The Roundup

2008, Seul: l'Unità per crimini gravi della Polizia del distretto di Geumcheon deve rimpatriare un uomo fuggito in Vietnam che ha fatto richiesta di costituirsi. L'agente Ma Seok-do, dotato di forza brutale e dai modi irruenti e sbrigativi, e il suo superiore Jeon Il-man si recano così in Vietnam dove scoprono che il criminale si è consegnato alle autorità temendo di essere ucciso dal pericoloso killer Kang Hae-sang, specializzato nel sequestro (e omicidio) di turisti coreani all'estero. In un crescendo di sangue e violenza, i due poliziotti, tornati in Corea del Sud, dovranno catturare il feroce assassino tendendogli una trappola durante il pagamento del riscatto per un ostaggio.

Tra Vietnam e Corea del Sud, il ritorno dell'agente di polizia interpretato dal corpulento Ma Dong-seok è all'insegna della violenza brutale, ma con una giusta dose di ironia.

Cinque anni dopo The Outlaws, torna la massiccia presenza scenica di Ma Dong-seok (Train to Busan, Eternals) nei panni dell'agente 'spaccatutto' che non si fa problemi a usare le maniere forti, un po' alla Bud Spencer, un po' alla Obelix. E anche stavolta fa il botto, con un sequel campione d'incassi in Corea del Sud. La regia è cambiata passando a Sang-Yong Lee, ma la formula base rimane la stessa: action mozzafiato; colluttazioni violente e sanguinose (pistole quasi assenti, ci si ammazza soprattutto con le lame) in un quadro dove i metodi dei buoni non sono poi così distanti da quelli dei cattivi; e la giusta dose di ironia per alleggerire la messa in scena cruenta e strappare qualche risata.

In chiave comica, funziona specialmente il rapporto tra i due agenti dall'indole opposta come da tradizione cinematografica delle migliori coppie di polizia: il detective capo poco incline all'azione, e il protagonista tendente per natura ai corpo a corpo e a risolvere fisicamente i problemi venendo alle mani. Peccato che la caratterizzazione dei personaggi secondari non sia altrettanto efficace (ad eccezione del villain principale che ha la giusta faccia da cattivo efferato), e che la trama risulti a tratti confusionaria, tra gang criminali che si sovrappongono e sviluppi non molto chiari delle indagini, rendendo difficile il pieno coinvolgimento durante le scazzottate e i combattimenti.

Fortunatamente, nella seconda parte l'intervento dell'unico personaggio femminile del film (la moglie dell'uomo d'affari preso in ostaggio), oltre a sbrogliare la matassa fungendo da esca per il killer, risolve e chiarifica l'intreccio narrativo, conducendolo verso un inseguimento adrenalinico in macchina, con un autista maldestro che rischia di sparigliare le carte...

Il pregio di The Roundup sta in fondo nelle scene d'azione spettacolari, girate anche in ambienti ristretti come una cucina o l'interno di un autobus, e con certi piani sequenza vorticosi che richiamano il cinema di Hong Kong. Insomma, intrattenimento commerciale senza pretese, se non quella di farsi 'affettare' per un'ora e mezza. Consigliato per gli amanti del genere, e in particolare... dei coltelli. 