Terezin

Film 2023 | Drammatico,

Regia di Gabriele Guidi. Un film con Mauro Conte, Dominika Zeleníková, Antonia Liskova, Alessio Boni, Cesare Bocci. Cast completo Genere Drammatico, - Italia, 2023, Uscita cinema giovedì 26 gennaio 2023 distribuito da Minerva Pictures Group. - MYmonetro 2,53 su 5 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento giovedì 26 gennaio 2023

Un lato inedito della vita vissuta dai deportati ebrei nei primi anni '40, all'interno del campo di detenzione di Theresienstadt, detto ghetto di Terezin. In Italia al Box Office Terezin ha incassato 40,7 mila euro .

Consigliato nì!
2,53/5
MYMOVIES 2,00
CRITICA 2,25
PUBBLICO 3,33
CONSIGLIATO NÌ
Dialoghi didascalici per una confezione non all'altezza dell'importanza e la profondità del messaggio.
Recensione di Simone Granata
giovedì 26 gennaio 2023
Recensione di Simone Granata
giovedì 26 gennaio 2023

Durante la Seconda Guerra Mondiale, Antonio, clarinettista italiano trasferitosi a Praga, e la sua compagna Martina, violinista cecoslovacca, vengono deportati nel vicino campo di concentramento di Theresienstadt, più noto come ghetto di Terezin. Si tratta del 'campo di detenzione modello' scelto dalla propaganda nazista per ingannare la comunità internazionale attraverso un 'programma di abbellimento' mirato a mascherare le vere condizioni dei 'lager', concedendo ai musicisti anche la possibilità di suonare i propri strumenti e tenere concerti. In realtà, a Terezin avvengono le stesse atrocità commesse negli altri campi, ma la musica può diventare un'ancora di salvezza nel mezzo dell'orrore dell'Olocausto.

La contrapposizione tra la bellezza salvifica della musica e il dramma dell'Olocausto non è resa al meglio dalla medietà dei toni e da una confezione non sempre all'altezza

Tra il 1941 e il 1945 a Terezin furono deportati circa 145.000 ebrei; 33.000 morirono nel ghetto; oltre 88.000 vennero condotti ad Auschwitz e in altri campi di sterminio; alla fine della guerra, erano sopravvissuti solo 17.247 prigionieri. La storia del campo di Terezin offre uno straordinario esempio di come la bellezza dell'arte possa manifestarsi persino di fronte all'abisso più profondo del male.

Il film di Gabriele Guidi, all'esordio alla regia in questa coproduzione internazionale tra Italia e Repubblica Ceca, vuole restituire l'atmosfera straniante del ghetto, dove l'umanità è negata dalle folli regole della macchina nazista (segregazione, lavori forzati, punizioni) ma sopravvive nell'anima culturale e artistica. Per preparare il concerto da svolgersi durante la visita della Croce Rossa, i musicisti sono esonerati momentaneamente dai lavori più pesanti e trovano conforto nel valore salvifico dell'arte.

Antonio e Martina, seppur per un breve ma preziosissimo tempo, possono ricongiungersi grazie alla musica che rappresenta l'unica forma di evasione possibile dal ghetto. Non a caso, durante la prima prova d'orchestra la cinepresa, sospinta dal suono della musica, si alza e ci porta per la prima volta all'esterno del campo, inquadrando dall'alto il paesaggio avvolto nella sua luce naturale.

Certo, i musicisti sono consapevoli di essere uno strumento d'inganno nelle mani dei nazisti. Ma è proprio attraverso la musica che possono smascherare l'assurdità di quel sistema disumano (come quando Antonio suona Brahms su ordine di un gerarca, facendo breccia per un attimo nella sua lucida follia), e invocare una condanna universale, scegliendo di eseguire il Requiem di Verdi al concerto. L'importanza e la profondità del messaggio non è purtroppo sostenuta nel migliore dei modi da una confezione spesso non all'altezza, più da fiction televisiva, tra dialoghi didascalici e auto-doppiaggio problematico.

Il contrasto paradossale e fortemente suggestivo tra la poetica speranza, potente e delicata, simboleggiata dalla musica, e il dramma insensato della Shoah (le cui nefandezze non vengono mai mostrate) non può essere reso da una medietà di fondo poco appropriata, che attutisce senza conferire al racconto la giusta intensità.

In alcuni momenti (come quando uno spazzacamino del campo, cantando sopra un tetto, si rivela essere un perfetto baritono, oppure in una sorta di "incantesimo" nel finale) l'impressione è che si sarebbe potuto spingere di più sulla dimensione favolistica, percorrendo una strada indubbiamente più rischiosa ma, chissà, forse anche più efficace.

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
sabato 28 gennaio 2023
Chiara

Avere il coraggio di realizzare un film attinente l'Olocausto che mantenga il dolore e la sofferenza sullo sfondo per valorizzare l'arte (la musica in primis) come strumento di sopravvivenza è un'operazione di una complessità unica... come del resto complesse sono state le vicende di Terezin qui riportate con puntualità e garbo

STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
venerdì 27 gennaio 2023
Alessandro Izzi
Close-Up

Terezin, o come la chiamavano i tedeschi Theresienstadt, è stato, nel variegatissimo universo concentrazionario nazi-fascista, un campo assolutamente anomalo. Nato per ospitare gli ebrei "di cui si sarebbe sentita la mancanza", il lager ospitò soprattutto artisti: cantanti, musicisti, attori, registi; persone, insomma, che, prima dell'approvazione delle leggi razziali (dapprima in Germania, successivamente [...] Vai alla recensione »

giovedì 26 gennaio 2023
Alice Sforza
Il Giornale

Una coppia di musicisti ebrei viene deportata a Terezin, campo di concentramento nell'allora Cecoslovacchia. Sarà proprio la musica a offrire agli artisti del ghetto l'ultima possibilità di riscatto. Guidi si confronta, all'esordio, con l'Olocausto. E lo fa con un episodio inedito. Racconto corale di uno spaccato di vita all'interno del «carcere», accompagnato dalle note di un'orchestra «improvvisata». [...] Vai alla recensione »

giovedì 26 gennaio 2023
Dario Boldini
Sentieri Selvaggi

1942. Antonio (Mauro Conte) e Martina (Dominika Moravkova) sono due musicisti innamoratisi a Praga, nel corso della Seconda Guerra Mondiale. Lui clarinettista italiano, lei violinettista cecoslovacca. I due, deportati e costretti nel ghetto di Terezin, ingrassano le file di artisti rinchiusi e maltrattati dalla dominazione nazista. Il loro amore e la passione per la musica rappresentano gli unici reali [...] Vai alla recensione »

martedì 24 gennaio 2023
Matteo Marelli
Film TV

Ci sono film che rinnovano sentitamente l'impegno del cinema nei confronti della Shoah (tra i casi più recenti Quel giorno tu sarai di Kornél Mundruczó) e altri che ingrossano le fila di una produzione scatenata intorno alla Giornata della memoria, come Terezin di Gabriele Guidi, che racconta la storia del campo di concentramento di Theresienstadt, presentato dall'ipocrita e perversa propaganda nazista [...] Vai alla recensione »

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