Billy the Kid

Film 2022 | Avventura, Biografico, Drammatico

Regia di Otto Bathurst, David Frazee, Rachel Leiterman, Michael Nankin. Una serie con Tom Blyth, Daniel Webber, Eileen O'Higgins, Sean Owen Roberts, Dakota Daulby. Cast completo Genere Avventura, Biografico, Drammatico - USA, 2022, Valutazione: 2,5 Stelle, sulla base di 1 recensione. STAGIONI: 1 - EPISODI: 8

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Ultimo aggiornamento venerdì 21 ottobre 2022

Serie western incentrata sulla figura carismatica di uno dei personaggi più celebri del vecchio West.

Consigliato assolutamente no!
n.d.
MYMOVIES 2,50
CRITICA
PUBBLICO
CONSIGLIATO NÌ
Un western lineare - fin troppo prolisso - sulla vita del famoso pistolero.
Recensione di Andrea Fornasiero
venerdì 21 ottobre 2022
Recensione di Andrea Fornasiero
venerdì 21 ottobre 2022

Henry McCarthy ha una cospicua taglia sulla sua testa, ma prima di essere un noto fuorilegge è stato un bambino nella New York dell'Ottocento. La sua famiglia di origini irlandesi, in miseria, si lancia nell'avventura di un viaggio verso l'Ovest in cerca di fortuna, ma il padre cade presto in una cupissima depressione e la madre fatica a tenere in attivo i conti di casa, soprattutto quando il figlio minore si ammala. Henry fa la conoscenza di Jesse Evans, fuorilegge che ama fare soldi facili, e finisce arrestato per il furto in una lavanderia cinese. Scapperà di prigione e da allora vivrà da ricercato, assumendo l'alias di William H. Bonny. Sarà la sua futura nemesi Pat Garrett a dargli il nome con cui è passato alla storia: Billy the Kid.

Scritta interamente da Michael Hirst, Billy the Kid è un western che racconta in modo lineare la vita del protagonista, a cui avrebbe giovato una maggior concisione.

La vita di Billy the Kid diventa interessante soprattutto nella cosiddetta "guerra della contea di Lincoln" in New Mexico, quando prende le parti dei Regolatori contro la banda di Jesse Evans e gli altri banditi assoldati da Chisum. Prima invece la sua vicenda è soprattutto una sequela di piccoli furti, partite di poker, evasioni e omicidi per legittima difesa o accidentali.

Una serie di sfortunate coincidenze a cui Hirst tenta di dare un fil rouge con la figura di un giornalista, Ash Upton (sarà poi il ghostwriter di The Authentic Life of Billy the Kid di Pat Garrett) che fa amicizia con Billy e, in modo un po' improbabile, si ripresenta in varie cittadine cercando di aiutarlo e al tempo stesso spiegandogli che sta realizzando un'inchiesta su una sorta di massoneria con agganci fino a Washington. Questa trama su una specie di deep state ante-litteram non si sposa un granché bene alla vicenda di un ragazzo per lo più travolto dagli eventi e tutt'altro che interessato a questioni politiche. Funziona bene in compenso nella serie il suo rapporto di amicizia con i messicani, che inizia fin da bambino e che da subito gli fa prendere coscienza dell'oppressione a cui sono soggetti i latinoamericani.

Uno dei passaggi più riusciti è infatti il rapporto con Melquiades Segura, che a sua volta diventerà un ricercato per crimini che non ha commesso, innocente e perseguitato. Billy si sentirà responsabile per la sua sorte e tornerà a salvarlo, ma l'amico riconoscerà che nel mentre il ragazzo è cambiato, si è indurito. Il rapporto con i messicani, anche in linea con la vulgata moderna a favore delle minoranze, diventa così l'elemento salvifico per Billy, che ormai anestetizzato alla morte dalla sua vita da fuorilegge, si scuote solo quando vede ancora una volta ingiustizie perpetrate sugli innocenti, anche peggiori di quelle a cui ha assistito da bambino.

Girata per lo più in Canada e con diversi attori canadesi nel cast, la serie vanta scorci naturalistici dall'apertura da vero western. Gli attori invece sono tutti pressoché sconosciuti e si punta soprattutto sulla loro somiglianza con le iconiche figure che sono chiamati a interpretare, o più in generale sulla vicinanza con la fisionomia del tempo. Non tutti sono convincenti e pochi purtroppo sono carismatici, ma il protagonista Tom Blyth, che incarna un Billy the Kid per lo più travolto dagli eventi, tutto sommato se la cava. Certo non è né mai sarà Bob Dylan, così come il tono e la regia sono lontanissimi dall'immortale film di Sam Peckinpah.

L'autore di Vikings Michel Hirst è da sempre interessato alla Storia e infatti la sua serie, che considera uno dei lavori più importanti e riusciti della propria vita, insiste in modo anche pedante nel mettere i fatti della vita di Billy in ordine cronologico. Un'operazione come quella di Peckinpah non era dunque minimamente un suo obiettivo, ma una maggior personalità stilistica non avrebbe guastato a una produzione che risulta nel complesso troppo anonima rispetto a un protagonista tanto forte. Basti pensare al recente trattamento di John Brown in The Good Lord Bird per avere un esempio di grande vitalità. Per altro le sorti della serie sono incerte e un rinnovo non sembra così probabile, dunque questa prima stagione, che fa per lo più da prologo ai fatti salienti che seguiranno, rischia di risultare brutalmente monca.

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