Anno | 2021 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Austria, Francia, Belgio |
Durata | 120 minuti |
Regia di | C.B. Yi |
Attori | Chloe Maayan, Zhexi Lin, Qiheng Sun, Bai Yufan . |
MYmonetro | 3,00 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
|
Ultimo aggiornamento venerdì 8 ottobre 2021
Un ragazzo cerca di trovare una nuova prospettiva di vita dopo essersi distaccato dalla famiglia.
CONSIGLIATO SÌ
|
Fei vende il suo corpo per vivere nella grande città e provvedere alla famiglia indigente rimasta in campagna. Nonostante ciò i suoi parenti si vergognano di lui e il ritorno a casa per la malattia del nonno si trasforma in un litigio ininterrotto.
Dai pasoliniani ragazzi di vita allo spleen metropolitano della Cina meridionale il passo è piuttosto lungo.
Conosciamo Fei attraverso il lusso degli appartamenti in cui è solito incontrare i propri clienti, un agio posticcio che nasconde una colpa e non cancella la miseria e la disperazione delle sue origini. La sua relazione con Xiaolai è sincera, ma la legge della strada complicherà tutto, spingendo Fei all'ennesima fuga, all'ennesimo annullamento di identità. CB Yi, allievo di Michael Haneke che rimane sotto pseudonimo per la paura di ritorsioni da parte del governo cinese, sceglie il corpo del divo maledetto Kai Ko per scolpire su di lui un mélo gay gelido e patinato. L'attore, lanciato dal successo teen di You Are the Apple of My Eye e poi arrestato per droga, si trova irrimediabilmente dalla parte "sbagliata" della barricata per l'autorità e l'opinione pubblica: perché allora non spingere il maledettismo fino in fondo? Durante la scena delle invettive degli zii, disgustati dallo stile di vita di Fei, sembra quasi di rivivere le polemiche che hanno colpito nella realtà Kai Ko, futura promessa del cinema taiwanese, dopo lo scandalo. Le dinamiche di Moneyboys rimandano a Tsai Ming-liang e Wong Kar-wai, a solitudini al neon, con amanti impossibili da riconciliare e un continuo gioco di inseguimenti amorosi, perennemente frustrati dalle circostanze. Gallerie della metropolitana in cui baciarsi un'ultima volta, per assaporare fino in fondo il mal d'amore della città, contrapposta alla tragica quiete della campagna. CB Yi sceglie territori abbondantemente esplorati, a cui aggiunge un approccio asettico: gira con grande senso dell'inquadratura ma senza aggiungere una cifra stilistica inconfondibile. Il lavoro è in ogni caso mercimonio della propria carne, sembra dirci il regista attraverso i suoi personaggi: poco cambia che si tratti di prostituzione o di massacrarsi in una fabbrica senza riuscire comunque a lasciare un'eredità dignitosa.
Una via a senso unico verso la disperazione sembra quindi l'unica prospettiva a disposizione di una generazione di ragazzi perduti , belli e dannati come un tempo quelli di Gus Van Sant. Nei loro corpi glabri e dai lineamenti perfetti, di sesso indecifrabile, è possibile leggere un altro senso di smarrimento, uguale e contrario a quello di perdenti delle generazioni passate, legati a valori dimenticati, che hanno prodotto solo disperazione e disillusione. Una possibile nota di speranza, sembra suggerire l'epilogo, riposa nell'abbandono ai propri sensi e alla fuggevole sensazione di gioia che può regalare l'amore.
Il giovane Fei lascia il villaggio natio per la città: qui si prostituisce, s'innamora di un escort, frequenta un brutto giro e, costretto a fuggire, si mette in vendita altrove. Il film di C.B. Yi - taiwanese d'origine, cresciuto in Austria e allievo di Michael Haneke -, rappresenta per il regista un ritorno alle radici, anche se la produzione è in larga parte europea e le riprese sono avvenute a [...] Vai alla recensione »