Il debutto alla regia di Jesse Eisenberg ha aperto la Semaine de la Critique di Cannes.
di Marianna Cappi
La relazione tra Evelyn e Ziggy, madre e figlio, è una relazione che c’è ma non si vede, bloccata da silenziose aspettative frustrate e da quelle cecità che solo il tempo, a volte, svela e cura, e per questo il cinema è il mezzo migliore per dirla, perché ne rende visibili le traiettorie mancate.
Ciò che più si fa apprezzare in When you finish saving the world , oltre al suo raccontare il presente, con lucidità e col sorriso (né ghigno né risata: non c’è sarcasmo né commedia vera e propria), è lo sguardo dell’autore sui suoi personaggi: uno sguardo che ne illumina l’umanità e la bontà, anche nei tanti difetti.
Finn Wolfhard e Julianne Moore, bravi e ben diretti, interpretano due persone prima che due ruoli. Il regista (e noi con lui) li guarda già in questo modo, mentre i loro personaggi devono imparare a farlo, e il figlio, in questo, arriva prima della madre, colmando quel debito di intelligenza che lei gli imputa nei momenti più tesi.