City Hunter the Movie - Angel Dust

Un furto vede collaborare le tre ladre sorelle "occhi di gatto", il detective privato Ryo Saeba e massiccio sodale Falcon. Una figura mascherata irrompe però sulla scena e finisce per prendere il possesso di un misterioso contenitore nascosto in un quadro rubato. Poco dopo, Angie, una influencer straniera che dice di aver smarrito il gatto con il quale intendeva filmare il suo viaggio in Giappone, ingaggia l'agenzia investigativa City Hunter con un lauto compenso. Kaori Makimura, che tiene i traballanti conti dell'impresa, non perde tempo ad accettare mentre Ryo Saeba sembra, come al solito, più interessato alle forme della cliente che non al caso. Presto però il team viene minacciato da un misterioso lanciatore di pugnali e Angie dovrà iniziare a scoprire le proprie carte.

Nato come autocelebrazione della serie, City Hunter The Movie - Angel Dust ne ripropone tutti i tropi, tra comicità e tragedia, ma senza alcuna innovazione. Un titolo per soli nostalgici.

Uscito in Giappone in sala nel 2023, con un solo anno di ritardo rispetto all'anniversario per il 35ennale della serie Tv (andata in onda in Giappone a partire dal 1987), City Hunter The Movie - Angel Dust guarda in realtà più alla fase finale del manga, in cui Ryo doveva affrontare la propria figura paterna, che l'aveva addestrato per fare di lui una sorta di macchina da guerra.

Ryo è stato il capolavoro di suo padre adottivo, ma questo lo rende anche l'avversario da battere per dimostrarsi i veri numero uno. Se il protagonista, sotto una facciata di frivola superficialità intuisce presto cosa sta succedendo, Kaori invece scoprirà solo pezzo per pezzo l'intrigo, che avrà esiti ineluttabilmente drammatici, perché in fondo la leggerezza di "City Hunter" ha sempre nascosto una storia di base molto cupa.

La realizzazione tecnica però ha poco di cinematografico: non ci sono sequenze dall'animazione fluida né particolarmente elaborate dal punto di vista dell'azione e neppure soluzioni di regia che vadano oltre tutto quanto già visto in Tv.

Lo stile dunque esplicita fin dal principio che si tratta di un'operazione volta più a compiacere i vecchi fan che non a conquistarne di nuovi, pigra nello stile e ripetitiva nel tornare sui tormentoni della serie: su tutti le martellate e altre mazzate assortite che Kaori molla a Ryo per farlo tornare in sé quando questi si eccita. Ma se in un episodio Tv di soli venti minuti il ripetersi della gag può anche essere piacevole, vederla riproposta più di una manciata di volte in un solo film - seppur in modo sempre più parossistico - finisce per stancare.

Anche la qualità dei dialoghi si adagia sulle facilonerie e le battute tipiche della serie, come fosse un film cristallizzato sul target dei ragazzini di fine anni 80, cercando di cancellare che il pubblico è nel frattempo cresciuto e si è magari pure abituato ad altri linguaggi. Di nuovo l'obiettivo non è innovare ma riportare all'infanzia lo spettatore, nel modo però più scontato e banale possibile.

A fare da corollario fan-service ci sono poi le apparizioni delle sorelle di "occhio di gatto" e persino un sorprendente cameo di una figura storica dell'animazione giapponese, che preferiamo non rivelare per non guastare la sorpresa.

Il film ha dunque tutti gli ovvi ingredienti per accontentare i fan in cerca di un amarcord il più fedele possibile ai loro ricordi, ma allo stesso tempo è privo di qualsiasi spinta di rinnovamento, nonostante il finale non manchi di lasciare spunti per prossimi capitoli cinematografici. 