche prodotto. [...] Vai alla recensione »
Questo film é una perla preziosa. Ha, come tutti i film indipendenti, il coraggio di raccontare storie, belle storie piene di significati. é un film ben fatto, bellissima fotografia , un bel cast , un bel gruppo corale che rende lo spettatore partecipe alla storia. bellissima la leggenda del pesce , leggenda e riflessione che portiamo con noi anche dopo la visione.
Ho visto questo bel film ieri sera ad Alba. E' un peccato che film così belli e particolari siano praticamente introvabili e così poco diffusi a noi pubblico. Questo è un film delicato e potente che ti entra nel cuore, racconta di chi siamo e soprattutto di come stiamo ed io mi ci sono riconosciuta, oltre alla meraviglia dei panorami mozzafiato.
La cosa che più mi ha stupito di questo film è che non sembra un film italiano. Le riprese e le interpretazioni sono naturali, semplici, fluide e creano forte empatia. Davvero un bellissimo film che consiglio a tutti quelli che hanno voglia di sfidarsi con qualcosa di nuovo e di diverso da solito, in cui riconoscersi.
Il nord ovest del titolo del secondo lungo di Luisa Porrino conduce a Biella e tra le Alpi ticinesi, al confine con la Svizzera. I luoghi, in questa co-produzione italo-elvetica, fanno da sfondo alla crescita del ventenne Luca, studente di filosofia apatico e privo di slanci, e fidanzato con l'energica Margherita, che lascia la città per una gita-fuga in montagna, locus amoenus di incontri fiabeschi [...] Vai alla recensione »
Luca (Giuseppe Saccotelli), è un ragazzo di 22 anni di Biella. Vive con i genitori ed è fidanzato con Margherita (Margherita Fantini). Un giorno, venuto a conoscenza della possibilità di diventare padre, il ragazzo decide di partire alla volta delle Alpi svizzere, allontanandosi momentaneamente dalla città e lasciando Margherita sola ad affrontare la situazione.