Un film monolitico che, attraverso la psiche distrutta di un veterano, parla di una guerra quotidiana e dell'ecatombe nucleare che verrà. Da giovedì 9 febbraio al cinema.
di Archimede Favini
Franco "Chief" Carling è un veterano dell'esercito americano, dovrebbe essere ritirato ma la sua missione sembra non finire mai. Vive da solo in un bunker in mezzo ai boschi, totalmente ossessionato dalla minaccia di un antropocene nucleare. Chief se ne va in giro per i boschi in tuta mimetica, imbracciando il suo m16, alla ricerca di informazioni, spesso rischiando di far saltare la sua copertura. Comunica di tanto in tanto via radio con i mandanti della sua operazione, ma le loro voci sembrano distanti, confuse, quasi immaginate.
Il film è un'opera monolitica che, attraverso la psiche distrutta di un veterano, parla di una guerra quotidiana e dell'ecatombe nucleare che verrà.
Siamo di fronte a un film estremamente significativo, ma che si riserva il diritto di lasciare qualcosa solo a chi si affida passivamente al fluire lento dell'opera, cercando un dialogo emotivo con lo statuario personaggio di Pennacchi.